lunedì 7 gennaio 2008

L'uomo del Vaticano e l'aborto

Ratzinger, il papa antimoderno, e' nuovamente passato all'offensiva sull'aborto.
Durante un'udienza al corpo diplomatico accreditato presso la Città del Vaticano, ha astutamente accostato pena di morte ed aborto, sostenendo che la moratoria recentemente decisa all'Onu sulla pena capitale deve stimolare il dibattito attorno ad una moratoria sull'aborto.
Nella sottile e provocatoria arringa papale, si compie così l'equiparazione fra pena di morte ed interruzione della gravidanza, nonostante rimanga indimostrabile la tesi secondo cui la vita umana inizia nel momento del concepimento.
L'offensiva dell'uomo del Vaticano è destinata a rinfocolare le polemiche un pò dovunque, in particolare in Italia, paese dove periodicamente si ripropone lo scontro, lacerante, fra laici e cattolici.
Difatti, la senatrice pasdaran Binetti ha acceso il dibattito in parlamento, provocando l'ennesima levata di scudi da una parte e dall'altra.
La legge 194 fu varata non per legalizzare l'omicidio, secondo la grossolana e fuorviante interpretazione della chiesa di Roma, bensì unicamente per rendere possibile l'interruzione volontaria delle gravidanze.
Ponendo così fine ad un fenomeno di profonda inciviltà ed ingiustizia, quello degli aborti clandestini.
La 194 non incentiva affatto all'aborto, la cui incidenza si è progressivamente ridotta nel corso degli anni.
Come l'uomo del Vaticano sostiene che "la Santa Sede non si stancherà di riaffermare questi principi", così noi laici non ci stancheremo di difendere quella scelta.
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