martedì 5 ottobre 2010

Le indispensabili esigenze di vita di Herr Priebke

E' bella la democrazia. Persino Erich Priebke ha diritti precisi e inviolabili, e qualora tutti se ne dimenticassero ci pensa il suo diligente avvocato a farli valere.
Il vecchio criminale nazista ai domiciliari, mentre si avvicina il traguardo delle 100 candeline, come previsto dalla legge ha ottenuto il permesso di uscire per  soddisfare le indispensabili esigenze della vita. Esemplificando per fare la spesa, andare in farmacia, a messa (?!), dare il becchime ai piccioni etc...
Non solo: il suo legale Giachini codice alla mano auspica la sospensione della pena, perchè sono trascorsi 20 anni è Priebke è un detenuto come gli altri.
Nulla da eccepire in termini giuridici, il diritto è l'unica cosa che conta; non è strano nemmeno il tono dell'avvocato, simile a quello un pò protervo di molti suoi colleghi abituati a reclamare dal piedistallo della retorica forense i diritti dei loro assistiti...Anche se si chiamano Priebke.
Si può anche sospettare che l'avvocato romano si sia stufato di tenersi in casa il vecchio nazista e se ne voglia liberare almeno per qualche ora al giorno. Senz'altro non pensava che fosse così longevo.
Ma al di là di questo, tornano alla memoria i tempi in cui Erich era una giovane baldanzosa SS di stanza in Italia e partecipò all'esecuzione di massa di civili inermi alle Fosse Ardeatine.
Sempre in quel fatidico 1944, Priebke dopo le gesta romane si trasferì  a Brescia dove operò attivamente, in coordinamento con i fascisti, nella repressione del movimento partigiano.
Nel bresciano esiste ancora la casa, appartata e quindi al riparo dagli occhi dei curiosi, dove Priebke conduceva gli interrogatori dei prigionieri.
Prigionieri che sicuramente non disponevano nè di avvocati nè di tutele codicistiche di sorta, essendo completamente alla mercè dei loro carcerieri che li sottoponevano a ogni genere di tortura fisica e psicologica.
Dopo l'estradizione l'iter giudiziario del caso Priebke è stato molto tormentato  e condizionato dagli umori dell'opinione pubblica, e per questo ha prestato il fianco a qualche critica fondata sulla corretta interpretazione delle leggi.
Ma tutto sommato gli è andata bene, ha potuto vivere e invecchiare tranquillamente in Sud America per una quarantina d'anni.
Ed oggi, dopo l'estradizione e il processo, può usufruire di tutte le tutele previste dalla nostra legislazione così attenta ai diritti della persona. E' proprio bella la democrazia, anche il vecchio nazista ne converrà.
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5 commenti:

Anonimo ha detto...

A me non sembra che se la passi così bene...l'accanimento giudiziario verso un 97enne non è mai un bel segnale in uno stato di diritto. Ha partecipato ad una rappresaglia durante la guerra, ok. Questo lo fa diventare automaticamente un mostro? Mah...

Zadig ha detto...

Sì va bene, nemmeno io sono a favore dell'accanimento giudiziario contro i 90enni. Tarek Aziz ormai 75enne è stato appena condannato a morte e io sono contrario.
Però non minimizzare la figura di Herr Priebke, non siamo di fronte a un soldato che ha partecipato a una rappresaglia e basta.
Volevo proprio ironizzare sul fatto che la democrazia stabilisce diritti ben precisi per gli imputati e i condannati (anche se non sempre nella realtà vengono rispettati).
Nel sistema che ha prodotto persone come Herr Priebke, che di tali diritti si avvale con determinazione, non c'era nulla di tutto questo...

Anonimo ha detto...

Capisco bene quello che vuoi dire...io dico che è vero che il nazismo e il fascismo erano totalitarismi...ma non tutto l'antinazismo e l'antifascismo è stato ed è democrazia. E dico con convinzione che quando, di fronte al più grande crimine contro l'umanità che è stato l'atomica di Hiroshima, nessuno è stato processato (nè prima ne dopo, ma si capisce il perchè nel vedere chi ne sono stati gli autori...), la questione Priebke ha molto più valenza politica che non giudiziaria.

Zadig ha detto...

Beh, su questo non posso che concordare con te.

Balordo ha detto...

Quoto l'Anonimo, ricordando anche la figura schifosa che ha fatto l'Italia (tanto per cambiare) annullando la sentenza che prevedeva la scarcerazione per prescrizione, solo in virtù delle proteste popolari. Se avessero chiesto di cospargerlo di pece, sarebbero stati accontentati? Voglio dire anche che io non sono nemmeno lontanamente di destra, ma la giustizia è una cosa, e la vendetta è un'altra. Mi sembra di ricordare però che erano proprio i nazisti ad accanirsi....