venerdì 27 luglio 2007

Onorevoli tossici e onorevoli condannati

La classe politica italiana ha raggiunto vette di indecenza ineguagliabili.
Negli ultimi giorni, abbiamo saputo che gli onorevoli non si sottoporranno al test antidroga; in effetti, alcuni di loro avrebbero più bisogno di un soggiorno a San Patrignano o da Don Mazzi. Se non altro, mi aspetterei che legiferino con maggiore tolleranza sulla materia della droga, visto che condividono con molti altri questo problema.
Inoltre, la Camera dei Deputati non ha ancora deciso la sorte di Previti (lo facciamo decadere o no?) che, è bene ricordarlo, è stato condannato in via definitiva per vicende di corruzione. In un altro paese democratico, sarebbe già stato escluso dal Parlamento.
Le solite considerazioni? Forse, ma repetita juvant, in un paese dove gli gnorri, i disattenti e i disinvolti abbondano.
Parlo dell'uomo sul quale una volta Montanelli, con una delle sue fulminanti battute, disse "se fossi un poliziotto e lo incontrassi per strada, gli chiederei i documenti".
Parlo dell'uomo per il quale Berlusconi, all'inizio della scorsa legislatura, aveva ipotizzato la carica di Ministro della Giustizia.
Parlo dell'uomo definito da Dell'Utri, suo degno compare, "portatore sano di cancro giudiziario". In realtà è portatore sano di un morbo letale per la comunità.
Ma Previti è in buona compagnia: nel nostro Parlamento ci sono altri soggetti condannati o con procedimento penale in corso. Anche nel Centrosinistra.
Sul primo fatto i tiggì si sono abbastanza dilungati, per via del risvolto scandalistico della faccenda. Molti tiggì ormai hanno una linea editoriale vicina a Novella 2000.
Sul secondo invece, silenzio tombale; chi non ha ancora perso il brutto vizio di leggere un quotidiano, del fatto non sa praticamente nulla.
L'informazione in Italia è appaltata ai pennivendoli.
Temo che anche per il caso Previti, come per quello dei politici, di destra e di sinistra, sgamati a fare discorsi poco chiari al telefono circa le scalate bancarie, ci sarà un verdetto negativo delle Camere.
E poi criticano l'antipolitica...e poi ci tocca sentire Mastella, il duca di Ceppaloni, che si scaglia contro la gogna mediatica.
Questo è un parlamento in grave deficit di rappresentanza democratica; è un consesso di mandarini completamente avulso dalla realtà e da un rapporto normale con la società civile.
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