giovedì 1 novembre 2007

Un folletto di nome Angus Young


Angus Young è uno dei due archetipi del chitarrista rock.
Nell'arco della sua più che trentennale carriera, spesa interamente negli inossidabili AC/DC, ha incarnato il lato più viscerale ed istintivo di questo genere come pochi altri hanno saputo fare.
L'altro archetipo è quello del chitarrista colto, dallo stile complesso tecnicamente e ricco di riferimenti: categoria a cui appartengono nomi come Ritchie Blackmore, Jimmy Page e Tony Iommi fra gli altri. Musicisti venerati e di atteggiamento un pò algido, distaccato.
Angus è diverso; è un autodidatta dallo stile semplice (e per questo snobbato da una parte della critica), che ha imparato a suonare da solo ascoltando gli album degli Yardbirds, degli Who e di Muddy Waters.
Si è sempre posto, come tutti i membri degli AC/DC, in comunione totale con il pubblico. Un dilettante allo sbaraglio assurto a fama mondiale grazie alle ritmiche sfrenate e grezze impresse all'Hard Rock, ai riff al fulmicotone che fuoriescono dalla sua Gibson modello diavoletto.
E' un folletto che rappresenta il feeling più profondo del rock, la pancia del genere, specularmente ai personaggi succitati che ne rappresentano invece la testa.
Nel film School Of Rock, l'insegnante interpretato da Jack Black per spiegare ai suoi allievi come deve essere una chitarrista fa vedere un video di Angus.
Il suo marchio di fabbrica sono le esibizioni dal vivo in cui si dimena come un ossesso, saltando di qua e di la vestito con la celebre divisa da scolaretto, suggeritagli dalla sorella.
Gli AC/DC in effetti nascono come una questione di famiglia. Ne sono fondatori, all'alba degli anni 70 Angus ed i suoi fratelli Malcom (chitarra ritmica) ed Harry Young, che ne produrrà gli album per diversi anni.
Gli Young appartengono all'ambiente dell'immigrazione scozzese di Sydney, Australia; un ambiente tosto, fatto di grandi lavoratori ed altrettanto grandi bevitori.
Gente sanguigna ed un pò ai margini, pronta a menare le mani soprattutto dopo una serata al pub; gli Young rispettano la tradizione, già ai tempi della scuola si segnalano per il carattere fin troppo vispo e la scarsa dedizione allo studio.
Quando prende corpo il progetto di fare musica, incontrano sul loro cammino un altro figlio di emigranti scozzesi, Bon Scott.
Anarchico ragazzo di strada che di tanto in tanto finisce nei guai con la giustizia e viene piazzato davanti al microfono (pure lui è un dilettante allo sbaraglio) .
Bon Scott evidenzia uno stile canoro molto originale, è un urlatore blues capace di passare dalle vocine infantili o maniacali ad interpretazioni struggenti e sofferte. Unico.
Con l'ingresso di Phil Rudd alla batteria e di Mark Evans al basso la squadra è completa, gli ingredienti per un cocktail esplosivo sono pronti.
Gli AC/DC iniziano un percorso che li porterà ad essere uno dei gruppi Hard più amati, con il loro tipico, bollente boogie rock dalle venature blues, che nel corso degli anni 80 assume connotazioni più heavy mantenendo però sempre un imprinting inconfondibile.
Gli anni 80 tuttavia si snodano senza Bon Scott, morto nel Febbraio dell'80, soffocato dal vomito dopo l'ennesima sbronza.
Viene sostituito da un altro urlatore d'eccezione, lo scozzese (tanto per restare in tema) Brian Johnson, che riesce nel non facile compito di farsi accettare dai fans.
Gli AC/DC sono stati fonte d'ispirazione di decine di gruppi. Angus ne è l'anima ed è uno dei pochi musicisti che hanno tirato fuori completamente il potenziale energetico di questo genere.
Volare a un milione di watt.
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