lunedì 19 aprile 2010

Roma - Lazio, e lo chiamano calcio...


Gianni Alemanno commenta il post partita di ieri - Queste violenze non hanno nulla a che fare con il tifo calcistico e con una vera passione per lo sport. Sono sfoghi deliranti di piccole minoranze che inquinano tutto l'ambiente calcistico.
Ariecco il disco rotto, politici (e autorità sportive) che non vogliono ammettere le loro responsabilità e continuano a proporre una falsa rappresentazione di quello che è diventato il fenomeno calcio in Italia.
Gli ultras ormai sono i padroni mondo calcistico; ne dettano tempi, sviluppi e scelte.
Possono anche interrompere le partite, com'è avvenuto sempre a Roma in occasione di un altro derby. Possono intimidire i dirigenti senza pagare dazio. E molti fra questi continuano a mantenere relazioni anche con le frange più estreme del tifo perchè hanno i loro interessi.
I guerrieri della notte dopo le partite mettono sotto sequestro le nostre città, devastano, terrorizzano, a volte ammazzano o ci vanno molto vicini, com'è accaduto ieri sera a una signora che si è trovata nel posto sbagliato al momento sbagliato: in macchina assieme ai figli in mezzo ai trogloditi del 21° secolo.
L'auto ha preso fuoco, poteva rimetterci la vita, è andata bene. Altre volte non è andata bene: Raciti e Gabriele Sandri sono due delle tante vittime uccise dal Dio Palla nel Belpaese.
Qui da noi al Dio Palla si concede tutto, si sacrifica tutto, anche la sicurezza dei cittadini di cui questo governo di peracottari mena continuamente vanto senza aver fatto granchè per migliorarne il livello.
Governo di peracottari e sindaci tromboni come Alemanno, che è andato al potere promettendo che Roma sarebbe cambiata dopo il presunto lassismo di sinistra del periodo veltroniano.
I risultati parlano da soli: dopo due anni i problemi sono ancora lì, se possibile peggiorati. Le donne vengono stuprate come prima e gli ultrà seminano disordini come sempre.
Vorremmo assomigliare agli inglesi, abbiamo messo gli steward negli stadi, ma la realtà è che siamo molto vicini all'Egitto degli scontri di piazza dopo la partita con la nazionale algerina.
Le curve sono monopolizzate dai teppisti e i politicanti non rinunciano a blandirle e corteggiarle, i voti non puzzano mai in Italietta; molti dei supporters che col braccio alzato nel saluto romano festeggiavano nel 2008 la vittoria del buon Alemanno venivano dalla curva.
La Polverini durante la campagna elettorale in curva c'è andata, per non far torto a nessuno si è fatta vedere sia con i tifosi laziali che con quelli romanisti.
La cancrena che divora il calcio non è solo Calciopoli, è anche la presenza di gruppi ultras spesso collegati ad ambienti politici radicali che fanno il bello e cattivo tempo e hanno legami con i manager delle società e con i politici, quelli che prendono le distanze dopo gli incidenti e fanno finta di non conoscerli.
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