venerdì 12 ottobre 2007

Giovani neonazisti crescono

Dal giornale di oggi. Alcuni giovani virgulti degli ambienti neonazisti altoatesini, condannati recentemente, sono andati in gita ad Auschwitz.
Si sono fatti fotografare dentro il campo, con magliette raffiguranti simboli del nazismo o mentre facevano il saluto a braccio teso. La meglio gioventù.
Il personale in servizio a quello che è diventato un museo degli orrori della Shoah ha detto che non si possono controllare tutti i visitatori.
Dubito però che non abbiano notato niente, mentre costoro entravano indossando simili magliette.
Il problema è proprio questo: il neonazismo è una mala pianta che sta mettendo radici in molti paesi, grazie all'indifferenza o alla sottovalutazione del suo potenziale di pericolosità.
Come gli estremismi di opposta colorazione ideologica, rappresenta una valvola di sfogo delle frustrazioni di molti ragazzi.
Un'affermazione tragica di identità e di appartenenza al gruppo che viene sapientemente manipolata da un ristretto numero di "teorici" e leader.
Non è naturalmente casuale che questa infezione alligni proprio nei contesti più a rischio: nelle curve degli stadi, nelle periferie degradate o nei paesi dell'Europa dell'est, che stanno vivendo uno sviluppo economico disordinato e contraddittorio (piuttosto seria è per es. la situazione in Ungheria).
Si fa sempre un gran parlare degli estremisti di sinistra, quelli che una volta in Italia erano definiti la sinistra extraparlamentare, ma non ci si preoccupa abbastanza della loro controparte. Almeno per ora è molto meno numerosa e perciò meno dannosa, meno in grado di azioni eclatanti come gli scontri di piazza visti al G8 del 2001; ma anch'essa è un grave pericolo per la convivenza civile e la democrazia.
Oltre a rappresentare un movimento, o meglio un'accozzaglia di disperati che vuole incredibilmente riscrivere il passato, a dispetto di ogni evidenza di prova storica.
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