domenica 7 ottobre 2007

Se il buongiorno si vede dal mattino 2

Dicevamo che ormai la nomina di Walter I Have a Dream Veltroni alla segreteria del PD è cosa fatta.
Una volta sbrigata la formalità delle primarie del 14 Ottobre, Walterone potrà cominciare a guidare ufficialmente la nave riformista nel mare molto molto agitato della politica italiana. Avviso ai naviganti: attenzione alle secche e alla nebbia.
Ha ricevuto tutti i placet; Fassino e D'Alema, Scalfari e Rutelli, il Tg3, La7, gli imprenditori vicini al Centrosinistra, la Ferilli, Afef. Vaticano e Alba Parietti...non pervenuti, Ligabue...non pervenuto, ma avanti lo stesso a tutto vapore.
Dispiace che l'idea delle primarie, una delle poche novità della politica degli ultimi anni, che è stata guardata anche all'estero con interesse in occasione dell'investitura di Prodi a candidato premier, si sia svuotata. E' una di foglia di fico per nascondere una semplice elezione a segretario scelto dagli apparatchik di Margherita e DS.
Gli altri concorrenti sono lì solo a titolo decoubertiniano, per partecipare; in effetti, chi li ha visti? Nemmeno la Sciarelli. I riflettori dei media sono solo per Walterone.
Su ogni argomento afferma, risponde, discetta, distingue, sottolinea; consiglia il governo e provoca l'irritazione di Prodi, che a dispetto dell'aspetto pretesco e mite come si sa è peperino.
Forse quest'attenzione e le opinioni lusinghiere dello scorso anno sul fenomeno primarie lo hanno un pò frastornato.
Dopo l'uscita di alcuni anni fa sull'ulivo mondiale, ha fatto il bis spiegando ai 150 partiti dell'Internazionale Socialista che non hanno capito niente, che il mondo è cambiato e devono aprire ai partiti democratici (quali?).
Speriamo che non gli suggerisca, nel suo fervore dichiarazionistico, di convertirsi pure loro. A cosa poi non è chiaro.
A parte le scelte di metodo, che testimoniano la sopravvivenza ostinata di vecchie logiche partitocratiche, nel merito questo Partito Democratico nasce all'insegna di un riformismo che frulla e shakera un pò tutto senza citare con nettezza i suoi riferimenti ideali nella cultura politica del nostro paese.
Nasce però un sospetto, anzi qualcosa di più; il dibattito dei mesi scorsi ha messo in luce che la parola socialdemocrazia con tutto il suo portato di esperienze, valori e personaggi, per i promotori del PD è "out". Cose del passato.
Sarà anche vero, il futuro non si costruisce con la testa rivolta al passato, ma nemmeno ignorandolo. Sarebbe come costruire una casa senza i necessari pilastri di sostegno.
Se eliminiamo questo filone (necessariamente da aggiornare) dalle premesse teoriche del PD, scompare il pilastro del riformismo laico. Cancellato con un tratto di penna.
Allora cosa resta? Ma è ovvio: resta il pilastro del riformismo cattolico, che in Italia purtroppo, soprattutto negli ultimi quindici anni, è stato spesso male inteso ed ha portato a confondere pericolosamente le esigenze della società con quelle della parrocchia.
Sopravvive solo il vecchio spirito democristiano, che gli uomini della Margherita portano dentro il PD mentre i DS assistono inebetiti e confusi. D'altra parte da quando è finito il PCI (era il lontano 1991) non si sono mai chiariti le idee su cosa sono.
Questo è ciò che viene fuori dal frullatore del PD: un pastone dallo strano sapore servito dal nostro I Have A Dream, che viene spacciato per uomo nuovo, il migliore della scuderia. Chissà.
Di certo non è nuovo; deputato del PCI già nel lontano 1987, direttore dell'Unità per molti anni, due volte sindaco di Roma, già segretario del PDS e vicepresidente del consiglio durante il primo governo Prodi, Walterone è un vecchio politico con le radici ben piantate nel passato.
Anche se non lo fa vedere.
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