venerdì 19 marzo 2010

Zaia, il leghista mite che diventò un finto barricadero


Un manifestino ironico sintetizza con efficacia la campagna elettorale di Luca Zaia.
C'era una volta un leghista dai modi gentili; era lontano dalle cupe intemperanze di altri militi padani come Borghezio o i suoi conterranei Gentilini - Vestiamo gli immigrati da leprotti per far esercitare i cacciatori - e Stiffoni - Gli immigrati? peccato che il forno crematorio di S. Bona non sia ancora pronto -
Con il suo atteggiamento moderato e dialogante e l'immagine di amministratore attivo ed efficiente aveva saputo guadagnarsi la stima se  non l'appoggio anche di persone che non votavano Lega; financo persone di sinistra, come verificato da me parlando talvolta con alcuni amici e conoscenti.
Però le elezioni regionali sono alle porte e la metamorfosi si è compiuta: il dr. Jekyll  è diventato mr. Hyde.
Zaia ha messo in armadio i panni ministeriali e il britannico aplomb che gli stavano così bene per vestire quelli del barricadero.
No agli OGM, no alla privatizzazione dell'acqua, no al nucleare - perchè il Veneto ha già dato - come si può verificare nel suo sito.
Anche lui poi non ha rinunciato ad appropriarsi del tema sicurezza, assurta ormai da tempo a grande puttana della politica italiana. Tutti la cercano, tutti vogliono possederla.
Riguardo alla bislacca iniziativa del consigliere leghista di Vazzola, che nel suo bar ha imposto il divieto di entrare col burqa, il candidato barricadero annuncia che si impegnerà per garantire la legalità, che comprende anche l'essere riconoscibili in pubblico.
Non mi pare che Vazzola, tranquilla e operosa cittadina dell'hinterland trevigiano, sia piena di donne che girano velate o di imam minacciosi che arringano ai fedeli dai minareti... Ma tutto fa brodo, soprattutto i temi che i militi in camicia verde sono stati così bravi a capitalizzare.
Questo è lo Zaia pre-elettorale; sarà interessante vedere come cambierà la musica dopo, il 30 Marzo quando sarà incoronato (ne siamo certi) Governatore dei Veneti.
Zaia per ora finisce paradossalmente per strizzare l'occhiolino ai No global, al noto contadino francese anti-multinazionali e anti - OGM, ai Verdi che con ottime  motivazioni sono contrari al ritorno del nucleare nel Belpaese.
Tuttavia in Consiglio dei Ministri ha votato a favore del progetto che porterà all'accensione di nuovi reattori; e fra questi ce ne sarà uno (ci scommettiamo?) anche nel mio Veneto. E' sempre così, belle promesse seguite da tradimenti più o meno clamorosi.
Il Consiglio Regionale, prima di sciogliersi ha molto opportunamente votato un stop agli inceneritori di rifiuti industriali in provincia di Treviso, per fare bella figura con la gente.
Altrettanto opportunamente riconsidererà la questione dal giorno 30 Marzo, quando i poteri forti si faranno vivi e persuaderanno i neoeletti a cambiare rotta.
Li metteranno a cuccia; ci prenderemo la nostra dose di nucleare e inceneritori, e prima o dopo l'acqua finirà in mano ai privati, che come il nucleare rappresenta un grande business avallato dal nostro beneamato governo nazionale. Difficile che venga fermato.
Zaia è famoso in tutta Italia; lo abbiamo visto col badile in mano, alla guida dei trattori, a Linea Verde, assieme ai NAS nelle conferenze stampa, è stato immortalato mentre mesceva il prosecco al G8 dell'agricoltura a Cison di Valmarino.
Un'ottima immagine, ben gestita a livello mediatico, però l'agricoltura italiana continua a essere il fanalino di coda dell'Europa. 
E' chiaro che non basta fare fuoco e fiamme con la stampa quando negli scaffali di un supermercato straniero viene trovato qualche prodotto italiano taroccato, serve ben altro tipo di impegno per sostenere le aziende italiane, l'impegno che in oltre due anni di governo Berlusconi è completamente mancato sia in campo agricolo che in quello industriale. Vero Zaia?
Allo stesso modo, ai leghisti e ai loro alleati di Centrodestra non  sono bastati vent'anni di potere incontrastato in Veneto per ottenere quello che la gente di questa terra giustamente rivendica: una vera autonomia.
Adesso Zaia ci riprova: dice che vuole seguire l'esempio catalano. Sarà molto interessante vedere quale spartito verrà suonato dopo le elezioni.
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