giovedì 8 novembre 2007

Diliberto e la mummia di Lenin

Il circo Barnum della politica nostrana non finisce mai di stupire. Oliviero Diliberto fra il serio e il faceto ha ventilato l'ipotesi di accogliere qui da noi le spoglie di Lenin.
Questo perchè lo zar Vladimiro, a quanto pare, vuole chiudere il mausoleo di Mosca che da molti decenni ospita la mummia del padre della rivoluzione.
La generosa dichiarazione di disponibilità è stata fatta dal nostro durante la sua visita in Russia, ospitato dal partito comunista di Ziuganov.
Il leader maximo di una cellula del comunismo italiano ha incontrato il segretario di un partito di sopravvissuti e nostalgici dei bei tempi che furono (quelli dell'URSS, e qui mi viene un brivido alla schiena).
E fra amarcord commoventi, brindisi a base di vodka, pacche sulle spalle e analisi dello scenario internazionale in chiave marxista, è venuta fuori questa straordinaria pensata. Attendiamo di sapere dove "Dilibertov" pensa di collocare le illustri spoglie.
Ci manca solo che proponga di trasferire nelle piazze d'Italia le statue dei vari dittatori comunisti, Stalin in testa, che dopo la caduta del muro sono state abbattute e gettate da una parte.
La salma di Lenin non ha pace; prima di morire il leader russo aveva espresso l'umano desiderio di essere sepolto privatamente, vicino alla madre.
Non lo rispettarono; lo imbalsamarono come un faraone e lo esposero agli occhi delle folle che volevano venerarne le reliquie, inaugurando la tendenza ad ammantare di sacralità i leader comunisti che ha sempre fatto a pugni con l'ateismo dichiarato di quell'ideologia.
Il comunismo aveva la pretesa di essere una scienza, ma si è trasformato in religione, con le sue divinità, i suoi santi e i suoi fedeli, che anche qui da noi sono ancora presenti.
Chissà cosa direbbe il padre della rivoluzione d'Ottobre di questo culto della personalità.
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