mercoledì 28 gennaio 2009

Il vescovo negazionista e l'anima buia della Chiesa


Un nuovo capitolo nel riflusso antisemita e neofascista che da un pò di tempo affligge l'occidente.
Ratzinger ha riaccolto nel seno di Santa Romana Chiesa i Lefebvriani, messi al bando vent'anni fa per il loro isterico antimodernismo e l'indisciplina verso Roma. Uno di loro, il vescovo Williamson, ne ha approfittato per rilanciare le tesi negazioniste sull'Olocausto.
Dopo aver ripristinato l'invocazione alla conversione degli ebrei (che era stata saggiamente eliminata molti anni orsono) il cerchio si chiude.
Dal canto loro i rabbini d'Israele hanno fatto l'unica cosa possibile, annunciando che sospenderanno i rapporti con Roma, mentre gli ebrei italiani invece hanno fatto sapere che nonostante questo scivolone continueranno a dialogare con le gerarchie vaticane; li comprendo, per loro è più difficile dato che hanno il nemico in casa.
Le due mosse in successione dimostrano palesemente l'0stilità della Chiesa verso l'Ebraismo, sebbene la decisione di Ratzinger di revocare la scomunica ai tradizionalisti abbia una motivazione più ampia.
Il papa antimoderno aveva la necessità di ricucire la ferita con un movimento scismatico con il quale esiste un'affinità ideologica: l'opposizione all'ecumenismo, al pluralismo dei costumi e delle culture, alla laicità e alla democrazia, in poche parole al mondo quale si è configurato negli ultimi decenni.
A volte si scivola nel ridicolo. I Lefebvriani non accettano nei luoghi sacri donne con i pantaloni (con i pantaloni!) per una questione di decoro; torna in mente l'anatema di Pio IX contro le ferrovie, che furono definite opera di Satana o per venire all'attualità, il burqa imposto alle donne in certi paesi islamici.
Nel caso delle ignobili dichiarazioni del vescovo simpatizzante del nazismo - ci sono forti dubbi sull'esistenza delle camere a gas, non è vero che la Shoah ha provocato deliberatamente 6 milioni di morti, sono molti di meno - la voglia di sorridere passa.
Viene da pensare a quegli uomini di Chiesa che dopo la fine della guerra hanno protetto e assicurato la fuga di diversi criminali di guerra e agli episodi di antisemitismo, aggressioni e atti vandalici, che vediamo accadere in Europa Italia compresa.
Sono incline a credere che l'incidente di Williamson sia un effetto collaterale della scelta di Ratzinger da lui non desiderato; la questione del resto va ben oltre il recupero della messa in latino o di altre vecchie formule liturgiche.
Questa sarebbe una scelta in sè del tutto legittima e se vogliamo suggestiva, come molte cose antiche della cultura occidentale, ma purtroppo deve essere inquadrata nella greve e anacronistica offensiva papale contro tutto, comprese le altre fedi.
Dopo le dichiarazioni antiprotestanti sono arrivati, o meglio sono tornati in auge, i vecchi clichè antiebraici: gli ebrei sono una comunità che sbaglia, si pone contro il vero messaggio divino e se ne auspica la conversione.
La Chiesa alza il ponte levatoio; come ha rilevato il teologo Hans Kung al papa non interessa un rapporto vero con la comunità dei fedeli (e men che meno con chi ne è al di fuori), si è chiuso nelle stanze vaticane.
Rinuncia a essere un pastore di popoli in dialogo con l'umanità intera. Riduce il suo ruolo a quello di custode pedante di una malintesa ortodossia, giungendo a riabilitare la componente del cattolicesimo più stupidamente oscurantista e pericolosa per la libertà, nonchè per il dialogo e la pacifica convivenza fra le fedi che soprattutto oggi è un imperativo categorico.

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