mercoledì 31 ottobre 2007

Ratzinger, pericoloso papa antimoderno

La figura di papa Ratzinger è affascinante, anche se in fin dei conti molto irritante per un laico come me.
Ascoltando le frequenti esternazioni del pontefice ed osservando le sue iniziative, sembra di avere di fronte un papa del passato che grazie a qualche prodigio, magari ad una macchina del tempo, è piombato nel bel mezzo del 21° secolo.
Ratzinger è latore del messaggio di una chiesa vecchissima e tuttavia viva: una chiesa preconciliare, come dicono alcuni commentatori.
Meglio ancora tridentina, in ricordo del Concilio di Trento (1542-1563), che segnò l'avvio di un'energica e spietata reazione teologica e politica da parte della chiesa di Roma, che stava subendo l'emorragia dello scisma protestante.
Quella reazione passata alla storia come controriforma, che grazie all'appoggio del "braccio secolare", vale a dire delle istituzioni degli stati europei rimasti vicini a Roma, soffocò con violenza il libero dibattito culturale che si stava sviluppando in molte regioni d'Europa.
Lo storico del 700 Giambattista Vico sosteneva che la storia è fatta di "corsi e ricorsi". E' come un pendolo che oscilla da destra a sinistra e viceversa.
Nella vicenda plurimillenaria della chiesa, alla riforma protestante è seguita la controriforma; adesso, dopo il Concilio Vaticano II (1962) che aveva ufficializzato una linea di confronto più moderato ed aperto con la società civile, Ratzinger si fa guida di una nuova controriforma.
E' una battaglia dagli esiti in parte imprevedibili; emerge con chiarezza però una grave tensione fra mondo cattolico e laico particolarmente sofferta in Italia, dove ha sede il Vaticano.
Per non parlare della crescente incomunicabilità interreligiosa di cui Ratzinger è responsabile.
Ne è esempio la presa di posizione contro il mondo protestante (ricordo la polemica di qualche settimana fa con la piccola, dignitosa e civile comunità dei Valdesi).
Oppure le dichiarazioni critiche verso l'ebraismo, rieccheggianti la sinistra polemica del passato contro "i fratelli che sbagliano" perchè non riconoscono il messaggio di Cristo, grazie a cui si sono giustificate ignobili persecuzioni.
E pensare che, in una razionale prospettiva di analisi storica, Cristo non era altro che un ebreo ortodosso... Chi ha il coraggio di dirlo ai cattolici?
L'unica cautela che Ratzinger osserva, per ovvi motivi, è nei riguardi del mondo islamico, oggi più che mai un bacino di intolleranza e totalitarismo in grado di far esplodere rapidamente dimostrazioni sanguinose in ogni parte del globo.
Fatte le debite proporzioni, fra l'oscurantismo di molti imam e quello di Benedetto XVI, non c'è poi una grande differenza.
Le tirate ratzingeriane paiono autorevoli ma sono in realtà tesi semplicistiche, o se vogliamo clamorose castronerie.
Il 900 è da condannare, dice il papa, perchè allontanandosi da Dio ha creato i totalitarismi (nazifascismo e comunismo) e quindi la seconda guerra mondiale e la guerra fredda, omettendo di ricordare quante guerre sono state combattute ben prima per motivi religiosi da cattolici mossi da un identico spirito totalitario.
L'ultima perla regalataci dal papa preconciliare ed antimoderno è la direttiva impartita ai farmacisti, che non dovrebbero prescrivere terapie contrarie all'etica cattolica.
Questo episodio dimostra la linea di contrapposizione con le regole dello stato sovrano sostenuta con fermezza dal teologo tedesco.
L'offensiva di Ratzinger ripropone un dilemma che ha lacerato per secoli le coscienze: viene prima il potere temporale o quello spirituale?
Pensavamo che con l'avvento della modernità e del concetto di stato "aconfessionale" avessimo trovato una risposta accettabile: lo stato aconfessionale o laico garantisce eguale spazio di espressione ad ogni confessione religiosa.
Ma Ratzinger ci riporta indietro, ci da addirittura la possibilità di celebrare la messa in latino. Non ce n'era proprio bisogno.
Benedetto XVI continua a bacchettare la società pluralista per conservare la chiesa cristallizzata.
La sua estrazione del resto è quella del teologo, del docente che indica la verità da seguire; e che se necessario, boccia e punisce.
Dopo la carriera accademica, Giovanni Paolo II chiama Ratzinger (1981) a ricoprire la carica di prefetto per la congregazione della fede, l'istituzione è bene ricordarlo che in passato si chiamava Inquisizione.
Il solerte professore prende sul serio l'incarico e perseguita senza requie tutte le tendenze di pensiero non allineate all'interno della chiesa, a cominciare dalla famosa teologia della liberazione di padre Boff.
Dopo aver svuotato il dibattito interno alla chiesa, adesso da papa Ratzinger prova ad allineare il mondo: compito titanico e sicuramente irrealizzabile anche per un uomo dalla ferrea volontà e dalla convinzione di essere nel giusto come lui.
Senz'altro però ha realizzato un obiettivo: rimettere in discussione per la sventura di tutti, laici e cattolici, principi che parevano affermati e avevano assicurato un minimo di civile convivenza.
Grazie Ratzinger.
Per chi vuole approfondire il pensiero del papa antimoderno, consiglio la lettura di "Contro Ratzinger", ed. ISBN.
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