venerdì 7 settembre 2007

Birmania, una dittatura dimenticata


Mi ha colpito, negli ultimi giorni, l'assenza dai telegiornali di un accenno, anche minimo, alla grave crisi politica che attanaglia la Birmania.
D'accordo, fra emergenza criminalità, la morte di Pavarotti ed altro, c'erano molte notizie da dare...però non parlarne proprio dimostra che l'Italiotta in cui viviamo ha decisamente bisogno di sprovincializzarsi. Anzi, di liberarsi.
Chi non legge i quotidiani o non naviga in rete a caccia d'informazione, o magari di controinformazione, sprofonda nella bambagia in cui ci ha ficcato il sistema Rai - Mediaset.
Sì, colpisce la differenza con i media stranieri (come BBC o CNN), pronti invece a dare risalto a moltissime notizie da tutto il mondo: fosse anche una crisi di starnuti del segretario dell'Onu o il campionato nazionale di bocce australiano.
Comunque, la situazione in Birmania è precipitata; questo disgraziato paese da molti anni è sotto la morsa di una dittatura militare che non solo lo ha privato della libertà, ma lo sta facendo letteralmente morire di fame, più o meno come la Corea del Nord.
La dieta tipo del birmano consiste in un piatto di riso con foglie di tè crude, per non consumare troppo gas.
Effetto di un razionamento dei generi alimentari abbinato ad uno spaventoso aumento del prezzo di combustibili e benzina (+ 500%). In un paese ricco di fonti di energia.
Diritti civili negati, arresti e desaparecidos, corruzione spaventosa, elezioni rimandate di continuo: la signora Suu Ki, premio nobel, da 17 anni è ai domiciliari perchè nel 1988, alla testa del suo partito, ha osato vincere le elezioni.
I militari golpisti hanno persino cambiato nome al paese, tempo addietro: non si chiama più Birmania ma Myanmar. Forse un estremo tentativo di nascondersi agli occhi del mondo.
Non che ce ne sia bisogno: l'Europa tace, gli USA balbettano ogni tanto una protesta che somiglia a un raglio d'asino.
La Cina invece assicura apertamente la sua protezione, per via degli interessi economici che la legano al regime birmano. Fra dittature ci si intende sempre...
L'ultimo aggiornamento: i monaci buddisti, spalleggiati dalla popolazione, hanno cominciato una pubblica protesta che monta sempre di più.
Chissà se i birmani riusciranno a togliersi le manette; se accadrà sarà solo per merito loro. I presunti democratici si girano dall'altra parte.

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