lunedì 11 gennaio 2010

Rosarno comune denegrizzato

L'Italia che cambia. Dai comuni denuclearizzati a quelli denegrizzati. Dalle città per la pace, come proclamano certi cartelli all'ingresso dei nostri paesi, a quelle per la guerra.
Guerra fra italiani e immigrati, ma soprattutto guerra fra poveri. Oggi si combattono bianchi e neri, domani potrebbero essere bianchi contro bianchi.
La miseria non ha un solo colore, e la township dove stavano ammassati i clandestini in mezzo alle pantegane non è tanto diversa dalla Rosarno bianca con le pezze al posteriore che si è scatenata: operazione White Year, finalmente niente più negri a Rosarno, almeno  per il 2010.
Pazienza se adesso manca la manodopera a buon mercato, che raccoglieva le arance per le nostre tavole; arriverà qualche altro disperato da mettere sotto. Anzi, hanno già pensato alla soluzione - Faremo arrivare i rumeni. Saranno più docili degli africani?
I rosarnesi hanno sdoganato la parola negro, che dopo gli incidenti  dell'altro giorno adesso tutti usano con grande disinvoltura, con un senso di liberazione. Finalmente si può dire. Gli italiani divisi su tutto si ritrovano uniti sotto la bandiera della xenofobia, alimentata dalla povertà avanzante.
I rosarnesi però, come tutti gli altri italiani che approvano la rivolta contro i clandestini, non sanno un pò di cose.
Non sanno che nell'America dell'800 gli immigrati italiani erano considerati bianchi finti, sostanzialmente dei negri. E non sanno che in Francia, in Argentina e in altri posti ci sono stati pogrom anti-italiani in tutto e per tutto simili a quello di Rosarno.
Gli italiani che applaudono i calabresi (particolarmente ammirata da queste parti è la base leghista), non si chiedono perchè è esploso questo dramma.
Rosarno è una delle tante città dove manca il lavoro, quello vero, quello buono, e le istituzioni hanno smobilitato da tempo.
Dove l'alternativa è fra emigrare e  non fare un cazzo in attesa del colpo di fortuna, che può essere un impiego di tipo assistenziale o il reclutamento nella criminalità organizzata.
Gli italiani fanno come Maroni che mostra il pugno duro contro gli immigrati clandestini; invece di puntare il dito contro chi aveva il potere di intervernire e ha fatto finta di niente, o contro chi fa venire i clandestini per sfruttarli, se la prendono con l'ultima ruota del carro.
Con le vittime del meccanismo, che per una notte si sono abbandonate alla violenza, com'era successo a Castelvolturno. 
Tutti si sono girati dall'altra parte: governo, regione, prefettura, questura, carabinieri, inps, ispettorato del lavoro, onorevoli locali; e pochi hanno il coraggio di dire una verità pura e semplice, che non serve essere del sud per conoscere: a Rosarno non si muove foglia che la ndrangheta non voglia.
Qui non siamo di fronte alla reazione, anche se scomposta, di una comunità. La rappresaglia contro la rivolta violenta dei clandestini è avvenuta perchè la criminalità ha dato il suo placet.
Come al solito, nel baccano delle chiacchiere sterili che animano la nostra vita pubblica, molti non hanno capito un cazzo di niente, a tutto beneficio dei manovratori del vapore che se la caveranno ancora.
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