venerdì 22 febbraio 2008

Italiani nella ragnatela del terrorismo islamico

Apprendiamo oggi che la polizia ha oscurato alcuni blog dove si faceva propaganda filo-islamica, o meglio a favore del terrorismo islamico.
Due di questi erano gestiti dal noto Imam di Carmagnola, espulso da tempo dal nostro paese, e dalla moglie.
Sorprende scoprire che gli altri due erano gestiti da italiani convertiti all'Islam, stando almeno a quanto hanno raccontato i media. L'indagine ha prodotto sette denunce per istigazione a delinquere.
Peccato non poter più leggere i contenuti di questi sitarelli, perchè viene da chiedersi per quale motivo alcuni italiani incensurati si sono legati ad ambienti dell'eversione islamica.
Gli attentati che hanno sconvolto Londra nel Luglio 2005 sono stati compiuti da estremisti di origini non europee, ma anche qui sorprende un pò (o forse no?) che del gruppo facesse parte un jamaicano, paese che non appartiene di certo alla cerchia più ardente dei fedeli della religione maomettana.
Uno degli aspetti più inquietanti del terrorismo internazionale del XXI secolo è la capacità di attrazione che esercita su chi, per estrazione etnica e culturale, dovrebbe essere lontano anni luce dal fanatismo islamico.
la decisione di aderire all'eversione, qualunque matrice essa abbia, deriva sempre da un'insoddisfazione individuale irrisolta verso l'assetto politico-sociale.
Sposare un'ideologia, un'etica o una religione anti-sistema (o che possono essere configurate in chiave anti-sistema) diventa la via d'uscita, la risposta a un disagio non ricomposto. Si rompe definitivamente con la propria comunità, si bruciano i vascelli per imboccare la strada della violenza.
Questa è la ragione per cui anche chi magari non commetterebbe mai atti terroristici si converte all'Islam, un trend in crescita nei paesi occidentali da quando vi si sono insediate robuste minoranze islamiche.
L'Islam propone un'interpretazione della vita individuale e di relazione fortemente alternativa rispetto alle regole e allo stile di vita gaudente e materialistico (ammettiamolo) dei paesi occidentali.
Da questo punto di vista però anche il Buddismo propone un modo molto diverso di interpretare le ragioni dell'esistenza e i rapporti con il mondo.
La differenza è che l'Islam ha una logica totalitaria; fin dalle sue origini ha teorizzato una distinzione fra il mondo convertito alla vera fede, derivante dalla predicazione di Maometto, e il mondo "temporaneamente non sottoposto" al dominio dell'Islam.
Da qui parte il concetto di Jihadismo, di guerra santa avente come fine la conversione dell'altra parte.
Strumento della Jihad è la predicazione e la forza dell'esempio, ma è anche (e la storia dei rapporti fra Islam e Occidente lo dimostra) conflitto armato.
Gli italiani caduti nella tela tessuta dagli imam hanno preso parte alla Jihad contro il mondo da cui provengono, in definitiva contro loro stessi.
Si sono asserviti al disegno sanguinario di chi pretende di indicare agli altri la retta via. Come diceva Voltaire le religioni sono "sette l'una contro l'altra armate"; in mano agli oltranzisti, diventano armi letali contro l'umanità.
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