sabato 2 febbraio 2008

Quel pasticciaccio brutto di Europa 7

Non c'è niente da fare; l'Italia è costantemente, ostinatamente fuorilegge.
Dopo il caso della monnezza campana che ci ha procurato un cartellino rosso, la notizia che l'Unione Europea ha bocciato il sistema nazionale di assegnazione delle radiofrequenze lo conferma.
La sentenza riguarda il noto caso dell'emittente Europa 7, che pur avendo ottenuto una regolare autorizzazione ad operare in analogico nel lontano 1999, non ha mai potuto farlo.
Scorrendo il dispositivo della pronuncia della corte di giustizia europea, chiamata a esprimersi dal consiglio di stato italiano, si legge che il sistema italiano non è obiettivo, non è trasparente, non tutela dalle discriminazioni.
Di più; vengono messi sotto accusa i "regimi transitori" che si sono succeduti e hanno consentito agli "occupanti di fatto" di esercitare la loro attività in violazione dei diritti di altri operatori.
Ora gli occupanti di fatto sono RAI 2 e Mediaset, che con Rete4 tiene impegnate abusivamente frequenze che invece spetterebbero a Europa 7, con buona pace delle veline di Cologno Monzese e di Arcore che dicono che la questione non riguarda il gruppo di Berlusconi.
Quindi la palla ritorna al consiglio di stato: vedremo cosa succederà, siamo di fronte a una fiction che senz'altro riserverà altri colpi di scena.
Per il momento, tirando le somme emerge che ne il centrosinistra, ne ovviamente il centrodestra agli ordini del padrone di Mediaset, hanno affrontato per tempo il problema.
Nel 1999 al governo c'era D'Alema; fra 2001 e 2006 abbiamo avuto Berlusconi. Il centrosinistra di allora in virtù di un patto di non belligeranza ha salvato Berlusconi, che con la legge Gasparri ha mantenuto in vita una regolamentazione illecita, perchè in contrasto con le norme europee. Consociativismo perfetto.
E la caduta del governo Prodi, che con il disegno di legge Gentiloni aveva promesso di correggere questa infame stortura, conserva lo status quo.
Senza ombra di dubbio, sulla crisi di governo ha pesato anche questo fattore; la quinta colonna berlusconiana nella maggioranza di centrosinistra (Mastella e Dini) ha svolto bene il suo compito e sarà ricompensata da qualche poltrona quando la casa delle libertà tornerà in sella.
Il pasticciaccio di cui fa le spese Europa 7 è grave sotto due diversi profili; prima di tutto è una violazione del principio di concorrenza e di libera iniziativa economica, perpetrata dal bandito di Arcore che si spaccia per campione del libero mercato, mentre invece è un monopolista nella più consolidata tradizione italiota. La torta della pubblicità infatti se la pappa quasi tutta lui.
Sarà un caso che quando Berlusca era al governo i profitti del suo impero mediatico sono saliti alle stelle?
Inoltre è un attacco arrogante alla libertà del cittadino/consumatore, che ha diritto ad un'offerta televisiva il più possibile ricca e conseguentemente a un'informazione il più possibile pluralista. L'altro recente scandalo, sulla gestione congiunta dei palinsesti e dell'informazione politica in RAI e Mediaset, mostra quanto tale fenomeno sia nocivo per la democrazia.
Vedremo mai Emilio Fede, capo della rete di propaganda del nano di Arcore, emigrare sul digitale o sul satellite? Riusciremo ad avere un sistema radiotelevisivo più equilibrato e libero?
Riusciremo a impedire al conflitto di interessi, chiunque ne sia portatore, di attentare allo sviluppo economico e alla democrazia?
Bookmark and Share

Nessun commento: