martedì 16 settembre 2008

Sì alla moschea a Treviso


Premessa: è difficile per un laico prendere le parti dell'Islam. E' difficile perchè l'Islam è una cultura che fin dalle origini ha permeato, nella sua logica totalizzante, tutta la vita delle comunità che l'hanno abbracciato, fondendo assieme religione e politica, precetti religiosi, norme giuridiche e regole sociali, condizionando completamente l'esistenza quotidiana dell'individuo.
Si potrà obiettare che non tutto il mondo islamico è così, che c'è Islam e Islam, però questa tendenza è un dato di fatto.
Come è un dato di fatto che, terrorismo a parte, proprio da paesi importanti di fede islamica oggi vengono minacce significative alla stabilità internazionale (Iran e Pakistan per esempio).
Quindi per un laico, che crede nella libertà, nell'autonomia del singolo e della società rispetto alle fedi religiose, non è semplice.
Ma a Treviso si sta facendo un'operazione vergognosa; il no alla moschea di Gentilini, che si è fatto paladino della lotta del Veneto cristiano contro l'Islam con toni sempre più grotteschi e truculenti, è contrario ai principi fondamentali della democrazia e controproducente.
La Costituzione vigente (quella italiana, non quella della Padania) tutela la libertà di religione come declinazione della più generale libertà della persona.
Ne consegue che anche i Comuni devono rispettare tale principio costituzionale, e non possono ignorare o fare muro verso la legittima richiesta di una comunità di avere luoghi di culto e di espressione culturale. Anche se si tratta di gruppi islamici.
A maggior ragione questo è vero e giusto oggi, in una società che, piaccia o no, è già multietnica e quindi multiculturale.
Anche il Veneto, in quanto microcosmo della comunità nazionale ed europea ormai è multiculturale; l'antica civiltà contadina analfabeta e devota al Cristo e alla Madonna è scomparsa, consegnata ai libri di storia.
Come è scomparsa la DC, la balena portavoce, fra gli anni 50 e 80, di quel Veneto che più per tradizione e opportunismo che per fede realmente sentita si professava cattolico.
In Veneto e anche nella mia Treviso vivono spalla a spalla cristiani e musulmani, credenti e non credenti.
Dire, come i leghisti e i bravi cittadini intervistati per strada "che vadano a pregare a casa loro" non ha senso, perchè in molti casi parliamo di persone che qui sono a casa loro, perchè ci vivono da molto tempo e qui hanno cresciuto i loro figli.
In questo territorio tutti lavorano e pagano le tasse e perciò hanno gli stessi diritti (oltrechè gli stessi doveri).
Stabilire una separazione, un regime di diritti limitati per qualcuno, una sorta di apartheid in salsa padana non solo è discriminatorio, ma è anche dannoso.
Si alimentano tensioni di cui non c'è bisogno. E' il modo migliore per spingere nell'isolamento interi gruppi di persone, e proprio da tali ambienti come si sa può emergere l'estremismo. Genty e i suoi crociati padani vogliono forse portarci allo scontro di civiltà?
Parrebbe di sì, visto che in una recente apparizione pubblica ha invocato S. Liberale, patrono di Treviso, per proteggerci dall'orda musulmana e in un'intervista si è vantato di aver fatto fare alla città una svolta  - a 160 gradi - (?)
Lo sceriffo non va molto d'accordo con la lingua italiana ed è un ometto di scarsa cultura, ma i conti della serva, per restare in sella, li sa fare.
Non vorrei però che in futuro dovessimo pagare tutti le scelte fatte dal mona di turno per accaparrarsi, nell'immediato, facili simpatie e voti.

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venerdì 12 settembre 2008

La Carfagna, le puttane e l'ipocrisia italiana


"Sepolcri imbiancati: espressione rivolta da Cristo agli scribi e ai farisei, comunemente usata per sottolineare una rivoltante ipocrisia" (Devoto - Oli, Dizionario della lingua italiana)

Già, ce ne sono parecchi in Italia; il governo di Centrodestra prosegue nelle sue iniziative "Law & Order". Adesso tocca alle puttane e ai loro clienti.
Secondo il disegno di legge di prossima presentazione in Parlamento, a firma Carfagna, le prostitute che esercitano per strada verranno arrestate e stessa sorte toccherà ai clienti, con l'aggiunta di una sanzione pecuniaria.
Quindi ne deriva che se la nobile professione verrà svolta privatamente, fra le cosiddette quattro mura, non ci saranno problemi.
Facciano pure ciò che vogliono, formalmente prostituirsi resta proibito, l'importante è che non si facciano vedere.
Domanda: ma allora non sarebbe meglio legalizzarla la prostituzione, seguendo l'esempio di altri paesi?
No, la prostituzione resta illecita (il Vaticano non consentirebbe) ma se si nasconde non verrà perseguita, è il messaggio ipocrita di questo governo di geni.
La prostituzione diventerà invisibile e con essa diventeranno invisibili le tante storie di sfruttamento e di violenza che le prostitute (ormai quasi tutte straniere) subiscono.
Ma i drammi umani e sociali non sfiorano l'orizzonte etico della ministra: a pochi giorni dall'insediamento, aveva affermato che non esiste un problema di discriminazione degli omosessuali in Italia.
Lo vada a dire ai gay di Roma, che ormai non hanno neanche più un problema di discriminazione, ma di sopravvivenza non appena mettono il naso fuori di casa. C'è un clima nuovo nel paese e qualcuno sta passando alle vie di fatto, si sente con le spalle coperte.
Men che meno poi sfiora l'orizzonte dei suoi colleghi del Centrodestra; anzi sono convinto che queste norme siano fatte ad hoc per salvaguardare in qualche modo il diritto di andare a puttane. Diritto di cui i politici usufruiscono ampiamente, come dimostrato poco tempo fa dal caso Mele.
Comunque stiano le cose è facile immaginare che la pressione dei papponi su di loro si farà ancora più forte, anche perchè come ha giustamente detto uno che se ne intende (un poliziotto) avranno un'arma di ricatto in più: se non fai come dico ti denuncio, dico che ti vendi per strada.
Protestano i membri delle associazioni che tentano di liberare queste ragazze dalla schiavitù; si chiedono come faranno ad avvicinarle.
Ma la protesta è inutile, questo governo ha dimostrato che intende tirare dritto mussolinianamente, fregandosene di critiche e osservazioni: i cittadini ci hanno dato un mandato, "un largo consenso" per garantire la sicurezza e così la stretta securitaria va avanti, anche se si sta riducendo a una serie di annunci e provvedimenti eclatanti, di cui è molto dubbia la logicità e l'utilità.
Difatti, è anche facile immaginare che verranno aperti tanti bordelli semi-clandestini nelle periferie, per lo scorno dei cittadini che non vogliono trans e puttane sotto casa e se le ritroveranno sul pianerottolo.
Che dire poi dei proprietari degli appartamenti? Potranno sfrattarle? Oppure diventando il domicilio una sorta di zona franca dovranno abbozzare? Domande per ora senza risposta.
Non si comprende neanche perchè sia toccato proprio alla Carfagna di fare da madrina a questo sciagurato disegno di legge. In teoria, trattandosi di una materia di pubblica sicurezza, spettava al Ministro degli Interni.
I casi sono due: o è esperta in materia, oppure dovevano pur farle fare qualcosa, per sottrarla all'immagine di inutilità, di semplice soprammobile di Palazzo Chigi che ha avuto finora.
A proposito di sepolcri imbiancati: la bella Mara ha fatto un'altra favolosa affermazione, dopo quella sui gay, dichiarando che prova orrore per chi vende il suo corpo.
Ma non era lei che mostrava culo e tette sui calendari, stimolando la libido dei maschi e anche quella ormai decisamente declinante del Berlusca che per questo l'ha voluta accanto a se?
Anche lei appartiene alla categoria.

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martedì 2 settembre 2008

Rifondazione e Farc, le relazioni pericolose


Il pc sequestrato dopo la morte di Reyes, uno dei capataz delle Farc colombiane, sta rivelando informazioni interessanti. Fra queste i rapporti con Rifondazione Comunista.
Sarebbe già stato politicamente inopportuno se vi fossero stati dei semplici contatti, ma i rifondaroli sono andati ben oltre.
Hanno stretto dei legami stabili con i guerriglieri gestiti dal responsabile esteri del partito, Mantovani, che ha cercato di giustificarsi sostenendo che Rifondazione teneva aperti i contatti solo per favorire il processo di pace e sempre alla luce del sole.
E i nomi in codice con cui si scambiavano le mail allora? Patetico.
A quanto pare invece Rifondazione ha inviato soldi per finanziare l'organizzazione e ne ha aiutato gli esponenti che per varie ragioni si trovavano in Europa. Non ha risparmiato nemmeno critiche per l'impegno di Veltroni a favore della liberazione di Ingrid Betancourt. Addirittura.
E' difficile esprimere un giudizio sulla situazione della Colombia, una delle più intricate e violente del Sudamerica.
Diseguaglianze sociali estreme generano reazioni estreme, questa è una delle materie prime della storia.
Le Farc sostengono di essere l'unica forza che si batte per i poveri della Colombia; è un fatto sotto gli occhi di tutti che in quel paese ci sono sacche di miseria, arretratezza e disperazione, che i vari governi succedutisi non hanno fatto sostanzialmente nulla per eliminarle. Garcia Marquez fra gli altri ne ha parlato molto.
Ma al di là di eventuali legittime simpatie per una causa rivoluzionaria, non si può dimenticare che le Farc sono responsabili del sequestro di centinaia di persone tenute in ostaggio in condizioni inumane, come ha ben fatto vedere il caso della Betancourt.
La quale non apparteneva all'elite governante della Colombia e non poteva ovviamente essere ritenuta responsabile di alcunchè. Anzi, per anni ha lottato per cambiare il paese con un programma all'insegna delle riforme e della giustizia sociale.
Eppure fu sequestrata, per esercitare un ricatto nei confronti delle istituzioni colombiane e per attirare l'attenzione della comunità internazionale, ma non solo.
La Betancourt dava fastidio perchè esprimeva un'opzione concorrenziale rispetto a quella delle Farc, con la differenza che lei intendeva cambiare il sistema con metodi legali, all'interno della democrazia.
Questa ferocia politica, unitamente alla totale indifferenza in tema di diritti e dignità delle persone (sono ancora qualche centinaio i prigionieri in mano alle Farc) doveva suggerire a Rifondazione maggiore freddezza verso i revolucionarios colombiani, invece dell'affettuosa corrispondenza che è venuta alla luce. Ma i comunisti non cambiano mai.
In ogni tempo e luogo hanno sempre cercato di eliminare con tutti i mezzi i movimenti e i leader non allineati.
E i comunisti italiani hanno sempre avuto relazioni indecenti o pericolose; al tempo della guerra fredda i rapporti con Mosca erano ben saldi.
Ai compagni d'oltrecortina venivano girate informazioni di ogni tipo, delineandosi così una vera attività spionistica verso una potenza avversaria, e in cambio arrivavano soldi (dollari s'intende, non rubli).
Purtroppo è una pagina della storia italiana su cui non è mai stata fatta la necessaria chiarezza; la cancellazione dei reati di illecito finanziamento del 1989, fortemente voluta anche dal PCI, e l'insabbiamento del dossier Mitrokhin hanno chiuso la questione.
Il vecchio lupo non perde il vizio, è sempre lo stesso.

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