martedì 19 ottobre 2010

Voglia di alternativa: qualcuno ci faccia sognare...Per favore

I sondaggisti cercano di essere il termometro dell'opinione pubblica, lo specchio delle idee e dei sentimenti che circolano ma non sempre ci indovinano, i sondaggi sono una materia di per sè complicata.
Per esempio secondo me molti, quando arriva lo squillo fatale, se per un sussulto di cortesia resistono alla tentazione di buttare giù non rispondono sinceramente. 
Per non parlare di com'è franato l'esperimento tutto british degli exit - poll: giovani addetti armati di carta e penna che fuori dai seggi chiedevano agli elettori per chi avevano votato. Figuriamoci.
Gli italiani per cinquant'anni hanno votato DC... Ma andando in giro si faticava a trovare i suoi sostenitori. Siamo fatti così.
Poi bisogna vedere chi hanno alle spalle, i nostri sondaggisti. La berlusconiana Datamedia, per esempio, è affidabile come le predizioni delle cartomanti nelle tivù locali. E' meglio il mago Otelma.
Il nano di Arcore negli anni ha arruolato non solo picchiatori mediatici e confezionatori di patacche, ma anche sciorinatori di dati con un'immagine di credibilità scientifica e professionale.
Non solo tagliagole come Feltri e Sallusti, ma anche personaggi lindi come Gianni Pilo o accattivanti come Luigi Crespi.
Però quando tutti i sondaggi concordano nell'indicare un numero, o  numeri molto vicini fra loro, possiamo abbandonare ogni dubbio.
Repubblica ci dice che il PD rimane ancora fermo al 27%. Qualcun altro dice 26,9 o 26,5 ma siamo lì.
Aumenta lo scontento verso il Cavalier Fracassa, i numeri lo puniscono; però l'architrave dell'alternativa di governo non ne ha ricavato niente, più che altro è un travetto di cartapesta.
Allora penso al masochismo, al tafazzismo del Centrosinistra, a Bersani che dice - Il PD è un partito di governo momentaneamente all'opposizione.
E penso che questo momento si sta prolungando a dismisura, e potrebbe diventare un'era geologica.
Penso all'incapacità straordinaria dei dirigenti PD di  stoppare la palla del discorso politico, ogni volta che l'attualità gli fa un assist. Come l'ultimo, straordinario: la manifestazione CGIL di Sabato scorso.
Troppa paura di sembrare contigui al sindacato, troppa paura di scontentare il fighetta democristiano Casini e rovinare la tessitura di una santa alleanza anti - cav.
Troppa paura di tutto, alla fine non si dice mai niente di chiaro o si litiga, magari per far cadere il segretario e prenderne il posto alla guida di un partito che diventa sempre più piccolo.
Come l'ammiraglio italiano della battaglia di Lissa, che si proclamò vincitore perchè era rimasto padrone delle acque: ma solo perchè gli austriaci se n'erano andati dopo avergli affondato quasi tutte le navi.
Si è troppo attenti a calcolare le percentuali (quanto fa PD + UDC o PD + Vendola e Di Pietro, o Fini addirittura),  a cercare risposte politiciste, e non si parla mai al cuore della gente, che è l'unico modo di cominciare a ricostruire un consenso duraturo.
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