venerdì 27 novembre 2009

Siamo un popolo di poca fede, ma in compenso tanto devoti

Alcune notizie in ordine sparso.
Marrazzo, dopo aver chiesto scusa alla famiglia e agli amici si scusa anche con il Pontefice; ha fatto atto di contrizione con tutti tranne che con gli elettori.
Il consiglio regionale del Friuli ha approvato una delibera per esporre il crocefisso nell'aula. Il crocefisso sì, la foto di Napolitano no.
Un sindaco sardo udiccino a sua volta ha imposto l'esposizione della croce in tutti gli uffici pubblici: sanzione di 500 euro per i trasgressori.
Dopo i consueti tira e molla, la commissione sanità del senato ha sospeso la somministrazione della RU486 in attesa che il governo si pronunci, e non è difficile immaginare quale sarà il suo parere. Siamo un popolo di poca fede ma molto ossequiente nei confronti del Vaticano.
Un consigliere PD friulano ha ricordato le parole di Don Milani - meno crocefisso e più Vangelo. Il richiamo è ineccepibile ma ovviamente è destinato a restare lettera morta.
In Italietta c'è molto pubblico tributo ai simboli esteriori della fede (che conviene a fini elettorali) e molto poca reale condivisione dei valori del Cristianesimo.
Tutti i partiti a turno si espongono con prese di posizione spericolate e grottesche per difendere le cd. tradizioni del popolo italiano; oppure temono di inimicarsi il Vaticano o ferire la sensibilità cattolica, ammesso che esista veramente e sia così determinante per vincere le elezioni.
Balbettano e sono incapaci di portare avanti una linea chiara. Ogni riferimento al PD è puramente voluto. Bersani sulla faccenda del crocefisso è stato quanto mai prudente; il suo partito, nella problematica del testamento biologico come su altre, si è rivelato indeciso a tutto.
Italiani gente di poca fede, ma in pubblico sono assai devoti. Si sentono tranquilli e fortificati quando la forma viene rispettata, ma nella sostanza sono assai carenti.
I pagliacci in camicia verde vogliono limitare la cassa integrazione ai lavoratori stranieri, decisione questa che giuridicamente parlando sarebbe incostituzionale; ma che inoltre sarebbe palesemente anticristiana. Le folle che li votano sono senz'altro d'accordo.
Papa Ratzinger invita all'accoglienza dello straniero, in particolare dei minori migranti; vediamo se Bossi dirà qualcosa.
In precedenza, quando a criticare la politica dei respingimenti era stata la CEI, i leghisti avevano risposto che i "vescovoni" se li dovevano prendere a casa loro gli extracomunitari. Le folle dei buoni cristiani padani avevano applaudito con vigore.
Berlusconi stesso, fra un'orgetta con le prostitute e una passeggiata per l'Aquila con la croce in mano davanti alle telecamere (ancora questa croce), ha detto che l'Italia non è una società multietnica.
Negando l'evidenza dei fatti. Sarebbe come dire che lui non è un puttaniere incallito. Parliamo del leader politico sostenitore, con il Casini separato, del Family Day.
A molti italiani va bene così: in apparenza la morale convenzionale e il comune senso del pudore sono rispettati, finchè non salta fuori qualche scandaletto o scandalone a generare un momentaneo subbuglio. Solo un momentaneo subbuglio. Questi leader sono come loro.
Nella Prima Repubblica la coesistenza di un'area politica laica ben definita e di un partito cattolico pragmatico come la DC, aveva garantito un equilibrio fra le varie componenti della società.
Anche allora c'erano molti atei devoti, ma non erano mai stati spudorati come oggi. Anche all'epoca vi sono state battaglie dure e decisioni difficili, ma nel complesso il motto pluralista vivi e lascia vivere era rispettato.
Invece nell'Italia bigotta di oggi, piena di ciavacristi come si dice dalle mie parti, l'aria puzza sempre più di sacrestia e moralismo d'accatto, ed è sempre meno respirabile non solo per i laici ma anche per i veri cristiani.
Bookmark and Share

Nessun commento: