venerdì 19 dicembre 2008

Questione morale: tornano le convergenze parallele?


Oggi è in corso la direzione del PD dove Walterone Veltroni starà a friggere sulla graticola, come del resto tutto il suo partito. Negli ultimi giorni abbiamo scoperto l'acqua calda, non esistono diversi in politica: qualunque partito può inciampare in episodi di corruzione.
Mentre Walterone parla, suda e teme per il suo careghino, Berlusconi dichiara che è tempo per la riforma della giustizia; è in fregola, non gli sembra vero. Anche il PD è nei guai con faccende di corruzione, il momento è propizio.
Così mentre la magistratura in mezzo alle consuete difficoltà, ovvero il fuoco di sbarramento della casta, si prepara a ricostruire i rapporti fra politica e affari a Napoli come a Potenza e a Pescara, il Cavalier Fracassa ha lanciato l'amo a Veltroni: abboccherà il pesce?
Sembrerebbe di no, perchè da giorni i vertici del PD dicono che qualunque riforma si faccia non dovrà mettere il bavaglio ai magistrati, che non vogliono sconti o zone franche. Però... Però intanto mi pare che tornino in auge le famose convergenze parallele, riviste e corrette alla luce dei tempi che viviamo.
Negli anni 70 si parlava di convergenze parallele per descrivere il processo di avvicinamento del PCI e della DC, che erano in posizioni diverse, facevano politiche diverse ma marciavano verso un obiettivo comune, il compromesso storico o terza fase di cui parlava spesso Moro, vale a dire la cooptazione dei comunisti nel governo dell'Italia che prima o poi sarebbe arrivata.
Oggi le convergenze parallele sono più semplicemente il tentativo da parte della casta dei mandarini di Roma di blindarsi di fronte alla magistratura.
Una volta erano una definizione, paradossale e in sintonia con il tipico bizantinismo nazionale, di un obiettivo politico, oggi molto più prosaicamente sono il tentativo di salvare il posteriore e il potere, evitando quella cosa così anomala per questo paese che si chiama controllo di legalità.
La Destra governa, la Sinistra è all'opposizione, però ieri la Camera ha negato in maniera bipartisan l'autorizzazione a procedere nei confronti di Margiotta del PD.
Bocchino del PDL e Lusetti del PD hanno detto le solite cose, che hanno fiducia nella magistratura e non si opporrano all'uso delle intercettazioni che li riguardano, ma c'è da scommettere che quando la Camera dovrà pronunciarsi andrà a finire come con Margiotta. Cane non mangia cane.
Già, le intercettazioni. Le intercettazioni fanno impazzire i nostri politici. In molti casi rappresentano una prova della commissione di reati, in altri sono dei gravi indizi di colpevolezza; quando non c'è un estremo di reato spesso comunque portano a galla comportamenti e relazioni politicamente ed eticamente non opportune. Di fronte a ciò che si è detto al telefono diventa molto difficile negare e nascondersi dietro il proverbiale dito.
Sinistra e Destra stanno su piani differenti ma convergono sulla necessità di regolamentare le intercettazioni.
Ieri sera a Porta a Porta Angelo Panebianco, autorevole esponente del Pensiero Unico Italiano in onda tutti i giorni a reti unificate, diceva che bisogna farla questa riforma, se ne sente la necessità da troppo tempo. Ma chi la sente? Io come milioni di altri cittadini no, chi ha qualcosa da nascondere sì.
E di quale regolamentazione si parla? Esiste già da lungo tempo, non è un'attività svolta dalla magistratura al di fuori di qualunque norma e procedura.
Da quando sono state diffuse le conversazioni sconvenienti di Berlusconi, D'Alema, Fassino, Fazio, Fiorani e compagnia bella è nato un terrore sacro verso le intercettazioni.
L'obiettivo è limitarle ad alcune fattispecie di reato, mentre invece sono necessarie anche per altre (pena di fatto la non perseguibilità di certi reati) o vietarne la pubblicazione, che è altrettanto necessaria perchè il pubblico deve essere informato per mantenere un coretto rapporto fiduciario con chi occupa posizioni di responsabilità.
L'America, che viene sempre citata a sproposito, mai quando serve davvero, lo insegna. I nostri politicanti invece si limitano a denunciare in maniera convergente la spettacolarizzazione mediatica.
Per inciso quella spettacolarizzazione che andava bene a tutti, ai comunisti come alla Lega, quando al tempo di Tangentopoli ne erano oggetto i vecchi partiti.
Allora nessuno guaiva, nessuno invocava la necessità di non mettere alla gogna le persone prima che la loro responsabilità fosse accertata o il rispetto della privacy.
A proposito di privacy: i politici supportati dai loro camerieri della stampa e della televisione stanno cercando di far credere che siamo tutti spiati per avere l'appoggio dell'opinione pubblica.
Questa è una colossale mistificazione della realtà, prima di tutto perchè le intercettazioni possono essere disposte solo dall'autorità giurisdizionale a fronte di una notizia di reato, in secondo luogo perchè intercettare costa: servono tempo, denaro e personale. E' credibile pensare che le forze dell'ordine passino il tempo a intercettare milioni di utenze telefoniche? Naturalmente no.
Comunque i Pidini dicono che il loro è un partito nuovo, che nasce con l'obiettivo di mettere da parte la vecchia politica.
Però la Iervolino è ancora al suo posto a Napoli: anzi, come Bassolino Bassolì, la moglie di Mastella e così via a dimettersi non ci pensa proprio. E chi si dimette mai in questo paese dei balocchi?
Da destra a sinistra i comportamenti sono sempre gli stessi: convergenti.


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2 commenti:

Anonimo ha detto...

Bassolino, Iervolino, moglie di Mastella, ecc.... vederli al loro posto fa venire una rabbia terribile!!! ma come è possibile che non ci sia un modo legale per scaraventarli fuori a calci nel sedere!

Zadig ha detto...

Il modo legale sarebbe una bella sentenza di condanna (ovviamente sulla base di un reato accertato).
Però diventa sempre più difficile processarli, perchè se non c'è un lodo a proteggerli c'è una prescrizione, se non c'è una prescrizione c'è un'autorizzazione a procedere, che di solito viene negata. Se tutto questo non basta allora fanno un bell'indulto (con l'ultimo hanno messo a posto un pò di gente come per es. la moglie di Dini).
Purtroppo Tangentopoli gli ha insegnato bene: non si fanno più cogliere alla sprovvista...
Allora resterebbe il voto, ma anche questa è un'arma spuntata.
Se la gente continua a votare certi cialtroni, delle due l'una:
o va bene così oppure non c'è un'informazione corretta.
Figurarsi: adesso vogliono imbavagliare anche i blog...