mercoledì 4 giugno 2008

Ahmadinejad, lucida follia al potere


E' arrivato e come previsto ha dato spettacolo. A modo suo.
Ahmadinejad, presidente dell'Iran, approfittando del vertice Fao di Roma ha rilanciato le sue accuse e minacce a Israele promettendone la distruzione, che secondo lui è prossima.
E' stato trattato come un appestato; non è stato ricevuto dalle autorità italiane, non ha avuto colloqui con nessuno a parte il premier giapponese, non è stato invitato alla cena offerta dal nostro governo.
Ma reagendo con impareggiabile nonchalance ha ribadito le sue squinternate tesi di fronte alle telecamere della RAI, nell'ora in cui gli italiani sono davanti al fatidico piatto di pastasciutta.
Questa volta non ha affermato che l'Olocausto è un'invenzione, però ha detto che non capisce per quale motivo l'Europa senta ancora il bisogno, dopo tanti anni, di pagare un debito agli ebrei, un piccolo insignificante gruppo.
La seconda guerra mondiale ha provocato un totale di 60 milioni di morti di cui non si parla mai. Ahmadinejad non si preoccupi: noi europei sappiamo bene quale tributo di sangue i popoli del nostro continente hanno pagato durante il conflitto mondiale.
L'Iran invece non ha ancora fatto autocritica sull'orribile e insensata guerra degli anni 80 con l'Iraq, quando i ragazzini venivano mandati dal fanatismo islamico, di cui Ahmadinejad è il nuovo alfiere, a farsi massacrare davanti alle trincee nemiche.
D'altro canto l'esercizio del diritto di critica e manifestazione del pensiero non appartiene alle virtù teologali che informano la repubblica islamica che presiede.
Inutile poi spiegargli che la Shoah è il prodotto di secoli di Antisemitismo che proprio in Europa, purtroppo, ha avuto i natali e che lui contribuisce a tenere vivo.
L'ineffabile dittatore iraniano in un'intervista a un quotidiano ha persino accostato Khomeini a Gesù Cristo.
Entrambi, sostiene, sono stati portatori di un messaggio di pace e amore. Khomeini anzi può essere ritenuto il Gesù del XX Secolo (sic!).
Non mi risulta tuttavia che Gesù abbia mai deciso di mettere a morte i dissidenti ne di applicare norme barbare e arcaiche come quelle della Sharia che costituiscono l'ossatura del regime di Teheran.
La performance di Ahmadinejad non è stata soltanto pensata per suscitare scandalo e dibattito direttamente in casa nostra, nell'occidente.
E' soprattutto l'ennesimo messaggio che il folle ma lucido dittatore islamista rivolge al mondo musulmano, o meglio a quella sua parte militante ed estremista che da tempo affila le armi e si sta compattando.
Un filo robusto lega Ahmadinejad, l'Iraq e l'Afghanistan squassati da una guerra civile su cui gli iraniani portano pesanti responsabilità, la Siria canaglia e il leader di Hezbollah Nasrallah, regista delle provocazioni di confine che scatenarono la guerra con Israele nell'estate del 2007.
Si parte da Teheran e si arriva alle coste del Mediterraneo, dove Israele non è minacciato solo con le parole, ma anche con i fatti.
Sulla pace pesa l'poteca del dittatore di Teheran, tutto Corano e armi nucleari. Lo ha detto: la rivoluzione islamica raggiungerà il mondo intero.
Prima vittima Israele e dopo...
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