domenica 28 ottobre 2007

Costituente del Partito Democratico: osservazioni

La costituente del partito democratico svoltasi ieri è un evento molto importante, non c'è dubbio, come le primarie del 14 Ottobre.
Giudicarlo con sufficienza o con spregio, come ancora una volta ha fatto Berlusca, sarebbe sbagliato oltrechè poco rispettoso e democratico.
Da questo punto di vista bene ha fatto Veltroni a ricordare che il disprezzo per l'avversario, la tattica denigratoria come mezzo di propaganda non può trovare posto nel nuovo partito.
Questo in effetti è uno dei mali peggiori della sgangherata seconda repubblica in cui viviamo. Speriamo che il PD rompa con una tale pessima abitudine.
A parte questo, il racconto della giornata fatto dai media mi suggerisce perlomeno tre osservazioni.
Numero 1: i sospetti sulla reale volontà del vertice del PD di rompere con le vecchie tradizioni di gestione del potere non sono stati smentiti.
Infatti la selezione degli organismi dirigenti locali (in particolare i segretari provinciali) non avverrà con le primarie come invece sarebbe stato auspicabile e soprattutto coerente con le premesse del PD, vista l'importanza assegnata all'investitura dal basso fin dai primi passi di questa esperienza.
Saranno invece Veltroni ed i segretari regionali a sceglierli. I Veltroniani vogliono blindarsi? Brutto autogol.
Criticabile anche l'approvazione delle norme transitorie per acclamazione fatta dall'assemblea. Sarebbe stata preferibile una discussione aperta con votazione finale, visto che la minoranza interna al partito raccolta intorno alla Bindi ha espresso riserve, che in questo modo non hanno avuto la giusta considerazione e sono state scavalcate a pie' pari.
Numero 2: la relazione ed il discorso di chiusura di Veltroni hanno insistito sul carattere "nuovista" del partito, che continua ad essere il contenitore di un'idea di riformismo imprecisa ed ambigua.
L'unico riferimento al passato è stato Berlinguer. Un pò pochino... nella storia del paese c'è molto di più. Uno dei rari riferimenti al presente invece è stato il Cardinale Martini: che c'entra?
Numero 3: gli oratori, fra cui Prodi, hanno detto che il PD è la migliore risposta all'antipolitica, il nuovo spauracchio, il belzebù che ha fatto irruzione nella vita pubblica italiana e che i politici vogliono esorcizzare considerandolo un male che mina le basi della democrazia.
Prendiamo atto e attendiamo il Partito Democratico al varco. Tuttavia, a Prodi, Veltroni e a tutti gli altri ricordiamo che l'antipolitica nasce dal disastroso status quo in cui versa l'Italia.
I cittadini, sempre più numerosi, che danno segnali di insofferenza e disgusto verso la politica non sono bambini cattivi da correggere.
Sono le vittime della cattiva politica che ha dominato in questi anni e che tutti, a destra e a sinistra hanno contribuito a creare.
Il bersaglio da colpire non può essere Beppe Grillo e chi trova, nelle battaglie civili di Beppe Grillo, una ragione di sfogo contro la drammatica crisi del sistema paese.
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