sabato 22 dicembre 2007

Racconto di Natale


Ricevo da un amico e volentieri pubblico.

Baghdad, 24 dicembre 2007, esterno notte.
"Hassan, c'è da fidarsi?"
"Senti Selim, garantisce il Giordano. Bidoni non ne ha mai tirati fino ad ora, giusto?"
Selim annuì. Stavano rannicchiati da quasi mezz'ora dietro un moncone bruciacchiato di muro, al centro di ciò che restava di uno dei quartieri popolari sulla riva destra dell'Eufrate.
"Porca puttana!"
"Che c'è?"
"Il giapponese della Croce Rossa! M'ha fregato! Mi s'è piantato ancora l'orologio! Batterie al Cadmio del cazzo! Comunque, chi è che aspettiamo?"
"E' un Europeo. Norvegia, credo. E' nel giro da poco, ma dicono che sia strafornito. Ai gruppi di Fallujah è riuscito a procurare due casse di mine Claymore.
"Un professionista del settore?"
"Non so...dicono che prima si occupasse di spedizioni internazionali, consegne di merci varie...una specie di corriere...boh..."
"Speriamo solo di non avere grane con le pattuglie yankee"
"Lo sai che giorno è oggi, no? La vigilia di Natale."
"Natale?"
"Sì, la nascita del figlio del loro Dio"
"Il loro Dio ha un figlio?"
"Si, un figlio che però è anche Dio!"
"Eh???"
"Si insomma, due persone in una. Anzi, pare che siano tre...Comunque il concetto è che saranno tutti in festa, intanati nei bunker a mangiare, bere e scambiarsi i regali"
"Lo senti anche tu?"
Hassan annuì. Guardinghi, si sporsero oltre il bordo di mattoni sbrecciati. A fari spenti, un motocarro a tre ruote si avvicinava.
"Ci siamo" annunciò Hassan, alzandosi in piedi.
Ronzando come un calabrone, il motocarro zigzagò tra le buche e le pozzanghere dello spiazzo davanti al moncone di muro e si fermò cigolando.
Con un clangore acuto, la portiera si aprì, e l'abitacolo cagò letteralmente fuori il suo occupante, come un culo che finalmente riesce finalmente a liberarsi di uno stronzo decisamente fuori misura.
Perché il guidatore era alto, ma soprattutto largo. Decisamente largo. Inequivocabilmente largo. Vestiva un lungo caffettano rosso ed un fez dello stesso colore, entrambi bordati di bianco. Pelo bianco, per essere precisi.
L'ideale per non farsi notare. pensò Hassan, accorgendosi che indossava anche un visore monoculare notturno ad intensificazione di luce stellare, che lo rendeva simile ad una specie di ciclope post umano.
Scaricò dal mezzo due enormi sacchi marroni, e avanzò sui suoi stivali neri scamosciati verso il muro.
La barba folta ondeggiava alla brezza della sera, baluginando biancastra sotto i raggi della luna."Allora" cominciò con un voce baritonale, che tradiva appena l'accento straniero, posando i sacchi oltre il muro. "Qui c'è quello che avevate chiesto. Equipaggiamento da assalto leggero per due squadre".
"C'è tutto?"
"Controllate se volete, ma in fretta. Il giro stanotte è ovviamente più lungo del solito..."
"No" tagliò corto Hassan. "E' ok...puoi andare"
L'uomo li squadrò per un attimo dietro il visore monoculare. Poi si girò e si diresse a larghe falcate verso il motocarro.
"Ehi Norvegese...Perché lo fai? Il Giordano dice che la consegne di stasera non te le fai pagare." Il Ciclope rosso si fermò. Si voltò verso di loro. E sospirò.
"Diciamo che le consegne di stasera sono gratis...in ricordo dei vecchi tempi."
Selim e Hassan si scambiarono un fugace sguardo interrogativo, mentre lui si alzava per un attimo sulle punte degli stivali, le mani dietro la schiena, ondeggiando in avanti a piedi uniti con compiaciuta noncuranza.
"E comunque sono Finlandese."
Un attimo dopo era già sparito, assieme al motocarro.
"Cazzo", inizio a ringhiare Selim, che aveva iniziato a rovistare in uno dei due sacchi "Uzi 9 millimetri..."
Fu allora che si trovarono investiti in pieno dai fasci delle fotoelettriche della pattuglia di Natale
"...non voglio sporcarmi le mani con un'arma sionista. Dove diavolo sono i cari vecchi AK 47 eh?...Che Allah ti strafulmini maledetto svedese del cazz.."
"...VENITE AVANTI VERSO LA JEEP A MANI ALZATE..." cominciò a gracchiare il megafono del sergente caposquadra
"Selim?"
"Si, Hassan?"
"Per cortesia, zitto, adesso. E Spara".
Stacco netto.Nero.

Buon Natale a tutti.
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