martedì 25 marzo 2008

Il diritto alla conversione di Magdi Allam

Magdi Allam si è convertito al cattolicesimo; Benedetto XVI in persona ha officiato la cerimonia battesimale.
La notizia ha avuto ampio riscontro su tutti i media italiani ed esteri; nei paesi musulmani l'evento è stato raccontato con toni molto critici, al punto di accusare la Chiesa di aver dato troppo risalto alla cerimonia, e Allam di apostasia. Ci risiamo.
Il collaboratore del Corsera viene contestato perchè secondo gli zelanti redattori delle testate arabe, ha abbandonato la fede per abbracciare la religione di quelli che secondo loro sono gli infedeli.
L'affondo è accompagnato dalla rievocazione del suo passato: Allam agente dei sionisti, Allam sostenitore dell'America, Allam che da anni infama i musulmani per conto di qualche "centrale" internazionale anti - islamica.
La seconda fase della campagna potrebbe essere l'emanazione di una fatwa per punire l'apostata con la morte. Speriamo invece che ci si fermi qui.
Le valutazioni sulla figura del giornalista in questi giorni sono l'oggetto principale dei commenti alla sua conversione, ma in questo modo passa in secondo piano il punto fondamentale.
Vale a dire il diritto incontestabile di Allam, e di qualunque altra persona, a scegliere liberamente la propria religione, senza che un Imam o un qualsivoglia esponente o leader di una qualsivoglia religione, possa contestare una scelta che è espressione di un fondamentale diritto umano.
L'attendibilità, la serietà, le idee palesate negli anni da Allam in veste di opinionista e scrittore, condivisibili o meno, c'entrano ben poco.
Le critiche e le minacce ad Allam danno piuttosto ragione alla sua tesi, che l'Islam per la sua connotazione teologica, per la sua struttura, è una fede destinata a cadere inevitabilmente nel gorgo dell'intolleranza e della violenza.
Difficile dargli torto, considerando che nella grande maggioranza dei paesi islamici ancor oggi manca una netta distinzione fra religione e politica, fra stato e convinzioni religiose ed etiche dei cittadini.
L'Islam è un tutto che divora la libertà di coscienza e di pensiero degli individui, che ne condiziona interamente la vita quotidiana. Un totalitarismo per l'appunto, un pericolo per la libertà con il quale, in questo XXI secolo, dovremo fare i conti.
Il problema di Magdi Allam è semmai un altro; la sua conversione al Cattolicesimo è il coronamento di un cammino spirituale che lo ha avvicinato agli ambienti più tradizionalisti della Chiesa di Roma.
Quegli ambienti ben rappresentati da Ratzinger, il papa antimoderno che non a caso ha voluto battezzarlo personalmente.
Allam ripudia l'Islam perchè retrivo e violento ma abbraccia una fede interpretata da alcuni, che gli sono vicini, allo stesso modo.
Qui probabilmente c'è il cortocircuito, la contraddizione in termini.
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