mercoledì 16 dicembre 2009

Chi sono i veri "itagliani" che stanno con Berlusconi


Tornerà, bello e sorridente come non mai. I suoi supporters, gli itagliani che gli hanno riversato addosso il loro immenso affetto nelle ultime ore non si preoccupino.
Il Cavaliere se l'è cavata a buon mercato, nonostante la pericolosità dell'oggetto che lo ha colpito.
Si è salvato nonostante  il servizio d'ordine si sia rivelato una brigata di dilettanti allo sbaraglio.
Patetico il Maroni che dice - non c'è nulla da rimproverare alle forze dell'ordine.
C'è molto da rimproverare. In un paese normale il Ministro degli Interni,  cioè il massimo responsabile della sicurezza pubblica ad iniziare dalle maggiori personalità istituzionali, di fronte a un disastro simile dovrebbe dimettersi. 
Ma nell'anormale Italia in cui ci tocca vivere i politici facce di tolla non si dimettono quasi mai, e ignorano le domande più scomode dei giornalisti nelle conferenze stampa, come appunto ha fatto Maroni.
Questi qua non sono in grado di garantire vera sicurezza nemmeno ai membri della classe politica, figurarsi se possono garantirla ai cittadini come avevano promesso in campagna elettorale.
Nemmeno a Marco Biagi il rompicoglioni, per dirla con Scaiola, l'avevano garantita e abbiamo visto come è andata a finire.
Chi sono però gli itagliani veraci, che fuori dall'ospedale hanno appeso biglietti d'amore e striscioni inneggianti a LUI?
Sono quelli che si lamentano per il clima d'odio e da caccia all'uomo scatenato contro di LUI; Berlusconi il martire della libertà.
Sono quelli che applaudivano Il Cavalier Fracassa quando dava del coglione a chi non lo vota; quando proponeva test di sanità mentale per i pubblici ministeri; quando diceva che chi sceglie di fare il giudice non è una persona per bene, ma anzi è diverso dalla razza umana.
Sono quelli che approvano Silvio, la presunta povera vittima, quando dice che Napolitano non è super partes, o peggio che gli ultimi Presidenti della Repubblica (includendo anche Scalfaro e Ciampi) sono dei golpisti.
Quelli che si spellavano le mani quando Berlusconi definiva filosovietica la Costituzione; quando ha detto che la cambierà a ogni costo, anche da solo, mussolinianamente. Sono quelli che tifano per i suoi picchiatori mediatici sguinzagliati puntualmente dietro gli oppositori.
Come la Brunetta isterica che ha augurato alla sinistra e ai sindacati di morire ammazzati, che ha definito "l'altra" Italia leggermente schifosa; La Russa con gli occhi strabuzzati che augura ai giudici di Strasburgo di morire, per la questione del crocifisso.
Feltri, una vita intera da voltagabbana, il  noto confezionatore di patacche e diffamatore; quello che ha persino sputtanato Veronica Lario nel silenzio di LUI.
Bossi che arringava alle folle padane, promettendo una pallottola per i magistrati come Papalia responsabili di indagare sulla Lega. Il capopopolo che prometteva una marcia su Roma alla testa di 300.000 villici della Val Brembana armati di tutto punto; che ha promesso di raddrizzare la schiena a un pm poliomelitico.
Quelli che seguono Emilio Fede scambiando per tg quello che in realtà è una teleburla; Fede che sbeffeggiava di continuo Prodi quando era capo del governo.
Quelli che partecipavano ai gruppi di contestazione che seguivano Prodi nelle sue uscite pubbliche, quando l'epiteto meno grave che gli lanciavano era mortadella.
Quelli che non si chiedono chi ha mandato alla Ariosto, testimone in un processo chiave contro di LUI, una testa di coniglio impacchettata. Qualcuno ispirato a Don Vito Corleone del Padrino.
Quelli che chiedono di mettere fuorilegge alcuni partiti politici, come i miserabili della Giovane (e stronza) Italia di Treviso.
Quelli che non hanno nulla da dire sui tentativi di censura dell'informazione, sullo scandalo di Cosentino; quelli che non hanno mai qualcosa da dire su nulla perchè hanno portato il cervello all'ammasso.
Questi sono gli itagliani che mi fanno vomitare.

Bookmark and Share

lunedì 14 dicembre 2009

NYT, esclusivo: la situazione italiana dopo l'aggressione a Berlusconi

New York Times - Roma, 28/12/09. Dal nostro corrispondente

Cosa accade in Italia a quindici giorni dall'aggressione a Berlusconi

A quindici giorni dall'aggressione a Milano al premier Silvio Berlusconi il colpevole, uno psicolabile da tempo in cura, è stato processato per direttissima ed è attualmente detenuto nel braccio speciale del carcere di S. Vittore in attesa che riapra, come ha promesso l'esecutivo italiano, il penitenziario dell'Asinara.
E' stato condannato a trent'anni (di cui ben cinque d'isolamento), tanto che gli oppositori del regime italiano lo hanno già soprannominato Papillon, in omaggio al famoso film con Steve Mc Queen.
Questo grazie a un decreto preparato in tempo record dal Ministro degli Interni Maroni, che si intitola "Misure straordinarie per la sicurezza dello stato". Molte le norme del provvedimento.
E' stato istituito un tribunale Speciale composto da tre membri di nomina governativa, per la repressione dei crimini politici.
Fra questi le attività anti italiane, in cui vanno ricomprese le parole o azioni atte non solo ad attentare alla persona del Presidente del Consiglio ma anche a generare sfiducia nel suo operato; poi la "temporanea" (così si legge) limitazione della libertà di stampa.
Alcuni quotidiani infatti non vengono più pubblicati: La Repubblica (che come molti lettori sanno aveva condotto la campagna delle 10 domande a Berlusconi), Il Manifesto e Il Fatto quotidiano, i cui promotori Antonio Padellaro e Marco Travaglio (accusato a caldo di essere uno dei mandanti dell'aggressione) sono già riparati in Francia dove hanno chiesto asilo politico.
Niente estradizione, fa sapere una nota del Ministero di Giustizia francese, il caso è diverso da quello di Cesare Battisti perchè i due giornalisti italiani non sono terroristi ma vittime della libertà d'informazione.
Indignate le reazioni del PDL, il partito del premier; il piccolo ed eccentrico ministro Brunetta ha dichiarato furente - Anche in Francia dominano le elites di merda ma ci occuperemo di loro a tempo debito. Non la passeranno liscia.
Sarà creato inoltre uno staff di web - surfer, reclutati fra disoccupati e giovani precari che qui abbondano, per setacciare la rete e controllare e-mail, siti e blog in lingua italiana. Riceveranno una provvigione per ogni denuncia andata a buon fine.
Maroni - L'idea ci è venuta pensando al web poliziotto cinese. Il governo di Pechino ci ha aiutato con una serie di consigli utilissimi, e gliene siamo grati. Inoltre stiamo pensando di rivitalizzare le ronde, che hanno conosciuto un avvio stentato: potremmo impiegarle per perquisizioni e interrogatori a sorpresa nelle strade... Il momento purtroppo è critico. I cittadini onesti capiranno senz'altro. Beppe Grillo ha caricato i suoi server in un furgone, direzione Svizzera, e da Zurigo ha affermato con il suo consueto stile forte - Maledetti figli di puttana, non mi fermeranno.
Stranamente, chi si collega al suo sito dall'Italia viene rediretto a un portale di pedofili.
Non è andata altrettanto bene a Di Pietro, uno dei critici  più duri verso il capo del governo italiano.
Risulta che si è asserragliato nella sua roccaforte di Montenero di Bisaccia, difeso da un manipolo di fedelissimi pronti a tutto. Sembra che i Carabinieri stiano trattando per ottenerne la resa pacifica.
Vietata inoltre la vendita di ninnoli e souvenir, qualificati come armi improprie.
Perfino i venditori veneziani di grano per i piccioni di S. Marco sono incappati nel divieto - E noi che c'entriamo can de l'ostia? - protestano.
Il portavoce PDL Capezzone afferma - I tempi sono maturi per la riforma costituzionale annunciata più volte dal nostro leader. Dobbiamo salvare la democrazia dal Comunismo, che è il vero responsabile di questo vile attentato.
Il vecchio ma ancora lucido Licio Gelli si è proposto per presiedere un comitato di saggi, che dovrebbe prendere spunto dal manifesto della  Loggia P2, da lui creata negli anni '80, dichiarata fuorilegge ma recentemente riabilitata in un fine pamphlet, scritto a quattro mani da Berlusconi stesso e dal suo collaboratore Cicchitto.
Bersani e Casini, leader di PD e UDC, due importanti partiti dell'opposizione, si dichiarano disponibili a una mediazione purchè preservi le regole fondamentali della democrazia.
Impossibile raggiungere per una dichiarazione su questo tema il Presidente della Repubblica Napolitano, che dal 14 Dicembre è ospite (ufficialmente per motivi di sicurezza) nella tenuta presidenziale di Castel Porziano sorvegliata da un distaccamento di parà della Folgore.
Impossibile poi ottenere un parere sugli ultimi problemi italiani anche dal presidente della Camera Fini, che non appare in pubblico dal  giorno 15.
Una nota fa sapere che è totalmente assorbito da un ciclo di studi della sua fondazione Farefuturo.
Ma come sta vivendo Berlusconi il difficile momento?
Mi sono recato fuori dalla clinica dove è ricoverato. Accanto a un presidio permanente dei comitati "Meno male che Silvio c'è", un gazebo della neonata associazione "Silvio presidente a vita".
Fra ceri accesi e canzoni di Apicella (il noto musicista di corte) abbiamo visto ragazze affrante ma fiduciose che Silvio si rimetterà presto.
A un certo punto si è avvicinata una signora attempata con un'ampolla fra le mani - Vede, questo è il suo sangue. Ero lì quel giorno, l'ho raccolto, ha proprietà curative straordinarie. Avevo l'artrite alle mani, è bastato spalmarne un pò ed è sparita! Sparita!
Subito prima di Natale la polizia ha scoperto che su E - Bay erano in vendita delle boccette con il "Preziosissimo sangue di Silvio". Denunciati per truffa cinque napoletani.
Ma tornando a Berlusconi, che non ha fatto mancare il suo caro saluto al popolo italiano, il direttore dell'ospedale ritiene probabile dimetterlo il 30 o il 31, per fargli passare il Capodanno serenamente a Villa Certosa.
Il suo maggiordomo sta già caricando il vulcano artificiale per i festeggiamenti, a cui sembra che sarà presente Putin che non vuole lasciare da solo il suo grande amico in questa fase delicata.
Negli scorsi giorni si sono succeduti in visita alcuni capi di stato; Gheddafi, che ha portato in dono tre cammelli purosangue e un commando delle sue belle amazzoni per difenderlo da possibili attacchi futuri, visto il fallimento dei suoi body guard.
Il bielorusso Lukashenko e a sopresa anche Hugo Chavez - Berlusconi està lontano da me politicamente, ma ammiro questo hijo de puta! Tiene i coglioni sotto, me assomiglia mucho!
Sconsolato il suo chirurgo estetico di fiducia, intercettato per caso fuori dai cancelli - Anni di lavoro buttati via. Dopo Valentino e Alba Parietti, Berlusconi era stato il capolavoro della mia vita! Adesso è tutto da rifare.
Emilio Fede ogni giorno va in visita dal suo editore e grande amico, come ci tiene a sottolineare - Scrivetelo, che il mondo lo sappia, l'oggetto che lo ha colpito non era una riproduzione del duomo, era una statuina di Stalin! Quello è uno sporco terrorista comunista!
Già, il Comunismo. Mi rendo conto che per un lettore statunitense è difficile capire le dinamiche della politica italiana, un linguaggio che richiama costantemente a un passato apparentemente morto e sepolto, ma questo è un paese che vive di passato, bisogna prenderlo così.
Non l'hanno presa molto bene però l'Onu e l'Unione Europea, che in un comunicato congiunto del 22 Dicembre hanno espresso "viva preoccupazione" per il rischio di involuzione democratica in Italia.
Gli ha risposto il segretario della Lega Nord Bossi, con un secco - Ma vadano a dar via i ciapp!
La momentanea difficoltà di tradurre dal dialetto lombardo all'inglese ha permesso al Ministro degli Esteri Frattini di prendere la parola, in una conferenza stampa ad hoc, e rassicurare il mondo che la democrazia italiana non corre nessun pericolo, ma anzi adesso gode finalmente di ottima salute.
Bookmark and Share

mercoledì 9 dicembre 2009

Americani arroganti e smemorati nel caso di Amanda Knox

C'erano due ragazzi americani come tanti che si erano arruolati nell'USAF; forse al tempo della scuola si erano esaltati un filo di troppo guardando Top Gun, Aquile d'attacco o qualche altro film di argomento aeronautico.
Anni dopo, nel 1998, erano nei cieli del Trentino a bordo di un aereo militare e cazzoneggiando allegramente come a volte fanno i piloti a stelle e strisce nei nostri cieli, come avevano visto fare in Top Gun, hanno tranciato il cavo della funivia del Cermis e hanno ammazzato una ventina di persone.
Ripercorrendo gli atti del processo si può dire che la sono cavata molto a buon mercato; praticamente niente galera, solo la radiazione dal corpo.
Dulcis in fundo il Senato USA ha prima concesso e poi negato il risarcimento ai familiari delle vittime, che così è rimasto in carico alle istituzioni italiane. Il governo di Centrosinistra allora in carica ha abbozzato.
Ancora peggiore è una seconda storia molto più recente; nel 2005 in Iraq Nicola Calipari del Sismi, che aveva appena preso in consegna la giornalista Luciana Sgrena dopo la sua liberazione dai terroristi, è stato ammazzato sotto un diluvio di piombo a un posto di blocco dei militari americani.
Un tragico errore, hanno concluso le autorità statunitensi. L'unico indagato Mario Lozano alla fine non ha pagato nulla. Dopo il congedo è tornato a vivere tranquillamente a New York.
Non è stato condannato nemmeno per omicidio colposo, nonostante a detta degli americani stessi era stato protagonista di un errore, cioè un caso di colpa grave; mentre invece era il potenziale capro espiatorio di una vicenda oscura e molto più grande di lui.
Lozano è stato incriminato dalla magistratura italiana ma chiaramente le speranze di vederlo sotto processo qui da noi sono pari a zero. Il governo di allora (Centrodestra) ha abbozzato come sempre.
La terza storia in realtà è un film in continua replica da oltre cinquant'anni. C'è un paese, gli Stati Uniti d'America, che chiede a un altro paese, l'Italia, un impegno militare dovunque sia necessario;  adesso ci chiedono altri soldati per l'Afghanistan e gliene offriremo ben mille, come i Garibaldini.  Altri possibili morti e spese in più per uno stato con i conti perennemente in dissesto.
Inoltre l'America ci chiede da sempre la piena disponibilità di intere fette del territorio per le proprie basi militari. Non c'è nessun paese della NATO così accondiscendente verso le richieste americane come l'Italia, nessun paese europeo con così tante basi USA come il nostro.
Intere porzioni del territorio sono sottratte alla sovranità nazionale e i nostri alleati ci fanno quel che gli pare; gli americani chiedono e gli italiani dicono sì, il caso Dal Molin insegna.
E' un'allenza scambiata spesso per un rapporto di servaggio, soprattutto a causa della nostra eccessiva e ossequiosa disponibilità.
Nel caso di Amanda Knox, dichiarata colpevole di omicidio da un tribunale italiano, molti americani hanno saltato a piè pari una valutazione del caso specifico, ammesso che si possa dire qualcosa di attendibile su un caso giudiziario di cui bisognerebbe conoscere bene le carte.
Hanno fatto di questa vicenda un fatto nazionale e umanitario, manco fosse stata incarcerata in Uganda o in Kazakistan. Una senatrice democratica si è azzardata a dire che siamo antiamericani (proprio noi).
Qualcun altro ha sollevato dubbi pesanti sul nostro processo penale; per carità non è affatto esente da errori a volte clamorosi, ma la differenza principale con la giustizia americana è che da noi si può sempre riconoscere un errore giudiziario e liberare un innocente.
Invece lì, essendo in vigore la pena di morte a volte non si può rimediare a un errore perchè il  condannato ormai è finito sul patibolo.
Qualcun altro ancora si è chiesto perchè i Marines non sono ancora intervenuti per liberare la povera ragazza. La madre degli idioti ha partorito ancora.
Ci sarà l'occasione per stabilire, in appello e cassazione, se Amanda e Raffaele sono i veri colpevoli di quell'omicidio. I dubbi sono legittimi, i ricorsi possibili e anzi doverosi.
Però in attesa di vedere come si concluderà il processo per il delitto di Perugia sarebbe stato bello se qualche abitante dei nostri palazzi della politica avesse detto qualcosa, per rispondere all'arroganza e alla scarsa memoria degli americani, che invocano giustizia e sono i primi che ce l'hanno negata in diversi casi.
Che non ci trattano da veri alleati come fanno con altri paesi NATO, ma si comportano dai padroni a casa nostra con una tracotanza che ci degrada a loro camerieri.
Sarebbe stato bello se dai palazzi della politica fosse saltato fuori un marziano a cantargliele come si deve, e a chiedere rispetto per un paese che  ha dato molto agli Stati Uniti e di cui gli USA hanno un grande bisogno. Invece abbiamo ascoltato le precisazioni di Frattini, recitate col suo solito tono debole e burocratico, e il silenzio assordante di tutti gli altri.
Bookmark and Share

martedì 1 dicembre 2009

La brava gente di Motta di Livenza

Zia uccide il nipote per una questione di soldi; un fatto di sangue come molti.
Accade dappertutto ogni giorno, questa volta è accaduto a Motta di Livenza, provincia di Treviso, Italia.
Le reazioni della gente intervistata da Antenna 3. Il proprietario dell'immobile dove si trova il bar gestito dall'ammazzato ha detto - mi dispiace sì, prima di tutto perchè adesso non tiro più l'affitto. Uomo pragmatico. Alcuni passanti - mah, non lo conoscevo... Sì appena di vista... No, non andavo mai nel suo bar... Beh, non era mica dei nostri.
Una vecchierella a cavallo della bici invece - il problema zè tuti 'sti extracomunitari. Tanto per essere originali.
Peccato solo che l'omicidio sia maturato fra italiani, la vittima era un piemontese trapiantato da tempo in Veneto, la zia assassina è pordenonese. Gli odiati stranieri stavolta non c'entrano, ma appena qualcuno orecchia distrattamente un fatto di cronaca nera l'accostamento a un albanese o un maghrebino è istintivo.
Nessuno ha portato un mazzo di fiori davanti all'ingresso di quel bar, nessuno ha pensato a un piccolo gesto di pietas che in simili circostanze sarebbe normale, perfino scontato.
E quello non era un bar di secondaria importanza ma uno dei posti più frequentati della cittadina; almeno per un certo periodo, finchè le liti continue all'interno della famiglia non ne hanno pregiudicato l'immagine e il fatturato.
La comunità prende le distanze, si gira dall'altra parte. Non era come noi, non era dei nostri.
E' una vera disdetta che non fosse meridionale, l'operazione di smarcamento sarebbe riuscita ancora meglio, avrebbe avuto una maggiore legittimità morale. Fra i terroni infatti queste cose sono all'ordine del giorno.
Ma la realtà è che queste cose capitano anche fra di noi; la zia italiana ha ammazzato il nipote italiano. Rimanendo in provincia di Treviso, il falegname italiano Favaro ha ucciso e tagliato a pezzi Iole Tassitani due anni fa.
Esattamente come a volte succede che le liti fra vicini di casa italiani degenerino e qualcuno pensi di risolverle tirando fuori il fucile da caccia e freddando il rivale.
Motta di Livenza è vicina a Gorgo al Monticano, dove due pendagli da forca albanesi hanno seviziato e trucidato una coppia di poveri pensionati nel 2007.
Però gli stranieri non hanno il monopolio dei reati di sangue, o dei reati in genere; anche fra la buona gente di Motta, simile in tutto e per tutto ai bravi cittadini delle altre province italiane, si può nascondere l'assassino.
Bookmark and Share