venerdì 26 febbraio 2010

La libertà di Silvio

Silvio ha detto - vogliamo restare liberi.
Missione compiuta; dopo che il processo Mills è andato a monte grazie alla legge ex Cirielli, lui e il suo entourage possono stare tranquilli.
PDL uguale partito della libertà per intervenuta prescrizione o decorrenza dei termini.
Silvio e suoi boys (Bertolaso, Balducci, Anemone, Verdini, Di Girolamo e così via) adesso sono liberi dalle inchieste.
Aspettiamo solo che arrivi a compimento l'iter del legittimo impedimento e quello delle intercettazioni e poi il cerchio si chiuderà del tutto.
A quindici anni da Tangentopoli non abbiamo raggiunto l'obiettivo di avere una classe politica più onesta, o perlomeno più facilmente sottoponibile ai procedimenti giudiziari, bensì a sancire l'improcessabilità permanente dei politici. E' la Repubblica 2.0.
A questo risultato se non ci si arriva in un modo, ci si arriverà in un altro: in parlamento infatti, gira come una mina vagante un disegno di riforma costituzionale per ripristinare l'immunità parlamentare come era una volta.
Nel frattempo ricomincia a battere fragorosamente la grancassa mediatica del nano di Arcore.
Berlusconi innocente, Berlusconi assolto. Chi conosce un minimo il diritto sa che non è così, ma il popolino a digiuno di certe nozioni sta ricevendo il messaggio, il messaggio passerà: alla fine Berlusconi il perseguitato è stato riconosciuto innocente.
W l'Italia, w Berlusconi.
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lunedì 22 febbraio 2010

Il principe e il pupo


(Pupo) Io credo sempre nel futuro, nella giustizia e nel lavoro,
nel sentimento che ci unisce, intorno alla nostra famiglia.
Io credo nelle tradizioni, di un popolo che non si arrende,
e soffro le preoccupazioni, di chi possiede poco o niente.
(E. Filiberto) Io credo nella mia cultura e nella mia religione,
per questo io non ho paura, di esprimere la mia opinione.
Io sento battere più forte, il cuore di un’Italia sola,
che oggi più serenamente, si specchia in tutta la sua storia.
(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.
Io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.
(E. Filiberto) Ricordo quando ero bambino, viaggiavo con la fantasia,
chiudevo gli occhi e immaginavo, di stringerla fra le mie braccia.
(Pupo) Tu non potevi ritornare pur non avendo fatto niente,
ma chi si può paragonare, a chi ha sofferto veramente.
(L. Canonici) Sì stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio
Io, io non mi stancherò, di dire al mondo e a Dio, Italia amore mio
(Pupo) Io credo ancora nel rispetto, nell’onestà di un ideale,
nel sogno chiuso in un cassetto e in un paese più normale.
(E. Filiberto) Sì, stasera sono qui, per dire al mondo e a Dio, Italia amore mio.

Il nuovo Vate d'Italia si è espresso. Il principe di Savoia, complici un vecchio mestierante della canzonetta e il solito tenore (che non guasta mai per accontentare un certo pubblico), ha vinto Sanremo 2010.
Già, i veri vincitori sono il principe e il pupo, non Scanu, l'ennesimo replicante uscito dai laboratori di ingegneria genetico - televisiva del cartello X Factor - Amici: Ieri infatti il palinsesto e i giornali erano tutti per loro, i secondi. 
Al punto che quelli come me che come ogni anno non hanno visto il festival, ieri mattina scorrendo i titoli del giornale non riuscivano a capire chi fosse arrivato primo. Solo leggendo attentamente gli articoli si poteva chiarire il mistero.
Il principe e il pupo hanno vinto e giustamente se ne sbattono delle critiche, dei fischi e della contestazione dell'orchestra carbonara e mazziniana che ha appallottolato gli spartiti e li ha buttati via.
Hanno vinto, anche se il loro singolo venderà meno di altri; Pupo ed Emanuele Filiberto (grazie Fabio Fazio per averlo sdoganato qualche anno fa) hanno un futuro garantito in Raiset, che li ha usati intelligentemente assieme ad altre pagliacciate assortite per aumentare l'audience di Sanscemo, che altrimenti l'anno prossimo  magari rischiava di non andare nemmeno in onda.
E' un bel canto d'amore, questo che Emanuele Filiberto ha deciso di donare all'Italia: Dio (pronunciato con gli occhi al cielo), nazione e famiglia. Una visione del paese all'insegna della più bolsa retorica patriottarda.
Nella canzone si sentono addirittura i mandolini in sottofondo: Dio ci aiuti! (con gli occhi al cielo)
A questo punto Emanuele Filiberto è pronto per ritentare la fortuna alle elezioni, scommettiamo che la prossima volta ce la farà.
Gli italioti sono con lui. Antonella Clerici lo ha detto - il pubblico televisivo sovrano si è espresso.
Suggerimento: Italia amore mio come nuovo inno del PDL.
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