giovedì 13 settembre 2007

Politica e antipolitica

L'antipolitica nasce dalla cattiva politica. Già questa considerazione basterebbe per chiudere la bocca a quanti, nei palazzi del potere o nei media, criticano l'iniziativa di Beppe Grillo e dei circoli dei Grilli. Non dimentichiamo questi ultimi, perchè il successo della mobilitazione è in buona parte merito loro.
Scendere in piazza e manifestare contro una classe politica di inetti e di corrotti è già di per se un atto politico. Una presa di distanze e di posizione.
La sottolineatura di un disagio fortissimo rispetto ad un sistema dei partiti di cui si avverte la distanza siderale rispetto ai numerosi problemi della società italiana.
Ma tutto ciò ovviamente non basta; la bellezza del gesto deve essere seguita da una proposta, per fare in modo che questo movimento sia politico in senso pieno. E la proposta a quanto pare c'è.
Occorre modificare le regole del gioco per allontanare i parlamentari condannati e per consentire all'elettore di esprimere una preferenza: perchè mai non dovrebbe?
Meglio una legge elettorale ributtante, di stampo sovietico, che ha generato liste bloccate decise dalle segreterie nazionali, come quella varata dal Berlusca?
Infine, occorre modificare le regole del gioco per porre fine al fenomeno dei professionisti della politica; in Italia si è battuto ogni record, visto che ci sono esponenti dei partiti con quattro, cinque legislature alle spalle. Tempo mal speso, visto che la loro produttività è molto bassa.
Negli USA vige il limite dei due mandati presidenziali e mai nessuno si sognerebbe di eliminarlo: chi ha scritto la costituzione americana ha dimostrato saggezza, perchè stare troppo al potere è deleterio, logora, anche se Andreotti pensa il contrario.
Il sasso nello stagno è stato gettato; ai promotori dell'iniziativa spetta ora il compito di andare avanti fino a raggiungere l'obiettivo. Ai cittadini che hanno a cuore la democrazia il compito di sostenerli.


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