sabato 6 ottobre 2007

Ministro, la mastella è colma!

Il nostro ministro di disgrazia ed ingiustizia è arrivato al limite. Non ce la fa più.
Non vuole finire come Craxi, che è andato in esilio all'estero. Teme forse di finire confinato nel ducato di Ceppaloni?
Magari lì troverebbe la consolazione della solidarietà popolare, visto che ha distribuito benefici al 99% degli abitanti (cioè escludendo animali domestici e da cortile).
Si ribella alla gogna mediatica, teme per la sua sicurezza: sarà per questo che gira con un'auto blindata che costa una fortuna? Minaccia fuoco e fiamme.
E così che fa? Da la caccia ai blogger che esercitano il loro diritto di libera critica, come nel caso di Mastella Ti Odio.
Vuole il licenziamento del Cda della Rai per via dei pesanti ma legittimi e documentati giudizi rimediati ad Anno Zero, riguardo al caso della richiesta di trasferimento del PM De Magistris.
Il titolare dell'indagine Toghe Lucane, che sta mettendo in luce le violazioni di alcuni magistrati di Potenza ai loro doveri d'ufficio e soprattutto i rapporti poco chiari di questi con esponenti politici.
Quindi, il battagliero duca di Ceppaloni indice conferenze stampa dove sbertuccia lo staff della suddetta trasmissione e chiama in causa, ma guarda un pò che originale, un complotto dell'estrema sinistra ai suoi danni.
Si infuria anche con l'Espresso, reo soltanto di aver scoperchiato l'ennesimo verminaio italiano, su alcuni politici che hanno comprato casa per se ed i loro famigli in centro a Roma a prezzi stracciati (nel suo caso ben 26 vani, vista la stazza ha bisogno di spazio).
Il pachidermico e temperamentoso ministro della disgrazia se l'è presa anche con il fratello del giudice Borsellino, che ad Anno Zero lo ha a sua volta criticato; e pensare, ha detto, che ho anche aiutato la sua famiglia. Ingrato!
Come se dare riconoscimenti alla famiglia di un caduto dello stato nella lotta alla mafia non fosse un atto doveroso, ma una graziosa concessione del potente di turno.
Già, questo è il nocciolo della questione. Mastella è odiato a tal punto perchè è una delle più tipiche, classiche incarnazioni del politico italiano.
Ovvero, uomini abituati a gestire il potere come se fosse "cosa loro", che costruiscono il consenso sulla distribuzione di favori ad un giro più o meno ampio di militanti, elettori, persone che occupano posti chiave nell'amministrazione, nella stampa, nella magistratura e così via. Trasformismo, maneggi assortiti, totale spregiudicatezza sono le loro note caratteristiche.
Un ceto, o casta per dirla con Gianantonio Stella, che gode di privilegi, esenzioni ed immunità, anche dal punto di vista giudiziario: per loro la legge è più uguale che per i comuni cittadini.
La casta vive negli agi mentre il paese annaspa; non governa, si limita ad una politica di piccolo cabotaggio finalizzata solo a restare incollata alla poltrona. Lui stesso ha detto che l'importante è sedersi su qualche poltrona...ergo, non importa vicino a chi.
Per questo è transitato con il suo seguito di scherani dal Centrodestra al Centrosinistra, in attesa magari di tornare dall'altra parte.
Ha deciso di appoggiare Prodi alle ultime elezioni solo dopo aver ricevuto l'assicurazione che la poltrona di ministro della giustizia sarebbe stata sua.
Mi ricordo quando, ripreso dalla tv, ad un'assemblea del partito ceppalonese ha stracciato il discorso che si era preparato nell'ipotesi che non fosse stato raggiunto l'accordo e, sorridendo, ne ha tirato fuori un'altro pronto alla bisogna. Mitico Mastella!
La strategia politica, l'adesione ad un programma, ad un sistema di valori per uomini come lui non contano nulla, vanno sempre dove tira il vento.
Come gesto concreto di solidarietà con i blogger minacciati di censura e come piccolo sfogo personale ad uno stato di cose intollerabile, ho deciso di aprire anch'io un blog anti Mastella. Perchè la mastella è veramente colma.
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