mercoledì 7 ottobre 2009

Lodo Alfano: business as usual

Continuerà tutto come prima. Magari le facce di bronzo che gli stanno intorno non proveranno più a fare una legge salva Berlusconi, ma non se ne andrà a casa. Rassegnarsi, rassegnarsi.
L'idea delle dimissioni è talmente lontana dall'orizzonte del Piccolo Capo dell'Italia...E non solo dal suo.
Per far dimettere un politico nel nostro paese ci vuole...non lo so, non mi viene in mente niente; ne abbiamo viste di cotte e di crude in questi anni e gli stronzi che occupano le istituzioni sono quasi sempre rimasti al loro posto. Imperturbabili.
Forse solo uno scandalo di pedofilia...O forse nemmeno quello; Noemi era diciottenne quando si è intrattenuta con Berlusconi settantaduenne. Cioè praticamente un atto di pedofilia.
Stasera l'hanno beccato fuori dalla sua reggia, il Piccolo Capo della Piccola Italia. Dalla siepe dei microfoni ha sputato fuori la solita litania: è una sentenza politica, le toghe rosse, non ci faremo intimidire, bla bla bla bla. E' un disco rotto.
Però funziona perchè c'è una parte di paese che gli crede, e questo è un primo puntello. Lui lo sa e lo ripete sempre; siamo stati investiti del mandato popolare e rimarremo al governo per cinque anni.
Però in una democrazia nomale anche un leader investito del mandato popolare può essere costretto ad andarsene se opera contro le leggi. Ah già, in un paese normale, non in Italia.
Il secondo puntello sono i legaioli che sperano di avere il federalismo. See...Staremo a vedere che pateracchio verrà fuori.
I legaioli, quelli che lo chiamavano Berluscaz e il mafioso di Arcore.
In questi giorni abbiamo visto un Ghedini insuperabile, un vero principe del foro; abbiamo scoperto che il primo ministro non è un primus inter pares come insegnano i manuali di diritto, bensì un primus super pares... Impagabile avvocato Mavalà! Come faremmo senza di te?
La sua prosopopea, la sua arte di arrampicarsi sugli specchi mi ricordano gli avvocaticchi di un Giorno in Pretura col mitico De Filippo.
Abbiamo scoperto il profondo spirito democratico della sinistra e della destra (non ce lo aspettavamo proprio!), che dicevano - qualunque sia la decisione la rispetteremo.
E infatti, appena il lodo Alfano è stato segato è partito il solito attacco alle istituzioni. Le uniche sentenze buone sono quelle che comodano a me o quelle che danneggiano il mio avversario. Così è l'Italia.
I giudici della Consulta hanno fatto il loro lavoro, il lodo Alfano era l'ennesima porcata che non poteva stare in piedi. Ma comunque a che serve?
Anche se i processi ripartono le prescrizioni incombono. Il Cavalier Fracassa ha pensato a tutto, proprio a tutto.
W l'Italia, w Berlusconi.
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