martedì 13 ottobre 2009

Se ghe pensa lu siamo fritti

Il nano di Arcore ci riprova; mai domo, ha invitato di nuovo gli industriali a boicottare Repubblica, rea del delitto reiterato di lesa maestà, e ha detto che alla democrazia ci pensa lui. Parole sinistre, parole da vero caimano.
Il rospo della bocciatura del lodo Alfano proprio non gli va giù; subito dopo la sentenza ha dichiarato che la priorità è la riforma della giustizia.
Per il Cavalier Fracassa la riforma della giustizia è la priorità dal momento della sua discesa in campo.
Ha fatto di tutto per bloccare i procedimenti a suo carico, il lodo Alfano era l'ultimo tentativo; in extremis, perchè adesso ripartono i due processi che intendeva congelare e sarà una lotta all'ultima frazione di secondo per evitare la prescrizione. Mai domo.
Ripenso alle parole di saggezza ed equilibrio che i tartufoni della destra avevano speso prima di quella decisione: comunque vada, rispetteremo la sentenza della Consulta. Abbiamo visto che rispetto hanno.
Ora Berlusca ritira fuori vecchie idee, vecchi cadaveri: la riforma dell'ordine giudiziario e addirittura l'immunità parlamentare che la gente aveva fatto buttare a mare nel '93.
Quanto ha la memoria corta il popolino che lo vota. Chissà quanti fra costoro nel '93 avevano gioito per l'abrogazione dell'immunità, ma questa è la gente, questa è la sua base elettorale.
Alla democrazia ci pensa lui, sottinteso per limitarla, neutralizzarla, far fuori il libero dibattito e il diritto di critica, eliminare tutti i poteri che gli sbarrano il passo.
Anzi, nella logica rigidamente autoreferenziale di un uomo che ormai ha sbarellato del tutto, la democrazia è lui e ciò che vuole lui.
Lo Stato è lui, manco fosse il Re Sole. Almeno il Re Sole aveva reso grande la Francia. Lui invece rende sempre più piccola e ridicola l'Italia.
Si lamenta perchè attaccando lui viene sputtanato il paese. Non è colpa della stampa estera, o di Repubblica, se questa è la situazione. Sono i suoi comportamenti, i fatti che emergono, a sputtanarci.
Siamo noi, quel 50% circa di cittadini che non lo vuole, a dover sopportare il peso dello sputtanamento.
Quando vado all'estero ormai fingo di essere spagnolo (conoscendo la lingua di Cervantes mi viene bene per fortuna) per la vergogna che provo a dichiararmi italiano.
Una volta ci prendevano benevolmente in giro su tante cosette, adesso siamo etichettati come amici di Berlusconi. Mi è capitato in Turchia - Ehi, amico di Berlusconi!
Io no! Milioni di italiani come me no, ma tant'è...
All'estero lo attaccano non solo perchè temono un'involuzione autoritaria in un paese cardine dell'occidente, che rappresenterebbe un problema politico molto serio.
Ma anche perchè temono che un personaggio simile un domani possa spuntare fuori in casa loro. E' il loro incubo peggiore in questo momento, peggio dell'estremismo islamico. Certe critiche hanno il significato di un esorcismo anti - Berlusconi.
Alla democrazia ci pensa lui, come fece negli anni '20 l'altro Cavaliere, il Benito, che lo aveva dichiarato apertamente.
Quando gli italiani si sveglieranno sarà troppo tardi.

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