lunedì 26 maggio 2008

Cannes: l'Italia delle malefatte trionfa al cinema


"Grande ritorno del nostro cinema ai momenti gloriosi della sua storia"
(Giorgio Napolitano)

Italia premiata al festival di Cannes; arrivano due prestigiosi riconoscimenti per i film Gomorra e il Divo. Complimenti agli autori.
In tutta franchezza però non condivido l'entusiasmo del Presidente della Repubblica; vinciamo con due pellicole che raccontano al mondo personaggi controversi della nostra storia o fenomeni di profondo degrado civile.
I film, pur se di argomento diverso, si collegano. Dalla Campania in mano alla camorra alla rivisitazione delle vicende del divino Andreotti, personaggio fra i più potenti e discussi della storia nazionale, è l'Italia della criminalità o della politica ambigua e sgovernante, ridotta a mero gioco di potere, ad affascinare al tal punto pubblico e giurati.
Non condivido però neanche l'opinione di chi ha detto che questi film ci danneggiano; registi e attori fanno il loro lavoro, producono arte, è il paese che fa pena. E' l'Italia che danneggia se stessa.
Dopo le grandi produzioni Hollywoodiane che hanno raccontato la mafia, spesso mitizzandola e dando luogo a un'epica moderna (basta pensare al Padrino di Coppola), dopo la stagione delle fiction aperta dalla Piovra trasmessa ovunque, il romanzo criminale all'italiana continua a riscuotere consensi. Questa è la materia principale che forniamo al cinema.
Una volta erano uomini come Fellini a suscitare entusiasmo e a vincere premi, oggi vinciamo con un giovane regista che fa vedere i legami complessi e angoscianti fra criminalità, politica e società, mentre Saviano che ha ispirato il libro vive sotto scorta e non può neanche sfilare liberamente sulla croisette. Oppure vinciamo e convinciamo con un altro regista che parla del divo Giulio.
Congratulazioni... Ma che vergogna...

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