lunedì 2 febbraio 2009

L'Inghilterra ci insegna: siamo tutti extracomunitari!


La protesta dei lavoratori inglesi contro la presenza di operai italiani che a loro dire gli scippano il lavoro insegna che siamo tutti extracomunitari, o immigrati: dipende dal punto di vista, dalla prospettiva. Dalla latitudine in cui si vive.
Le invettive dai giornalisti contro i nostri connazionali in trasferta - sono arroganti, non sanno lavorare bene come noi e sono pure sporchi - ricordano gli insulti che a volte si sentono contro gli stranieri che vivono qui, oltre a richiamare alla memoria le offese subite nel passato da molti nostri emigranti che partivano, a caccia di migliore fortuna, verso altri paesi.
Il ministro Sacconi interviene sul caso e dichiara che la libertà di circolazione dei lavoratori europei deve essere tutelata, e deve essere tutelata un'azienda che ha regolarmente vinto una gara d'appalto.
Già, questo però vale anche per le banche straniere che volevano comprare Antonveneta e BNL e si sono viste illegittimamente ostacolate da Fazio, politicamente vicino com'è noto al Centrodestra.
E vale anche per Air France, che non ha potuto comprare Alitalia con una regolare transazione di mercato, a causa ancora una volta delle indebite pressioni dei sindacati e di Berlusconi. i principi valgono sempre e per tutti, caro Sacconi.
Il Centrodestra si preoccupa ma a restituire il caso al suo vero significato ci pensa un Fini sempre più sorprendente: le discriminazioni non sono accettabili, in qualunque caso, quindi anche nei confronti degli stranieri che vengono in Italia per lavorare. Ineccepibile.
Gli scioperi in Inghilterra ci insegnano, o dovrebbero insegnarci se non fossimo accecati dalla xenofobia dilagante, a usare perlomeno toni più sobri quando si parla di immigrazione.
Può sempre accadere di ritrovarsi addosso all'improvviso i panni dell'immigrato.

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