lunedì 8 marzo 2010

L'Italia scivola dolcemente nell'autoritarismo


Ennio Flaiano, di cui questo mese ricorre il centenario della nascita, aveva detto - gli italiani sono irrimediabilmente fatti per la dittatura.
L'apatia, se non la condivisione, con cui hanno accolto il blitz del nano di Arcore ne è la prova.
E' rassegnazione, accettazione dell'inaccettabile, e almeno per una parte di loro approvazione.
L'illusione, grazie ai magnifici rompiballe radicali, che la legge potesse essere fatta valere è durata poco, giusto qualche giorno come avevo scritto. Adesso siamo tornati alla normalità anormale.
E' arrivato un decreto interpretativo che in modo ineccepibile Zagrebelsky, Onida e altri hanno smontato, dimostrando che è un obbrobrio in termini costituzionali.
Aspettiamo che qualche picchiatore di Berlusconi, un Gasparri, un Cicchitto o un Feltri ci spieghino che anche questi sono in odore di comunismo, gente che ce l'ha con Silvio a prescindere.
Antidemocratici come il popolo viola o i tanti che firmano le petizioni in Internet; mentre è questa destra a dimostrarsi sempre più eversiva con la complicità di tanta, troppa gente che prima o poi se ne pentirà come avvenne nel 1943, a disastro compiuto, quando voltò le spalle a Mussolini che aveva portato in sella vent'anni prima.
Fa un pò pena Napolitano, che ha dovuto vidimare questo provvedimento. Era sottoposto a pressioni fortissime, lui che nella sua carriera politica non è mai stato un cuor di leone; compresa quella di una piazza in via di mobilitazione, la Polverini lo aveva annunciato mettendo in atto una forzatura, una spallata antidemocratica che non le fa onore.
Oltre alla violazione della Costituzione e delle leggi causata dal pateracchio governativo, in queste ore non si riflette sul fatto che le decisioni sul Lazio e la Lombardia hanno creato un precedente micidiale: perchè sia per queste regionali che per altre elezioni future chiunque potrebbe ricorrere  per la riammissione pur non avendo rispettato termini e procedure. Sarebbe la fine del diritto, il caos generalizzato.
Intanto la regione Lazio ha già deciso di ricorrere contro il decreto davanti alla Consulta, e quindi è alle porte un conflitto fra istituzioni.
Dalle mie parti si dice - pitosto de un tacon su un sbrego, ze mejo 'no sbrego. Ma nè la Costituzione nè la vecchia saggezza popolare sono state ascoltate.
L'Italia é come un aspirante suicida che si immerge nella vasca e si taglia le vene, per scivolare dolcemente nel sonno eterno.
O forse siamo solo un paese ridicolo che non merita una vera democrazia; sempre Flaiano ammoniva - la situazione è grave, ma non è seria.

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