lunedì 26 novembre 2007

L'altra Russia è in pericolo


La notizia è pesante, una di quelle che dovrebbero lasciare il segno nella comunità democratica dell'occidente.
Kasparov, uno dei nomi più in vista della dissidenza russa al regime dello Zar Vladimiro, è stato sbattuto dentro assieme ad altri oppositori, per aver svolto una manifestazione non autorizzata.
L'obiettivo era protestare contro l'esclusione delle liste di Altra Russia, di cui Kasparov è animatore, dalle prossime elezioni politiche.
La Russia ufficiale, quella autoritaria di Putin, ha ancora una volta represso in modo spiccio una legittima protesta democratica.
Non mi stupirei se prima o dopo Kasparov venisse condannato al confino, nel solco della più antica tradizione locale, o se gli accadesse di peggio.
L'arroganza e la sfacciataggine dello Zar Vladimiro non hanno limiti; il governo non esita a mostrare i muscoli alla comunità internazionale o all'opinione pubblica, quando si sente sotto pressione.
Gli oppositori vengono ridotti nella condizione di non nuocere, attraverso gli strumenti offerti dalla repressione poliziesca o giudiziaria o attraverso le esecuzioni sommarie, come accaduto a Litvinenko o alla Poliktovskaja.
Con la fine della guerra fredda molti speravano che la Russia, pur in mezzo a tentennamenti e contraddizioni, si stesse avviando lentamente verso la democrazia.
Invece, a 16 anni di distanza dalla fine dell'URSS constatiamo che l'orso russo è ancora vivo e vegeto ed ha ripreso il suo cammino minaccioso.
Preoccupante la situazione dei diritti umani e delle libertà politiche all'interno, altrettanto preoccupante la strategia aggressiva emergente in politica estera, che comunque, a dire il vero, è stata stimolata dalle provocazioni statunitensi.
Il regime putiniano è un groviglio di interessi che trasversalmente passa per il suo entourage, il partito Russia Unita, settori importanti della macchina statale, le forze armate e le grandi corporazioni che hanno preso il posto delle vecchie aziende pubbliche.
A questo monolite si oppongono gruppi politici e culturali piuttosto sparuti, i cui membri rischiano letteralmente la vita. Davide sfida Golia ma non si sa come andrà a finire.
In mezzo la grande massa dei cittadini russi, apatici, intimiditi, oppure schierati con il presidente - zar perchè sedotti dalle sue promesse di recuperare la grandeur perduta.
Sta alla finestra la comunità occidentale, che ogni tanto rumoreggia ed esprime critiche, ma non può entrare in rotta di collisione con i vertici di un paese i cui legami economici con l'occidente sono ormai molto saldi e che è uno nostri dei principali fornitori di energia.
Tuttavia, credo che l'Altra Russia, quella possibile della democrazia, non possa essere lasciata da sola in questo momento. Servirebbe uno slancio diverso.
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