martedì 26 agosto 2008

I sindaci sceriffi hanno rotto le palle


Hanno appena iniziato e hanno già rotto le palle. I sindaci, che grazie al Decreto Maroni hanno poteri nuovi di zecca in materia di ordine pubblico, si sono messi al lavoro confermando che in Italia la creatività è sovrana.
A Eraclea è vietato fare i castelli di sabbia, perchè si ostruisce il passaggio sul bagnasciuga. In un'altra spiaggia della nostra penisola sono stati contati ben dodici divieti... Alla faccia di Mauthausen.
A Voghera dopo le 23,00 è vietato sedere sulle panchine. A Vicenza avevano proibito di sedersi sotto gli alberi dei giardini pubblici, salvo ripensarci grazie a un fugace risveglio dei neuroni, e cancellare tutto.
A Genova non si può circolare con le lattine in mano, non ricordo dove non si può più fumare nei parchi. A Eboli guai a baciarsi in macchina, si rischia una multa... E così via.
E' la fine delle buone intenzioni, in parte condivisibili, con cui era nato il decreto del Ministro dell'Interno: dare ai primi cittadini più strumenti di natura amministrativa (mancano però, caro Maroni, quelli finanziari, visto il nuovo taglio dei trasferimenti e l'abolizione dell'ICI decisi da Berlusconi), per soddisfare l'esigenza di sicurezza della società.
Come da tradizione italiota tutto è finito in una burletta, che fa giustamente ridere quei paesi europei dove l'ordine viene rispettato senza il bisogno di ricorrere a norme grottesche e a volte chiaramente lesive di alcuni diritti fondamentali della persona.
Non fa ridere però l'affermazione di Alemanno circa il dramma dei due turisti olandesi a Roma.
Secondo questa sublime intelligenza del Centrodestra, quasi quasi se la sono cercata e per giunta si sono accampati in una zona dov'è proibito (sic!). Gli manderà una multa a casa?
Non fa ridere nemmeno la performance dei vigili di Termoli, che hanno trascinato per il viale principale della città un ambulante abusivo come se fosse un sacco di patate, cercando poi di infilarlo nel baule dell'autopattuglia.
Nulla da dire sull'intervento in sè (è la mera applicazione di norme di legge), ma sicuramente si poteva agire in un altro modo.
Ecco, questi due episodi rivelano il lato inquietante della pioggia di ordinanze che i sindaci, forse un pò ottenebrati dalla calura d'Agosto e sicuramente a caccia di facile popolarità, stanno riversando addosso ai cittadini.
Siamo di fronte all'emergere di una concezione autoritaria dello stato e dei pubblici poteri; le città diventano caserme dove in teoria diviene possibile regolamentare o proibire tutto a discrezione, soffiarsi il naso come portare il cane a spasso.
A Treviso hanno provato veramente, due anni fa, a bandire i cani dal centro, poi hanno fatto retromarcia di fronte alla reazione indignata della comunità.
Non è solo perdita di buon senso, è una visione delle istituzioni che rende il sindaco simile al vecchio podestà o agli sceriffi del West.
Tutto si può fare in teoria, perchè i cittadini chiedono più ordine e conferiscono un mandato in tal senso.
L'amministrazione pubblica diventa un pò mamma e un pò tiranno e si crea un bailamme di norme diverse da comune a comune, tanti diritti locali separati.
Che sia questo il federalismo che ci aspetta?
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