giovedì 8 luglio 2010

Heineken Festival 2010: una parte dei veneziani protesta...e sbaglia

L'Heineken è finito. E' calato il sipario e il giorno dopo sono cominciate puntuali le polemiche, le diatribe che in  Italietta coronano sempre i grandi eventi... Non solo quelli gestiti dai Bertolaso Boys.
Sul sito del Gazzettino le voci pro e contro hanno cominciato il duello. Per una parte dei veneziani l'Heineken non s'aveva da fare perchè i disagi sono stati eccessivi. 
E leggendo certi interventi si nota che il vecchio immaginario perbenista è ancora vivo e vegeto; secondo qualcuno rock è uguale a droga, ignoranza, perversione dei costumi, rapporti contronatura, satanismo, maltrattamenti all'infanzia e scarsa igiene personale.
E' gente uguale a quella che applaudiva i reverendi americani quando organizzavano i falò dei dischi di Elvis e Jerry Lee Lewis, per purificare il mondo dalla musica del diavolo.
Io c'ero (per vedere i miei amati Pearl Jam) e di fattoni ne ho inquadrati davvero pochi; per la maggior parte si trattava di un pubblico normale, di semplici appassionati della musica, ma non importa. Sotto questo profilo, dagli anni '50 ad oggi non c'è niente di nuovo al fronte.
Quello che invece suona come una nota stonata, insopportabilmente stridula, è l'opinione di chi non voleva il festival perchè disturba la circolazione e il quieto vivere dei residenti dell'area di S. Giuliano, o perchè il comune  (dicono) non ci ha guadagnato niente.
Continuano i tempi duri per la gente della notte, per i "ggiovani". Nessuno li vuole, nessuno ne sopporta i raduni, fosse anche solo per un giorno, o per tre - quattro giorni al massimo come nel caso dell'Heineken.
I giovani (sempre descritti dalla retorica muffosa degli adulti come una speranza, una risorsa da valorizzare, il Futuro) nessuno tirando le somme li vuole vicino.
Per non parlare del fatto che i seniores accettano passivamente che vengano massacrati dai meccanismi dell'economia moderna.
Foglio di via. Vadano da un'altra parte, dove naturalmente qualcun altro si lagnerà e li vorrà cacciare.
Una parte del mondo adulto interpreta le città come grandi dormitori - caserme, dove dopo le h. 21,00 è vietato praticamente tutto. Coprifuoco.
Su questo influisce senz'altro l'invecchiamento della nostra società, dove gli over 60 ormai sono una componente (soprattutto elettorale) importante. 
Poi il classico provincialismo nostrano, che non comprende e non accetta qualunque fenomeno diverso dalle partite di serie A o dai concerti di Gianni Morandi e Albano. Per questa gente anche il Festivalbar è quasi quasi un fenomeno eversivo.
Ma c'è anche una dose di inedita e istintiva intolleranza: siamo sempre più divisi da barriere e fossati di ogni genere, quello che non garba a me non ha diritto di cittadinanza e non ne discutiamo nemmeno. Capito?
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