lunedì 22 ottobre 2007

Tempi duri per la gente della notte

Ieri sera ero in pizzeria con alcuni amici. Uno di questi gestisce un locale, un disco pub che dalle mie parti sta avendo un buon successo. Finora.
Naturalmente siamo finiti a parlare della nuova normativa, varata il 2 Ottobre, che proibisce la vendita di alcolici in pub e discoteche dopo le 2.00.
Una normativa partita proprio dal Veneto dove abito, una regione che, va riconosciuto, detiene in tema di ubriachezza al volante e morti sulle strade un primato assai triste.
Il mio amico, in toni molto sconsolati, ci raccontava il suo punto di vista e quelle che a suo parere sono le incongruenze della normativa (piuttosto efficace come sintesi questo articolo che ho trovato navigando).
Il proibizionismo mi ha sempre convinto poco; credo che ognuno debba decidere come agire ed eventualmente, se sbaglia, pagarne le conseguenze. Si chiama responsabilità personale.
Se bevo e mi metto al volante, e magari provoco un incidente, il mio comportamento deve essere sanzionato con la dovuta severità. Il mio personale comportamento.
In questo caso invece lo stato ha deciso per tutti, imponendo un divieto che va a colpire indiscriminatamente tutti; in primo luogo i gestori dei locali notturni, a cui di fatto viene appioppata in maniera impropria la responsabilità della sicurezza stradale.
E lasciamo stare le solite illogicità delle leggi del bel paese; niente alcol dopo le 2.00 in discoteca, ma il paninaro che staziona fuori può vendere birra tranquillamente.
Se voglio, posso fermarmi in autogrill e comprarmi una bella bottiglia di vodka o vino e scolarmela in parcheggio. Nessun divieto per Autogrill Spa.
Devono anche spiegare poi cosa faranno per chi comunque si sbronzerà entro le 2.00 e poi uscirà buttandosi sulla strada, in contemporanea a tutti gli altri avventori. Infatti, negli ultimi fine settimana si è già visto che alle 3.00 i locali tendono a svuotarsi.
E se le discoteche anticiperanno gli orari di apertura come è stato ipotizzato, cosa faranno? Proibiranno la mescita alla mezzanotte? O le chiuderanno d'autorità?
Io vivo in una parte del paese da cui ha avuto origine questa bella pensata e dove nel contempo la cultura "dell'ombra" risalente alla vecchia società contadina, si perpetua di generazione in generazione con il benestare della classe politica (Lega Nord in primis) e delle categorie economiche.
Tanto è vero che a Treviso proprio ieri si celebrava l'Ombralonga, ed oggi abbiamo assistito al solito codazzo di polemiche fra favorevoli e contrari, mentre i netturbini lavavano via le vomitature dalle strade.
In Friuli ogni anno si svolge Cantine Aperte, un bel tour domenicale dove, degustazione dopo degustazione, si può tornare a casa con una sbornia colossale.
Nella Treviso gioiosa et amorosa capita di vedere aggirarsi ragazzini alticci, di un'età nella quale il sottoscritto invece andava avanti a Coca Cola.
Evidentemente ci sono baristi che non rinunciano ai 2 euro e mezzo dello "sprizzetto", anche se chi lo chiede è minorenne. E i genitori non si accorgono di niente.
Il proibizionismo è inutile; è una foglia di fico, una presa di posizione della classe politica che non va al nocciolo della questione, che è soprattutto culturale.
La diffusione dell'alcolismo, testimoniata dai rapporti delle Usl e di cui gli incidenti sulle strade sono un corollario inevitabile, è una piaga da contrastare con l'educazione, che spetta alla famiglia, alla scuola ed alle istituzioni con campagne di comunicazione mirate.
Senz'altro è una battaglia a lungo termine, ma è l'unico modo di affrontare il problema; nel frattempo, si rendano ancora più aspre le sanzioni per chi infrange le norme, e ci sia più vigilanza sulle strade da parte delle forze dell'ordine. Perchè deve pagare solo chi sbaglia.
E la gente, in questo paese sempre più intristito e diretto da un ceto politico di anziani, ha diritto almeno una sera a settimana, di tirare tardi e dimenticare le varie angosce che ci attanagliano, ballando e bevendo un drink in santa pace. Ovviamente escluso chi guida.
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