martedì 16 dicembre 2008

Questione morale: tocca al PD


Ci siamo, è caduta anche l'ultima illusione: la presunta diversità dei postcomunisti.
Dopo il caso del Turco e l'arresto del sindaco pidino di Pescara il re è nudo.
Lo era anche prima, però una parte dell'opinione pubblica coltivava ancora questa visione.
La diserzione delle urne da parte di una quota consistente di elettorato abruzzese Domenica scorsa la dice lunga sullo shock che ha subito e sulla comprensibile rabbia, o meglio sulla demoralizzazione che ne è derivata.
Gli altri, gli elettori di Centrodestra, invece a votare ci sono andati eccome: quelli ingoiano qualunque boccone, come le famose scimmiette non vedono, non sentono e non parlano.
A Catania per esempio il Centrodestra è sempre all'apice dei consensi, nonostante la città sia stata rovinata proprio da Forza Italia la cui guida era il sordido Scapagnini (che ora giustamente è in Parlamento).
In Abruzzo non è servita a far perdere voti a Chiodi l'oscenità dei gazebo pidiellini nelle piazze, dove si invitavano i giovani a presentare il loro curriculum per metterli in diretto contatto con il futuro presidente. Sporcaccioni, speculano sul bisogno della gente.
Negli USA, tanto per fare il solito scontato e noioso parallelismo, l'inchiesta per abuso di potere in Alaska contro Sarah Palin e la faccenda dei fondi del partito spesi per il suo guardaroba sono senz'altro costati un pò di voti ai repubblicani.
Comunque, finisce una volta per tutte la dicotomia partito degli onesti (PCI/PDS/DS/PD) e partito dei disonesti (tutti gli altri).
Mi ricordo il vecchio Occhetto ai tempi di Tangentopoli, quando in televisione, ospite di Santoro, proclamava: noi abbiamo le mani pulite.
Mai affermazione fu più insulsa e inverosimile; sono le persone a essere oneste o meno, non le opzioni politiche.
Ma tant'è intere generazioni di elettori e militanti sono cresciuti con tale profonda convinzione che parte da Togliatti, con la sua retorica sui comunisti come parte migliore della società, e si lega con l'idea berlingueriana di fare della questione morale un caposaldo della lotta politica del PCI.
Tangentopoli, che ha soltanto sfiorato la sinistra di derivazione comunista (sul perchè sono stati versati fiumi d'inchiostro e lasciamo perdere), l'aveva ulteriormente rafforzata.
Da Pescara a Firenze a Genova emergono dei bei casi di corruzione che, responsabilità individuali a parte (quelle vanno accertate in sede giudiziaria), dimostrano che anche nel PD c'è qualcosa che non va.
Qualche pidino adesso dice che si tratta di casi individuali, come facevano i vituperati socialisti e democristiani: no c'è ben di più, c'è un problema etico e politico che li collega alla parte avversa.
Ci si aspetterebbe a questo punto una diversità di vedute rispetto a Berlusconi sulle soluzioni: non il costante tentativo di evitare i processi e delegittimare le procure, ma una vigilanza quotidiana sui comportamenti di quadri e amministratori e il rispetto per il lavoro dei magistrati.
Invece, non erano forse tutti d'accordo in campagna elettorale sul blocco delle intercettazioni, che tanto fastidio hanno dato a Berlusconi come a D'Alema e Fassino?
E' vero o no che Berlusconi, quando Del Turco è stato arrestato, gli ha dato subito la sua solidarietà a prescindere senza sapere niente del caso? Segnali sinistri, sospetti legittimi.
La questione morale si annida ovunque ed è una delle peculiarità che rendono l'Italia un caso a se stante in Occidente, basta vedere come raccontano il belpaese all'estero: ci sarebbe da nascondere la testa sotto la sabbia.
Questo spiega anche l'esistenza di un partito, l'IDV di Di Pietro, che di essa ha fatto la sua bandiera, altro caso unico in Occidente.
Almeno finchè qualche uomo di Di Pietro non verrà beccato con le mani affondate nella marmellata, perchè anche questo è possibile: il partito degli onesti infatti non esiste.

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