lunedì 8 novembre 2010

Alluvione, i veneti senza aiuti, perchè? Perchè stanno sul c...a tutti.

Treviso, h. 17,00 dell'otto Novembre. Il cielo è nero, le nubi gonfie di pioggia stanno per aprirsi.
Giove Pluvio non vuole lasciare in pace la mia regione e si prepara a innaffiarci ancora. 
Penso alcune cose: come se la passano fra Padova e Vicenza (senza dimenticare i poveri veronesi), e cosa accadrebbe se il Sile e il Cagnan, che si ramificano nel sottosuolo di Treviso "città d'acque", giocassero un brutto tiro, analogo a quello giocato nei giorni scorsi da Brenta, Bacchiglione, Alpone, Livenza... Sarebbe una catastrofe.
E poi penso al carosello di politici nelle tivù locali, che se la stanno prendendo un pò con tutti tranne che con se stessi. Come al solito, mai nessuno che abbia il coraggio di assumersi le proprie responsabilità.
Nè i sindaci, che hanno avallato troppo a lungo le speculazioni e le ferite mortali inferte alla natura dai soliti noti, affaristi spregiudicati; nè i pezzi da 90 come Luca Zaia, il nuovo re dei Veneti, che ha in tasca la tessera di un partito corresponsabile della distruzione progressiva e inarrestabile del territorio veneto.
In secoli di sapiente e oculata manutenzione la Serenissima aveva modellato e adattato meravigliosamente il territorio alle esigenze della gente.  E' andato perduto un intero patrimonio di conoscenze e sensibilità.
La colpa è sempre di qualcun altro, delle nutrie che hanno scavato le tane negli argini oppure, tanto per cambiare, di quei diavoli degli ecologisti: cioè gli unici che con rigore e coerenza denunciano da sempre gli errori mostruosi commessi verso l'ambiente in cui viviamo.
Gli errori che in queste ore stanno rovinando un bel pò di gente: si dice che 500.000 persone circa siano interessate da questo disastro.
Lucida e ineccepibile l'analisi per Republica fatta da Ilvo Diamanti, che abita a Caldogno, uno dei centri più colpiti dagli allagamenti.
Dice Diamanti che:
"...in fondo, si lamentano sempre, quelli del Nordest. Così, quando ce n'è davvero il motivo, non vengono presi sul serio. Se te la prendi sempre con Roma ladrona, Roma si vendica.  E quando chiami non ti sente. Forse perché resiste il mito del post-terremoto friulano; o del Vajont. Quelli abituati a fare da soli. Ad aggiustare i propri conti con le sfide del mondo e della natura senza chiedere aiuto agli altri."
Già. I Veneti sono orgogliosi al punto di sbracare nella presunzione: a furia di pensare che sono i migliori della covata, a forza di dire che sono loro a mantenere l'Italia, che tutti hanno da imparare da loro, ebbene nel momento del bisogno (perchè adesso qui c'è davvero bisogno di soccorso) gli altri si sono eclissati.
Nessuna campagna di aiuto da parte dei media, toni tiepidi, sostanziale disinteresse.
I Veneti sono stati prodighi di critiche verso i campani, o gli aquilani travolti dal terremoto, e adesso pagano il dazio per le parole spesso feroci, per i toni sprezzanti con cui trattano i loro connazionali, per il desiderio secessionista che emerge a intermittenza.
Quest'alluvione invece dovrebbe insegnarci (ma ci credo poco) che i nostri destini, di noi tutti italiani, sono intrecciati.
E' vero che nonostante i mugugni noi Veneti non ci siamo mai tirati indietro, abbiamo sempre fatto la nostra parte nelle molte tragedie che hanno colpito il paese. 
E' giusto che adesso chiediamo aiuto a Roma, dove sono depositati i soldi delle nostre tasse e ci sono per la verità molti rappresentanti nordisti: a proposito, che stanno facendo?
Ma dal discorso pubblico di queste ore manca però un pezzo importante: un'autocritica per come abbiamo trattato il territorio e gli altri italiani. L'uno e gli altri si stanno vendicando, ciascuno a modo suo.
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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Ma chi vi chiede niente...

Bifolchi...
Restate dove siete, che come al solito ce la caveremo da soli...

Zadig ha detto...

Ecco, nel post mi riferivo proprio ai poveri babbei come te.