venerdì 6 febbraio 2009

Clandestini denunciati dai medici? Scuola di delazione padana


Il Centrodestra prosegue la crociata Law & Order; grazie all'approvazione di ieri da parte del Senato, i dottori potranno denunciare i clandestini che si rivolgano a loro per ricevere cure.
La norma si collega a un'altra, che prevede il carcere per chi non ottempera al provvedimento d'espulsione.
Il dado è tratto; la Lega delle tigri di carta è stata sconfitta nella battaglia su Malpensa e si trova alle prese con la rivolta dei sindaci nordisti, che giustamente le imputano il silenzio sui municipi indebitati e spendaccioni (come Roma e Catania) e di non sostenere la lotta per derogare al patto di stabilità.
Il Centrodestra tutto è poi in difficoltà di fronte alla recrudescenza dell'immigrazione clandestina e della criminalità; quindi si rilancia, anche perchè così si spera di nascondere un altro pesante fallimento all'orizzonte, quello sull'economia.
Bisogna sviare l'attenzione dell'opinione pubblica e in un crescendo di parossismo, nella legge sulla sicurezza si prevede anche l'istituzionalizzazione delle ronde dei volontari.
Chi come me vive nel Nordest dove è nata l'idea sa che sono una buffonata irrealistica: a Padova come a Treviso sono partite con entusiasmo ma poi si sono arenate, perchè non si può chiedere ai cittadini, che si devono alzare al mattino per andare al lavoro, di stare in piedi tutte le notti per vigilare sul territorio, rischiando fra le altre cose la loro incolumità.
Comunque sia, adesso il Pdl veneto e la Lega litigano sulla primogenitura dell'iniziativa per accaparrarsi qualche voto in più: patetici.
Ma al di là delle esigenze di tattica politica e di propaganda che spingono a certe soluzioni, disturba l'inserimento nel nostro sistema giuridico del principio della delazione, così fortemente voluto dalla Lega.
In proposito è di qualche giorno fa la notizia che il comune di Turate, amministrato dai militi in camicia verde, ha aperto un ufficio per denunciare anche anonimamente i clandestini presenti sul territorio.
Insomma i cittadini e gli operatori sanitari vengono invitati a fare la spia. Ma c'è di più: ricevono una delega a esercitare funzioni che dovrebbero restare di esclusiva pertinenza dello stato.
Almeno così dovrebbe essere, in un sistema gestito secondo criteri di efficienza e ragione; invece le istituzioni dimostrano di esser incapaci di affrontare certe questioni. E' come se dicessero alla gente: noi non ce la facciamo, organizzatevi voi. Quanto alla ragione poi, quella si è smarrita da tempo.
Dare ai medici la possibilità di denunciare i clandestini porterà a disertare ospedali e ambulatori, con un evidente rischio per la salute pubblica nel caso che queste persone abbiano malattie tipo malaria, tbc o altro, che sono diffuse in molti paesi africani o asiatici da cui provengono.
I promotori della legge poi non sono in grado di spiegare cosa ne sarà di tutti i clandestini arrestati, visto che le carceri scoppiano.
Ma il vero cuore della questione è ancora un altro; il diritto di essere curati è un fondamentale diritto umano, che un paese civile deve garantire indistintamente a chiunque e che la nostra Costituzione sancisce con chiarezza.
Con queste norme assieme alla ragione sparisce anche il senso di umanità. Non abbiamo bisogno di più cattiveria, come dice Bobo Maroni, ma di rigore ed equilibrio nell'applicazione delle leggi, senza perdere il senso di umanità.

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