mercoledì 30 gennaio 2008

Dall'omofobia all'eterofobia

Il ministro dell'istruzione britannico, come riporta il sito del Corriere della Sera, ha proposto che nelle scuole debba essere proibita l'espressione mamma e papà, che dovrebbe essere sostituita da quella, decisamente più anodina, di genitori. Politically correct.
Questo perchè le persone, fin dall'infanzia, dovrebbero essere abituate a considerare l'ipotesi dei genitori dello stesso sesso. Un'iniziativa antiomofobia per favorire la piena integrazione degli omosessuali, suggerita dalla solita agguerrita e creativa associazione per i diritti dei gay.
Si sa che la creatività è una dote che non difetta agli omosessuali.
Due anni fa, se non ricordo male, è esplosa una polemica perchè in alcune aziende non si teneva più il tradizionale party natalizio, per non urtare la sensibilità religiosa dei dipendenti musulmani.
L'Inghilterra, terra d'origine dei diritti, del liberalismo e della democrazia, ogni tanto se ne esce con qualche bizzarria, con qualche proposta che sposta al limite estremo il rispetto dei diritti individuali fino a determinare il risultato opposto. Effetti collaterali disastrosi.
Anche in Italia, tempo addietro, un sindaco di non ricordo quale comune del Nord aveva proposto di non svolgere celebrazioni pubbliche del Natale per non mettere a disagio i residenti extracomunitari di fede islamica.
A Natale del 2006 nella mia Treviso alcune maestre di una elementare non volevano mettere in scena la recita natalizia per gli stessi motivi, provocando l'insurrezione dei genitori (anch'io uso questa parola e mi adeguo al nuovo trend). Da oltremanica al continente, c'è un fenomeno comune.
La nostra civiltà va incontro a una curiosa metamorfosi; ci sono identità culturali, posizioni etiche o religiose, costumi, che secondo alcuni non possono più essere esibiti e praticati nella vita quotidiana. Per non turbare, per non discriminare.
E' un processo che arriva a coinvolgere anche le inclinazioni sessuali e il modello naturale della famiglia.
Un'identità tipica e maggioritaria viene soffocata per favorirne un'altra emergente. Esistono le famiglie composte da genitori di sesso diverso (e sono la quasi totalità, almeno ad oggi), ma non diciamolo, anzi vietiamolo e magari comminiamo anche una multa ai trasgressori. Dall'omofobia ci si sta spostando all'eterofobia?
Se il linguaggio ha un valore nella nostra esistenza, l'espressione "genitori" richiama l'idea del generare, dell'atto della procreazione voluto da una madre di sesso femminile e da un padre di sesso maschile.
Allora, seguendo il ragionamento del ministro inglese e dei suoi consiglieri omosessuali, nemmeno l'espressione genitori va bene.
Come si vede, è un dibattito che si avvita in una spirale di assurdità senza fine. Ed è davvero un'involuzione pericolosa questa delle democrazie occidentali, che nell'affanno di garantire sempre e comunque il politically correct, mettono in crisi tendenze e stili di vita largamente condivisi, abitualmente praticati dai più.
Il rispetto dei diritti delle minoranze non può andare a discapito della maggioranza; questo, in senso logico, è contrario alla democrazia.
I bambini di tutto il continente hanno il pieno diritto di dire mamma e papà, due parole così cariche di bellissimi significati. Con buona pace di politici imbecilli e isteriche suffragette gay.
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domenica 27 gennaio 2008

Un giorno per non dimenticare la Shoah

Post breve nel giorno della memoria.
Oggi ricorre il sessantesimo anniversario della scoperta (era il 27 Gennaio del 45) del campo di sterminio di Auschwitz.
Sono passati molti anni, ma è necessario non dimenticare mai le incredibili atrocità che degli uomini hanno inflitto ad altri uomini.
Tramandare il ricordo delle persecuzioni contro gli ebrei è necessario per opporsi alle persecuzioni che purtroppo il mondo moderno successivamente ha conosciuto, per motivazioni razziali e culturali.
Mi vengono in mente, per esempio, i tentativi di genocidio degli anni 90 nei Balcani e in Ruanda, che la comunità internazionale non ha contrastato con la dovuta energia; l'elenco sarebbe lungo, perchè non siamo ancora veramente cambiati.
Giusta e doverosa iniziativa; la generazione attuale deve ricordare e tramandare a sua volta a quella futura la memoria della Shoah.
Non siamo al riparo dagli errori del passato e ancor oggi non mancano, in alcuni esseri abietti e ignoranti, nostalgie, giustificazionismi e desideri di "revanche".
Non dimentichiamo e combattiamo i nemici della verità e dell'uomo.
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venerdì 25 gennaio 2008

Contro l'ordine dei giornalisti

Buona la proposta di Beppe Grillo di abolire l'ordine dei giornalisti.
E' un passo concreto per cercare di cambiare qualcosa con un'iniziativa diretta, in mano ai cittadini, che si sottragga all'immobilismo e alle pastette della politica di palazzo.
Cancellare l'ordine dei giornalisti per liberare l'informazione che in Italia è cortigiana, scandolosamente ossequiosa con il potere, con qualche rara e lodevole eccezione.
Strumento operativo dell'informazione controllata e manipolata è anche l'ordine dei giornalisti: ergo, è giusto eliminarlo.
Viviamo in un paese dove sopravvivono troppe corporazioni di tipo medievale, che ingessano la vita economica e culturale.
In attesa delle liberalizzazioni nell'economia, se mai arriveranno, liberalizziamo l'informazione. Sostegno al nuovo V-Day per la vera libertà di stampa.
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Sputi e festeggiamenti al Senato. Vergogna

Il sipario è calato sul governo Prodi; alla fine questo bizzarro carrozzone di partiti si è sfasciato, sotto il peso delle sue contraddizioni politiche e del caso Mastella.
Il giubilo del centrodestra è stato massimo, Fini è andato a festeggiare coi tassisti mentre un suo senatore faceva il gesto plateale di mangiare la mortadella in aula e si stappava lo champagne.
Disgustoso anche il comportamento del senatore Barbato, che ha tentato di aggredire il suo collega dissidente Cusumano e lo ha omaggiato di uno sputo.
Tutto questo è stato debitamente raccontato dalla stampa straniera e ripreso dalle telecamere che lo hanno diffuso ovunque. Povera Italietta.
Comprensibile e legittima la soddisfazione di un'opposizione che vede crollare una maggioranza avversa, ma un minimo di compostezza non avrebbe guastato considerando che il momento per il nostro paese non è dei migliori.
Ma alla casta dei mandarini non gliene importa nulla, la cosa fondamentale è che Prodi sia andato a casa e si creino i presupposti per rioccupare i posti di comando da cui il centrodestra era stato sfrattato due anni fa. Giubilo e ancora giubilo.
Ed ora tutta l'opposizione chiederà le elezioni; il dibattito sulla legge elettorale verrà affondato, torneremo alle urne con una normativa sostanzialmente antidemocratica e che rischia di produrre altre maggioranze zoppe.
Il Senato è inteso nelle tradizioni costituzionali dell'Occidente come "camera alta", ovvero come l'assemblea elettiva che esprime, in virtù della maturità dei suoi membri, il più alto livello di saggezza: una camera alta per elaborare una politica alta.
E' una visione antica, risalente agli albori del costituzionalismo europeo che l'ha ripresa dal diritto pubblico romano.
Nella nostra Costituzione tutto ciò si riflette in alcune norme; quella che prevede un limite minimo d'età per l'eleggibilità a senatore superiore a quello della Camera (ovvero 40 anni) e quella che prevede, specularmente, un diverso limite d'età per votare per la sua composizione (25 anni invece di 18).
La Costituzione poi stabilisce che al Senato, con atto del Presidente della Repubblica, possano essere nominati Senatori a vita fra i cittadini che in vario modo "hanno illustrato la patria".
I Senatori ieri hanno illustrato la patria e il prestigio che dovrebbe avere questa assemblea con sputi, tentativi di rissa, sbeffeggiamenti e gozzoviglie.
In questi giorni ricorre il sessantesimo anniversario dell'entrata in vigore della Costituzione: buon compleanno.
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mercoledì 23 gennaio 2008

Fantastici Quattro: brutto film sul fumetto Marvel

Ieri sera, per non deprimermi con la solita orgia di telepolitica incentrata sulla crisi di governo ho guardato I Fantastici Quattro, che avevo videoregistrato qualche giorno fa.
I fumetti della Marvel, molto più di Topolino e affini, hanno accompagnato la mia infanzia ormai lontana.
I Fantastici Quattro quindi, ma anche Devil, gli X Men, Capitan America, I Vendicatori e soprattutto il mio amatissimo Uomo Ragno.
Ne collezionavo gli albi, che almeno in parte hanno resistito ai periodici rastrellamenti di cose vecchie che capitano in tutte le famiglie.
Perciò, quando Hollywood ha lanciato in grande stile il filone supereroistico mi ci sono buttato con piacere, ma l'appuntamento cinematografico con la squadra di Mr. Fantastic l'ho disertato, perchè il trailer mi aveva fatto venire qualche dubbio.
Dopo essermelo sorbito tutto direi che ho fatto bene.
E' il capitolo cinematografico più brutto finora prodotto sui personaggi della Marvel Comics. Il regista è Tim Story, che come si può leggere nella scheda di Wikipedia ha all'attivo soprattutto la direzione di video musicali. E si vede.
Il copione probabilmente è stato scritto durante le pause hamburger, la sceneggiatura è povera, i dialoghi sono disarmanti nella loro stupidità.
Dunque una bambocciata adatta agli adolescenti. Begli effetti speciali (ma al giorno d'oggi ci vuole poco), ritmi e montaggio da videoclip, attori inconsistenti che hanno presenza fisica e basta.
La cosa migliore, per i maschietti come me, è proprio godersi la vista di Jessica Alba; esattamente come per le ragazze godersi Chris Evans nei panni della Torcia Umana.
Nel film costui è ancora più superficiale che nel fumetto. Non riesce a dire niente, ma proprio niente, di sensato: almeno nelle striscie della Marvel ogni tanto recuperava punti con qualche ragionamento decente.
Niente a che vedere dunque con l'ottima trasposizione cinematografica di Spider Man (ma la regia è di Sam Raimi, tutt'altra stoffa) o di Hulk (diretto da Ang Lee, altro regista degno di attenzione), che hanno cercato di dare una caratterizzazione psicologica ai personaggi e di inserirli in una storia con un capo e una coda.
Da questo punto di vista si salva solo Ben Grimm - La Cosa, che dopo la sua metamorfosi entra ovviamente in crisi e conferisce una parvenza di tono drammatico alla vicenda.
Ma poi perchè il malvagio Dottor Destino, dopo aver messo a soqquadro New York, viene imbarcato su una nave diretta a Latveria, invece di finire in galera (magari la Volta, la galera speciale per i supercattivi del mondo Marvel) come sarebbe logico attendersi? Boh.
Forse ha usufruito anche lui dell'indulto di Mastella. Speriamo che il prossimo Iron Man sia un pò meglio.
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lunedì 21 gennaio 2008

Il governo Prodi alla canna del gas


Ci si è domandato spesso cosa avrebbe fatto cadere il governo; alla fine, salvo ulteriori colpi di scena, domani cadrà sul caso Mastella.
Sarà sfiduciato per un incidente di percorso, ovvero le indagini della magistratura campana sui maneggi puzzolenti del clan capeggiato dall'ineffabile duca di Ceppaloni, che fino alle fughe di notizie e alla pubblicazione sui quotidiani delle intercettazioni, si erano svolte nella segretezza.
Il cardinale Bagnasco, cane da guardia del potere papale, con la conferenza stampa di oggi ci ha messo del suo, ha aiutato ad affondare il coltello nel corpo della vittima.
Era più probabile in effetti immaginare una crisi dovuta ai mal di pancia di Dini, padre dell'ennesima scheggia impazzita e inutile della partitocrazia italiana; il burocrate approdato in vecchiaia alla politica che non ha digerito l'esclusione dal loft del Partito Democratico.
Oppure qualcuno poteva pensare che sarebbe caduto per la questione sociale più volte agitata dalla sinistra estrema, quindi per le misure sul Welfare e il mercato del lavoro, troppo incerte e morbide secondo i leader maximi dei vari partiti comunisti di casa nostra.
Il decano del comunismo italiano, Bertinotti, prima di Natale aveva certificato in un'intervista la morte politica dell'esecutivo.
Viene da chiedersi perchè i presidenti dei due rami del parlamento, invece di adempiere alla funzione che gli è propria e mantenere un ruolo super partes, si sbilanciano in opinioni chiaramente di parte (vedi anche Casini nella scorsa legislatura), ma le prassi istituzionali nella seconda repubblica sono cambiate.
Il presidente della camera interferisce nella quotidianità politica e i pubblici amministratori condannati, come Cuffaro, non si dimettono nonostante le sentenze penali di condanna, anzi festeggiano a spumante e cannoli. E' il sovvertimento delle regole più elementari della democrazia.
Mastella perlomeno si è dimesso dalla carica di ministro che ricopriva indegnamente. Un atto compiuto per senso dello stato, ha detto: l'unico della sua carriera di capobastone democristiano.
Allora dobbiamo concludere che la questione Mastella era un evento imprevedibile?
No, invece è il logico corollario di una crisi drammatica dei rapporti fra potere politico e giudiziario, che procede da troppo tempo senza che se ne veda la fine e compromette gravemente la governabilità e la stabilità democratica.
La casta si ostina a non accettare il sindacato giudiziario sulla legalità del suo operato e tenta di fermare in tutti i modi le procure che scoperchiano un vaso di Pandora dietro l'altro.
Mastella aveva già ottenuto molto, ovvero la defenestrazione di De Magistris; le inchieste del PM di Catanzaro d'altronde gettavano un'ombra non solo su di lui, ma anche su Prodi e il Centrodestra.
Gli indagati nelle tre inchieste di De Magistris destinate all'insabbiamento, appartenevano in maniera bipartisan a entrambi gli schieramenti.
Ma ora voleva che la maggioranza solidarizzasse con lui nell'attacco insultante che ha rivolto ai giudici: pretesa eccessiva. Però Mastella sarà quello che probabilmente uscirà meglio dal naufragio.
La politica dell'uomo di Ceppaloni ha un solo obiettivo: mantenere il suo voluminoso didietro ben saldo su qualche poltrona e comandare, maneggiare, lottizzare.
La prossima poltrona, in attesa di trovare un modo per soffocare le nuove indagini a suo carico, gliela offrirà lo squalo che siede dall'altra parte della barricata, Berlusconi.
Ogni giorno ha le sue pene, ripeteva flemmatico Prodi, ma credo che ormai le pene almeno per lui siano finite.
Per gli italiani, che faticano ad arrivare a fine mese, sicuramente non lo sono; il disastro di questa maggioranza è l'ulteriore conferma dell'ingovernabilità del nostro paese, che avrebbe bisogno di una terapia intensiva ma ha di fronte a se un pronto soccorso vuoto.
Chiuso fino a data da destinarsi.
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sabato 19 gennaio 2008

Ciò che lega Mastella, Cuffaro e Berlusconi

Andando velocemente a memoria fatico a trovare per la nostra disgraziata Italia una settimana peggiore di questa negli ultimi due o tre anni.
Le cattive notizie ci sono franate addosso come raramente capita. Fra queste, il nuovo capitolo della tragicommedia che riguarda la classe politica.
Il duca di Ceppaloni Mastella indagato con la mogliettina Sandra per vicende che adombrano il reato di concussione (nei confronti del Vicerè Bassolino-Bassolì e del Tar della Campania).
Totò Vasa-Vasa Cuffaro, presidente di Centrodestra della regione Sicilia, condannato a cinque anni per favoreggiamento in una pesante e intricata faccenda di mafia.
Berlusconi rinviato a giudizio per il caso delle vallette della RAI, arricchendo così il suo palmares di processi penali. Un uomo da guinness dei primati.
Questo il filo che lega i tre illustri (si fa per dire) uomini politici, ma c'è di più. Mastella si è dimesso dalla carica di ministro, però in parlamento ha fatto un discorso incendiario, dove accusa le solite frange estreme della magistratura di fare politica, incassando l'applauso di diversi deputati compresi quelli del Partito Democratico.
Sono le stesse parole che recita nelle sue tradizionali e noiose litanie Berlusconi, che gli ha fatto sponda dichiarando che il suo nuovo processo è una buffonata.
Cuffaro invece non si dimetterà, nonostante una sentenza di condanna, perchè il favoreggiamento che gli è stato addebitato è semplice, ovvero Vasa-Vasa sostanzialmente ha favorito la mafia con una fuga di notizie, ma senza l'intento di farlo.
Se fosse davvero così dovrebbe comunque dimettersi, perchè si è dimostrato uno sciocco che non sa tenere la bocca chiusa su questioni molto delicate.
Comunque il cicciotto esponente Udc nella seduta finale ha anche stretto la mano al pubblico ministero; un gesto formale di omaggio e rispetto verso il magistrato, nella più bieca e untuosa tradizione democristiana... e poi è restato al suo posto.
Questi tre arroganti e squallidi uomini di potere sono accomunati da un dichiarato disprezzo per i giudici e le leggi dello stato, disprezzo benedetto dai colleghi che applaudono.
Cane non mangia cane, il detto è confermato; è un applauso che suona non solo di disprezzo verso le regole, ma anche di scherno nei confronti dei cittadini.
Noi non ci facciamo processare, noi siamo al di sopra, noi facciamo ciò che ci pare. Ulteriore conferma, De Magistris è stato ufficialmente rimosso dalla carica di PM di Catanzaro.
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A proposito di Nazismo...e la vera storia

Uno dei post di questo blog finora più letti e commentati, nei limiti in cui può esserlo un prodotto amatoriale, è Foto ricordo da Auschwitz.
L'ispirazione mi era venuta guardando una foto su un quotidiano recuperata da qualche collezione o dall'archivio di qualche ente di studi storici, non ricordo bene.
Nei commenti si possono leggere alcune "carinerie" nei confronti miei e degli ebrei, che contengono errori di ortografia e punteggiatura e fanno un grossolano minestrone di fenomeni storici complessi e diversi fra loro, sostenendo che la verità è un'altra.
D'altra parte Hermann Goering, di cui questi livorosi psicopatici sono eredi, diceva che quando sentiva la parola cultura metteva mano alla pistola.
Contrariamente a quanto dichiaro nel messaggio di benvenuto al blog, ho deciso di lasciarle come piccola testimonianza dell'umana stupidità.
Purtroppo i nostalgici dei tempi che furono, rossi o neri, circolano ancora; c'è ancora chi crede, nel 2008, che certe nefaste ideologie del passato fossero giuste.
In questo strano e multicolore mondo c'è posto per tutti; per chi è convinto che la razza umana discende dagli extraterrestri, che interpretando gli astrusi testi di Nostradamus si può prevedere il futuro, che Berlusconi è un grande leader, che la Befana vien di notte o che i campi di sterminio sono stati costruiti dagli alleati per infamare i nazisti.
A meno che costoro, pur sapendo benissimo qual'è la verità storica, non cerchino di nasconderla e smentirla, proseguendo nel tentativo, inutile, di nascondere le prove dell'Olocausto che avevano iniziato i mostri nazisti quando avevano capito che la guerra era persa.
Potremmo passare oltre, compatendo la profonda ignoranza o il degrado mentale di qualche isolato internauta che scrive bestialità simili.
Però da tempo osservo (e non sono sicuramente il solo) che nella vecchia e civile Europa sta rinascendo un pericoloso revisionismo verso il tragicissimo periodo che parte dagli anni trenta e termina con la seconda guerra mondiale.
Ed è un fenomeno che purtroppo non rimane confinato a qualche oscura conventicola di visionari, confortati nelle loro concezioni da pseudo storici come l'inglese Irving.
In un altro post ho scritto del pericolo che rappresenta per la democrazia europea l'estrema destra risorgente, che è uscita dai piccoli circoli alternativi dove si era intanata e ha iniettato il suo veleno in gruppi di giovani emarginati.
Persone allo sbando, prive di valori di riferimento, a cui viene consegnata una distorta ragione di vita e compiono atti violenti ed eversivi (vedi gli incidenti seguiti alla morte di Gabriele Sandri o quelli di Cagliari della scorsa settimana).
In una fase storica di forti angosce e incertezze le opinioni si polarizzano e generano conflitti.
Perciò nella paura, nel senso di smarrimento trovano un terreno fertile anche l'estremismo di sinistra, quello comunistardo dei centri sociali, quello anarcoide dei Black Bloc e quello di destra che rimpiange Mussolini o l'infame Hitler.
Puntualmente nei periodi di crisi si rafforza anche l'antisemitismo; si cerca la responsabilità degli eventi in un fattore altro, senza motivazioni realmente fondate.
In un'atmosfera confusa incline al complottismo (ne è esempio il Protocollo dei Savi di Sion), si arriva a dire che la colpa è degli ebrei, che ci sono le stragi ebraiche e così via.
Nessuno in Occidente è più altro degli ebrei: è il risultato della politica di esclusione portata avanti, nei secoli, dalla cultura cattolica che si è macchiata, in anticipo sui tempi, del peccato totalitario che avrebbe poi contraddistinto le ideologie novecentesche.
Non è un caso che l'antisemitismo sia invece decisamente più debole nelle società anglosassoni, figlie dell'etica protestante.
Questo ci insegna una rigorosa e razionale analisi storica, questa è la vera storia. La paccottiglia può invece andare bene solo per i crudeli, volgari e incolti difensori del Nazismo, che in chi come me crede nel valore dell'umano, nella ragione e nella tolleranza avranno sempre un acerrimo nemico.
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mercoledì 16 gennaio 2008

Saxon, i templari del metal


Post nostalgico dedicato ai Saxon di Biff Byford, di cui ieri ascoltavo in auto un cd ripescato dopo molto tempo dall'archivio.
I Saxon possono essere definiti i templari dell'Heavy Metal; sono una di quelle band, come i Judas Priest, che hanno sempre portato avanti con coerenza il messaggio dell'Heavy nudo e crudo, alieno dai compromessi.
Quindi una di quelle band destinate ad essere giudicate da qualcuno ripetitive e un pò grottesche, visto che gli anni sono passati e sono ancora in attività, con le stesse parole d'ordine di una volta.
Ma per chi come me a metà degli anni 80 era un ragazzino, i Saxon sono importanti. Naturalmente parlo di chi voleva dalla musica emozioni più forti di quelle che poteva regalare il pop da classifica dell'epoca e si aggregava a quelli come lui, quelli contro, i cosiddetti metallari.
D'altronde gli anni 80 sono stati l'ultimo periodo caratterizzato dalle tribù giovanili. Metallari, Punk, Paninari (oddio, pure loro!!), Dark, Rockabilly, Skins.
Tante tribù in competizione, tutte convinte di interpretare una nuova contestazione, una nuova controcultura.
Se escludiamo la fiammata violenta ed antisistema del Punk Rock erano tutto sommato innocui, ma hanno portato colore e hanno accompagnato una stagione irripetibile di grande musica.
Oggi invece, in un mondo magmatico dove i ragazzi tendono a somigliarsi tutti, a vestirsi tutti allo stesso modo, a parlare lo stesso linguaggio, il massimo della distinzione è appartenere alla tribù della Tim: il che è tutto dire.
Comunque, i Saxon sono i crociati dell'Heavy (un loro album si intitola proprio Crusader). Si sono sempre presentati come guerrieri, i Sassoni per l'appunto, che portano nel mondo un messaggio musicale e uno stile di vita.
Lotta e onore o Power And The Glory (parafrasando il titolo di un altro loro album) e per questo sono stati accusati di simpatie destrorse, non tenendo conto che il Metal è un genere musicale fondamentalmente apolitico.
Partiti di gran carriera con le altre band della New Wave Of British Heavy Metal, a cui appartengono fra gli altri le superstar Iron Maiden, fino alla metà degli anni 80 sono stati un gruppo di riferimento con un buon riscontro di mercato.
Potevano contare su un seguito affezionatissimo e su audience bollenti alle loro esibizioni e provocavano l'irresistibile tentazione di alzare a palla il volume dello stereo.
Consigliati tutti gli album da quello di esordio (Saxon, 1979) a Innocence Is No Excuse (1985) o il caldo documento live The Eagle Has Landed (1982).
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lunedì 14 gennaio 2008

L'uomo del Vaticano e Galileo

Quest'uomo, Galileo Galilei, è uno dei padri della scienza moderna, assieme a Copernico, Newton e così via.
E' grazie a loro e ad altri più o meno famosi che nel corso dei secoli hanno lavorato con passione e serietà se è stato reso possibile il progresso culturale e materiale dell'umanità.
L'uomo si è avvicinato ad una più profonda comprensione della natura (e quindi del cosmo) e ha migliorato la propria vita sotto tanti diversi profili.
Galileo fu processato due volte e nell'intermezzo fra un processo e l'altro fu sottoposto a notevoli pressioni perchè difendeva la teoria copernicana, ovvero in estrema sintesi l'ipotesi che la terra gira intorno al sole e non il contrario, come credeva invece la tradizione sostenuta dalla Chiesa che bollò l'idea di Galileo di manifesta assurdità e sacrilegio.
Ratzinger, l'instancabile e cocciuto antimoderno anni fa affermò che il processo a Galileo fu giusto.
Ratzinger per anni è stato Prefetto per la Congregazione della Fede, l'organo della Chiesa che nei secoli scorsi, con il nome di Inquisizione, si è reso colpevole di aver soffocato il dibattito culturale e religioso in Europa.
Costringendo molti uomini liberi all'abiura (come nel caso di Galileo) o talvolta mandandoli a morte. Cambiano i tempi, ma la funzione di sbirro dell'ortodossia e dell'ignoranza di tale nefanda istituzione è rimasta inalterata.
Ratzinger stesso infatti ha perseguitato le voci di dissenso all'interno della Chiesa costringendole al silenzio, come nel caso della teologia della liberazione.
Vale la pena di ricordare questi punti, perchè si può comprendere la reazione determinata e compatta di molti docenti e studenti della Sapienza di Roma, che contestano la presenza del papa antimoderno alla prossima inaugurazione dell'anno accademico.
La Chiesa risponde un pò piccata e sorpresa che le contestazioni sono un segnale di intolleranza e che Benedetto XVI porta un messaggio di pace.
Purtroppo, la verità è esattamente all'opposto; dal giorno del suo insediamento e prima ancora in tutto il suo cursus honorum ecclesiastico, il papa tedesco è stato promotore di una serie di iniziative che di pacifico non hanno nulla.
Passaggi e capitoli con un filo conduttore, una linea di pensiero ben precisa: cancellare la storia, la ragione e il divenire, per congelare l'umanità nel sistema di valori cristiani discendenti da una presunta verità rivelata.
L'immagine del papa che a Roma officia una cerimonia battesimale volgendo le spalle ai fedeli è altamente simbolica.
Si volge le spalle a una massa che non merita lo sguardo e il dialogo diretto con il celebrante, ma che deve semplicemente ascoltare, obbedire e pregare.
Ratzinger vuole fermare la storia, vuole fermare il pensiero ponendosi in rotta di collisione con la Chiesa stessa, che dagli anni 60 ha voluto, tramite il Concilio Vaticano II, aprirsi al mondo, giungendo fra l'altro alla completa riabilitazione di Galileo sanzionata da Giovanni Paolo II.
Tacciare di intolleranza chi si indigna e critica l'anacronistico programma politico religioso di Ratzinger è semplicemente ridicolo.
Chiedere sanzioni contro i contestatori come proposto dai sepolcri imbiancati Gasparri e Volontè è una grave intimidazione, che li pone in contrasto con il fondamentale valore democratico della libertà di manifestazione del pensiero.
Tacere sulla vicenda come sta facendo il Partito Democratico è la dimostrazione che questo partito non è nè carne nè pesce, ma un accrocchio traballante e balbettante di laici e cattolici incapace di prendere una posizione netta su qualcosa, che sia una.
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domenica 13 gennaio 2008

Legge speciale contro i teppisti delle curve

Una legge speciale contro i teppisti delle curve. E' ciò di cui abbiamo bisogno in questo momento.
Negli anni 70 e 80 l'Italia era nel pieno della stagione eversiva, del terrorismo; l'impegno corale delle istituzioni e dei partiti, agevolato da normative speciali, ha permesso di sconfiggerlo.
Gli incidenti avvenuti a Cagliari a causa della decisione di trasferire parte della spazzatura campana in Sardegna dimostrano che in Italia è venuto a galla un nuovo terrorismo.
Segnali preoccupanti ve ne sono da tempo: le violenze di Catania che sono costate la vita all'ispettore Raciti, gli incidenti seguiti alla morte di Gabriele Sandri e adesso, dopo il sacco di Roma a Novembre, il sacco di Cagliari.
La fenomenologia della curva è in piena evoluzione; fino a qualche anno fa la violenza era confinata dentro gli stadi ed era direttamente collegata agli eventi calcistici.
Ma ora si sta spostando al di fuori, si riversa nelle città e si collega all'eversione di estrema destra, nella quale Forza Nuova sta assumendo una funzione catalizzatrice.
Difatti, nel sito del movimento in questi giorni la questione dell'emergenza monnezza domina. Non è sorprendente che Forza Nuova sfrutti i casi che offre lo scenario politico per promuovere i suoi messaggi e soprattutto per fomentare disordini.
Inaccettabile è però la saldatura che, di fatto, si compie fra i masanielli di estrazione fascista e i partiti del Centrodestra, che in Campania come in Sardegna hanno mandato a manifestare contro le decisioni del governo sindaci e parlamentari.
Alcuni esponenti del mondo conservatore, della destra "rispettabile", si sono trovati a fianco dei neofascisti e degli ultras che hanno attaccato le forze dell'ordine.
Sarebbe opportuna una presa di distanze, la stessa che il Centrodestra pretende dai partiti di sinistra quando in piazza, a divellere il selciato per farne proiettili contro le forze dell'ordine, ci sono i centri sociali.
E sarebbe opportuno un patto politico fra Centrosinistra e Centrodestra per una legge speciale contro gli ultras, che ormai non sono più teppistelli senza moventi politici, ma il braccio armato di un disegno politico sovversivo. Norme ad hoc contro gli "sconvolts" di ogni parte d'Italia.
Certo, a considerare l'atteggiamento strumentale dell'opposizione su questa vicenda, non c'è da ben sperare.
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venerdì 11 gennaio 2008

Gentilini alle crociate


Giancarlo Gentilini (Genty per gli amici), ha deciso di passare all'azione. Il popolare vicesindaco di Treviso ha rotto gli indugi ed è arrivato al logico e inevitabile coronamento della sua carriera di amministratore - sceriffo.
Impugnando lo spadone di Alberto da Giussano ha bandito una nuova crociata contro l'Islam, a secoli e secoli di distanza dall'ultima.
Qualche settimana fa è entrato in polemica contro il gestore di un impianto sportivo di Treviso, che aveva deciso di affittarlo ai musulmani per la preghiera del Venerdì. Minacciandolo di ritorsioni lo ha obbligato a fare retromarcia e ha sostenuto che bisognava intervenire per tempo - per estirpare un tumore -
Treviso terra deislamizzata; forse Genty la immagina come S. Giovanni d'Acri assediata dagli infedeli.
Ha anche sostenuto che non si possono consentire assembramenti di persone in un momento come questo, caratterizzato dalla recrudescenza della meningite che, bontà sua, non è diffusa dalla razza Piave ma ha origini esotiche.
Gli immigrati dunque portano malattie, secondo uno dei più triti stereotipi della xenofobia.
Lo stesso argomento propagandato nel passato in molti paesi, quando a emigrare erano gli italiani razza Piave compresa.
Infine, ha stigmatizzato la decisione dei sindaci del circondario che hanno concesso provvisoriamente alcuni spazi pubblici alle comunità islamiche per le loro preghiere. Traditori della causa.
Probabilmente si sente come El Cid Campeador, l'eroe spagnolo della lotta antimusulmana nel Medioevo.
Varrebbe la pena di ricordare che la Costituzione tutela la libertà religiosa e che lo sceriffo Genty secondo il nostro ordinamento è un pubblico ufficiale, e in quanto tale ha l'obbligo di applicarla assieme alle leggi ed ai regolamenti (non solo quelli che disciplinano innocue materie come le fiere e i mercati, o comunque quelle che comodano a lui).
La Costituzione della Padania, che sicuramente contemplerebbe ben altre disposizioni, magari il famoso richiamo alle radici cristiane che sta tanto a cuore all'antimoderno Ratzinger, non è ancora in vigore.
Questo significa che dovrebbe attivarsi per dare risposta al bisogno religioso di una parte della comunità. Perchè il punto è proprio questo; gli immigrati, piaccia o no, sono una parte della nostra comunità.
Ci vivono stabilmente, ci lavorano e perciò pagano tasse e contributi come gli italiani, mandano i loro figli nelle nostre scuole.
Ma Gentilini preferisce le tirate xenofobe e le iniziative bellicose, che di questi tempi pagano; fra un pò di mesi a Treviso si vota e l'efficiente esponente della Lega ha deciso di giocare d'anticipo.
D'altra parte è in buona compagnia; a S. Lucia di Piave il sindaco sostiene che nelle classi elementari non si deve andare oltre il 30% di presenza di alunni stranieri, altrimenti la razza padana - italica è destinata al tramonto.
E i figli di chi resta fuori da questo 30% che faranno? Non andranno a scuola? Andranno a ingrossare le fila degli analfabeti - emarginati, che è l'anticamera della criminalità?
Non ci si rende ben conto che tale strategia di esclusione degli stranieri dal nostro tessuto sociale e culturale rappresenta un modo sicuro per spingere molti a carriere alternative, nel mondo criminale o nel radicalismo religioso. Proprio i fenomeni che invece bisogna combattere.
Nessuna persona di buon senso può discutere la necessità di promuovere sicurezza e legalità, che ad esempio passa anche attraverso un controllo delle attività che si svolgono nei gruppi islamici.
Ma per dirla con Francis Fukuyama, "il fallimento europeo nel tentativo di creare una migliore integrazione dei musulmani è una bomba a orologeria che ha già contribuito al terrorismo, che provocherà una più decisa reazione dei gruppi populisti e che può persino minacciare la stessa democrazia europea. La soluzione di tale problema richiede cambiamenti nel comportamento delle minoranze immigrate e dei loro discendenti, ma anche in quello dei membri delle comunità nazionali dominanti".
Dubito che Gentilini e i suoi emuli sappiano chi è Fukuyama; nelle piazze o nelle osterie che frequentano risponderebbero che forse è un domestico filippino o un ristoratore cinese, comunque un rompicojoni.
Siamo ben guidati. Il futuro ci sorride.
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giovedì 10 gennaio 2008

La secessione in Italia è già realtà

Secondo me la secessione è già in corso. Nessun presidente di regione, o meglio governatore come si preferisce dire oggi, l'ha dichiarata.
Non si è riunito nessun parlamento del nord o del centro o del sud; non abbiamo assistito all'occupazione delle prefetture da parte di miliziani padani in divisa verde o alla scalata di qualche famoso campanile; nè abbiamo ascoltato messaggi a reti unificate del capo del governo o dello stato che dichiarano il coprifuoco.
Insomma, non si tratta di un fatto sancito politicamente. Ma la secessione si è compiuta nella cultura e nella società di questo malandato paese.
Il caso della monnezza di Napoli, o delle scoasse come si dice dalle mie parti ha riacceso i vecchi odi che ci dividono.
Leggendo le lettere al direttore sui quotidiani o i risultati dei sondaggi, ascoltando le telefonate ai talk-show delle reti locali, riemerge prepotente la polemica fra nord e sud.
L'Italia operosa contro l'Italia magnona e parassita; l'Italia virtuosa ed organizzata (ammesso che lo sia davvero) che guarda all'Europa contro quella anarchica e caotica, contro il mezzogiorno che ha una "mentalità diversa" (parole ricorrenti) e perciò è irrecuperabile, condannato a languire per via dei suoi limiti atavici.
Senza dubbio qui in Veneto l'ostilità contro il meridione è più forte che altrove, ma non credo di sbagliare se affermo che l'opinione diffusa fra molti lombardi o liguri non è diversa.
Peggio ancora, ormai siamo andati oltre questi schemi. Nasce la tentazione del fare da se, dell'andare per la propria strada...e che gli altri si arrangino; come i passeggeri di una nave che affonda, ogni comunità cerca una via di fuga.
Per rimanere al Veneto, Belluno vuole diventare provincia autonoma come Bolzano, i comuni confinanti con il Friuli e il Trentino indicono referendum per staccarsi dalla regione, che comunque di tanto in tanto rivendica la concessione dello statuto speciale.
Il senso di appartenenza va in frantumi e vengono recuperate le micro identità, o ne vengono inventate di nuove; il massimo esempio è la Padania, che come ben sa chi ha studiato un pò di storia, è un falso storico. Non è mai esistita.
Non nascerà la repubblica del nord, nonostante le periodiche sparate bossiane, ma la linea di confine invisibile che divide gli italiani è estremamente dannosa, perchè non ci salveremo se non costruiremo, o ricostruiremo un progetto comune, fondato su valori e regole condivise; se non saremo capaci di individuare obiettivi comuni a tutti.
Chi dovrebbe guidare il paese in un frangente così complicato è la classe politica, che invece continua a sprecare tempo e risorse ed offre a tutti lo spettacolo miserando e ridicolo della sua inadeguatezza.
Due guerre mondiali e il fascismo non sono riusciti a disintegrare l'Italia, non ci è riuscita Tangentopoli, ci sta riuscendo la classe dirigente di questa maledetta seconda repubblica.
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lunedì 7 gennaio 2008

L'uomo del Vaticano e l'aborto

Ratzinger, il papa antimoderno, e' nuovamente passato all'offensiva sull'aborto.
Durante un'udienza al corpo diplomatico accreditato presso la Città del Vaticano, ha astutamente accostato pena di morte ed aborto, sostenendo che la moratoria recentemente decisa all'Onu sulla pena capitale deve stimolare il dibattito attorno ad una moratoria sull'aborto.
Nella sottile e provocatoria arringa papale, si compie così l'equiparazione fra pena di morte ed interruzione della gravidanza, nonostante rimanga indimostrabile la tesi secondo cui la vita umana inizia nel momento del concepimento.
L'offensiva dell'uomo del Vaticano è destinata a rinfocolare le polemiche un pò dovunque, in particolare in Italia, paese dove periodicamente si ripropone lo scontro, lacerante, fra laici e cattolici.
Difatti, la senatrice pasdaran Binetti ha acceso il dibattito in parlamento, provocando l'ennesima levata di scudi da una parte e dall'altra.
La legge 194 fu varata non per legalizzare l'omicidio, secondo la grossolana e fuorviante interpretazione della chiesa di Roma, bensì unicamente per rendere possibile l'interruzione volontaria delle gravidanze.
Ponendo così fine ad un fenomeno di profonda inciviltà ed ingiustizia, quello degli aborti clandestini.
La 194 non incentiva affatto all'aborto, la cui incidenza si è progressivamente ridotta nel corso degli anni.
Come l'uomo del Vaticano sostiene che "la Santa Sede non si stancherà di riaffermare questi principi", così noi laici non ci stancheremo di difendere quella scelta.
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giovedì 3 gennaio 2008

La monnezza napoletana

Prima o poi il momento del redde rationem, della resa dei conti, arriva.
Il caso della spazzatura che ha travolto Napoli ed altre zone della Campania è l'ennesima figuraccia che l'Italia trasmette in mondovisione, fino a provocare la comprensibile, irritata reazione dell'Unione Europea che dopo un periodo di silenzio ieri ha minacciato sanzioni contro il nostro paese, reo di non applicare le normative europee sulla materia (tanto per cambiare).
Cumuli di spazzatura che tracimano sulle strade, tafferugli fra polizia e dimostranti, burocrati che non sanno più che pesci prendere, incendi notturni che sprigionano diossina. Vedi Napoli e poi muori...dalla puzza.
- Chi si prende la discarica? Io no, prenditela tu. Io? Ma che scherzi? - e via così. Il solito localismo esasperato trionfa. Nessun comune vuole i termovalorizzatori o le discariche, le ecoballe si accumulano fino a formare catene montuose.
E pensare, ironia della sorte, che Napoli esprime addirittura il ministro dell'ambiente, Pecoraro Scanio dei Verdi; e pensare che da 14 anni esiste un commissariato per l'emergenza rifiuti che non ha prodotto alcuna soluzione utile, ma in compenso è gravato non poco sui conti pubblici in termini di costi di struttura.
Anche il cosiddetto "vicerè" Bassolino - Bassolì, da anni alla guida di una regione che ha conquistato la maglia di buco nero d'Italia, è stato commissario per l'emergenza rifiuti e non ha risolto niente. Allargando le braccia nel caratteristico gesto fatalistico della gente del sud, ha denunciato il problema scaricando le colpe sugli altri: i comuni egoisti, la camorra etc...
Circa quindici anni fa la giunta regionale di centrodestra ha lasciato ai suoi successori di centrosinistra un progetto che verteva sulla raccolta dei rifiuti e sulla loro trasformazione in ecoballe che, al termine del ciclo, dovevano essere bruciate nei termovalorizzatori.
Questi ultimi sono stati realizzati solo in parte e comunque a tutt'oggi non funzionano. Di conseguenza è scoppiata la guerra delle discariche, che nel progetto originario dovevano ridursi mentre invece hanno continuato a rimanere aperte riempiendosi all'inverosimile, per la felicità della camorra che ci fa soldi sopra.
Tutto ciò è all'origine dell'ingolfamento che vediamo; l'aspetto più drammatico, o farsesco trattandosi di Napoli, è che la situazione appare senza via d'uscita.
La scorsa estate le proposte più sfacciate, e ovviamente respinte al mittente, erano o di portare la monnezza campana in qualche regione del nord oppure in Romania, che secondo qualcuno doveva assurgere al ruolo di discarica estera dell'Italia.
Il caso della spazzatura di Napoli è emblematico della cancrena forse incurabile che divora la società italiana.
Il fallimento nella gestione della raccolta dei rifiuti in Campania testimonia la resistenza di vecchie logiche affaristiche, dove gli interessi della criminalità organizzata si saldano a quelli della classe politica, il tutto condito dall'inerzia di borbonica memoria della pubblica amministrazione e dalle chiassate indecorose di una popolazione che ha la sua parte di colpe. E' un bell'inizio d'anno per Napoli e l'Italia; buon 2008.
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