venerdì 4 giugno 2010

Libero pubblica i discorsi del Duce: il passato non passa mai

Non passa mai 'sto passato, ci viviamo immersi, è eterno. E ha rotto le scatole.
Libero sforna 6 DVD che raccolgono i capolavori di ars oratoria e di filosofia politica di Benito, e li regala addirittura. Ma allora è poi davvero in crisi la carta stampata?
Forse Capitan Belpietro ha partorito la grande idea davanti allo specchio, durante la rasatura mattutina. La vista del suo mascellone, così simile a quello di Lui, potrebbe averlo ispirato.
Belpietro ha trovato un modo nuovo di sfrizzolare l'ombelico degli affezionati lettori di Libero.
Ovvero il popolino della destra nostrana, che confonde l'essere conservatori nell'Europa del nuovo millennio con le nostalgie verso il passato in camicia nera che accomunò metà del continente negli anni '30.
Quale sarà la prossima iniziativa editoriale? Una collezione di fez, gagliardetti e pugnali distribuiti in una trentina di uscite?
O una serie di braccialetti anticomunisti, talismano indispensabile per chi teme la resurrezione del socialismo reale, come le corone d'aglio per scacciare i vampiri?
Sono passati 60 anni ma sembra ancora ieri, anzi sembra oggi, la storia non scorre in casa nostra, non ne vuole sapere di finire nell'archivio.
Il merito del curioso fenomeno è senza dubbio del nano di Arcore, che fin dalla sua discesa in campo fra noi comuni mortali ha costruito la mitologia della nuova destra sullo scontro fra comunisti e anticomunisti, proprio come nel '48.
La distanza fra i due Cavalieri è sempre più breve: il Cavaliere di oggi ultimamente non disdegna di citare il duce nei suoi interventi, o di arringare le folle dai palchi dell'amore con il - volete voi? mussoliniano.
Intanto arrivano i disegni di legge liberticidi o  le critiche alle Camere, ormai da lungo tempo bollate nell'ottica berlusconiana come l'aula sorda e grigia pronta a diventare bivacco di manipoli di cui parlava il Cavaliere di ieri.
Ogni tanto si rischia di smarrire la bussola, di pensare che esistono ancora la Sisal, l'Eiar e che il più grande attore italiano è Amedeo Nazzari, o che dall'ascolto dei discorsi del duce si possano ricavare perle di saggezza e indicazioni per il futuro.
Il mondo va avanti ma una parte del paese rimane tenacemente abbarbicata al momento più buio del nostro passato, e insiste a celebrare l'unico  (purtroppo) copyright autenticamente italiano nel patrimonio ideologico del novecento.
Che è passato per l'appunto, ma non qui.
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2 commenti:

Roberto Onofri ha detto...

Non sono d'accordo quando usi espressioni "nano di Arcore", "il popolino della destra nostrana" ecc. Da persona intelligente come te non mi aspetto linguaggi più consoni a quelli che praticano il gossip. I nostalgici a destra sono in via d'estinzione, se non altro perchè sono passati più di sessant'anni dalla fine del fascismo. A sinistra invece ne crescono di nuovi che utilizzano simboli e miti che hanno anche più di sessant'anni. Sinceramente mi preoccupano di più i secondi.

Zadig ha detto...

Se mi permetti, dato che Berlusconi ha definito coglioni quelli che non lo votano (per tacere di tutto il resto) mi sento autorizzato a usare contro di lui nomignoli dispregiativi.
Invece non volevo essere offensivo verso tutto l'elettorato conservatore, che in realtà rispetto in quanto portatore di una legittima visione della società; volevo soltanto criticare quella parte della destra che coltiva nostalgie verso un certo passato e che tramanda alle nuove generazioni i simboli del fascismo.
Lo dimostra il revival fascista che ha preso piede e di cui i dvd di Libero sono solo uno degli esempi.
Mi preoccupano sia gli uni che gli altri, perchè ci condannano nel 2010 a sorbirci temi da scontro politico degli anni'40...E intanto il mondo intorno a noi cammina...