lunedì 3 marzo 2008

In difesa di Mastella


Basta! E' arrivato il momento di difendere Mastella.
Il leader dell'Udeur, dopo l'ostracismo del Centrosinistra, è incappato anche in quello di Berlusconi.
Se l'isolamento da parte della maggioranza uscente era scontato, visto che a lui e alla pattuglia di Dini si deve la caduta di Prodi, meno comprensibile è il rifiuto del Cavaliere a imbarcarlo nella sua variopinta alleanza.
Mastella ha subito il trattamento riservato a certi personaggi dei thriller, quando dopo aver fatto il lavoro sporco per conto di qualche boss vengono eliminati. Ahilui lasso.
Berlusca lo ha definito impresentabile. E Dini allora? Lambertow il gerontocrate è un ribaltonista incallito come il nostro illustre ceppalonico, eppure correrà nelle liste del PDL. Destino cinico.
Anche il centro casiniano - pezzottiano gli ha chiuso la porta in faccia: impresentabile anche per loro.
Mastella no, il pingue Cuffaro invece che ha una condanna penale di cinque anni verrà candidato al Senato.
In questo Berlusconi e Casini, che sono ai ferri corti, paradossalmente si riavvicinano, considerando che nel Centrodestra come ha detto il Cavaliere non correranno condannati o rinviati a giudizio, a meno che non siano perseguitati politici.
Nel paese dei codicilli e delle eccezioni a fondo pagina scritte in caratteri minuscoli, la mossa di Berlusca non sorprende. Un inquisito esce dalla porta per rientrare dalla finestra.
Tutto sommato, fino a quando la magistratura non avrà dimostrato il contrario nelle famose vicende di lottizzazione in Campania, Mastella non ha commesso alcun reato.
Ma purtroppo per lui, è il manzo sacrificale da scannare sull'altare del politicamente corretto di queste settimane.
La casta nel tentativo di dimostrare che ha compreso l'ondata di disgusto che sale dal paese si fa il lifting, che però nasconde soltanto le rughe e la vecchiaia, non le cancella.
Il duca di Ceppaloni ormai è un sovrano dimezzato, anche i suoi lo stanno mollando. Dalla Campania alla Calabria, dalla Basilicata alla Puglia, è tutto un fuggi fuggi di colonnelli e clientes in cerca di ricollocazione. Tengo famiglia.
Quando Mastella era folgorante in soglio era circondato da una corte pronta a servirlo, a chiedergli favori e raccomandazioni. Adesso che è caduto nella polvere resta solo, i sorci sentono l'acqua che sale.
Niente più code domenicali di persone in attesa paziente di salire al castello del feudatario, come narra la mitologia ceppalonese. Niente di nuovo nell'umana commedia.
Però si prova comunque ribrezzo; persino Barbato, protagonista della gazzarra a base di sputi e insulti al Senato, se n'è andato.
Allora salviamo il soldato Mastella, come titolava un gustoso fondo del Corsera di qualche giorno fa?
Certo che no; non si può dimenticare la prassi politica spregiudicata che lo ha caratterizzato in tutta la sua carriera, dalla DC fino all'Udeur, puro strumento di affermazione del suo potere personale.
Mastella era e verrà ricordato dai posteri come un tipico satrapo della politica italiana; un signor preferenze il cui obiettivo è sempre stato di rimanere al potere a qualunque prezzo.
E' caduto vittima del delirio di onnipotenza, altra costante della commedia umana; si riteneva più scaltro degli altri. Un "indelleduale della Magna Grecia" sempre un passo avanti, per dirla con De Mita, altro clamoroso spodestato di questi giorni.
Però ci andrei cauto nel pensare che il nostro sia finito; ci sono materie sgradevoli che per quanto le cacci a fondo, tornano sempre a galla.
Mastella può ritornare e la vendetta dell'esule è sempre tremenda.
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