sabato 3 novembre 2007

No alla caccia al rumeno

La cronaca degli ultimi giorni ci da molta materia per riflettere.
Dopo l'assassinio brutale della signora Reggiani a Roma, qualcuno ha pensato di dover vendicare il delitto aggredendo tre rumeni all'uscita di un supermercato a qualche chilometro di distanza. Che sia l'inizio di un'ondata xenofoba?
E' probabile; d'altra parte siamo di fronte ad un sentimento popolare che monta da diverso tempo, da almeno qualche anno.
Io vivo in una regione dove la presenza di stranieri è alta; si calcola che nella provincia di Treviso il totale degli stranieri, rispetto alla popolazione di origine italiana, sia circa il 10%.
Fra questi, i rumeni sono al primo posto.
A favorire l'incremento della loro presenza giocano due fattori: l'economia ricca e la maggiore vicinanza del nordest alla loro terra d'origine. Io stesso ne conosco personalmente alcuni, a cominciare dai miei vicini di casa.
L'atteggiamento del veneto medio di fronte a questa presenza è molto contraddittorio e sofferto; tutti sono consapevoli che è necessaria per mantenere in movimento il volano dell'economia, ma la diffidenza è forte. E' lo stato d'animo di una regione che riflette in pieno quello di tutto il paese.
In questi ultimi giorni è scattato il tam-tam dei media, locali e nazionali; tutti a sottolineare il "problema rumeno", con toni decisamente ossessivi su tv locali come Antenna 3 e Rete Veneta.
Non vorrei che gli ultimi episodi della cronaca nera spingessero ad una caccia al rumeno; non è questa la soluzione.
Chi ha aggredito i tre operai all'uscita del supermercato deve essere individuato e punito severamente.
Esattamente come è lecito attendersi una pena severa per il responsabile dell'omicidio della donna di Roma.
Lo stato ha l'obbligo stringente ed assoluto di intervenire, per evitare che emerga una giustizia fai da te.
Perciò, bene ha fatto il governo a proporre un pacchetto sicurezza che pare incamminato sui binari dell'urgenza.
Malissimo ha fatto il centrodestra ad approfittare della situazione per imbastire la solita maldestra polemica strumentale, volta a dimostrare che la colpa di tutto è dei loro avversari.
Penosa la performance di Fini, che ha visitato sotto l'occhio delle telecamere la stazioncina luogo del misfatto. Cosa ha fatto il partito di Fini per impedire questi fenomeni, quando poteva?
Berlusconi, uomo patologicamente avvezzo alle bugie più sfacciate, sostiene che l'emergenza è nata con il governo Prodi.
Niente di più falso, come ben sa chi conserva un minimio di memoria degli avvenimenti e non ha ancora portato il cervello all'ammasso.
I problemi di criminalità legati all'immigrazione datano molto indietro nel tempo; chi oggi strepita in cinque anni di governo non ha fatto praticamente nulla, a parte istituire il poliziotto di quartiere che nei quartieri non si vede (si sa che le forze dell'ordine hanno organici ridotti).
Anzi, chi oggi strepita è responsabile di aver tagliato i fondi alle forze dell'ordine ed alla magistratura e di aver fatto una maxi sanatoria per un totale di 700.000 persone, fra le quali si celavano anche personaggi dai dubbi comportamenti.
La questione di fondo è, come spesso avviene in questo paese perennemente non governato, che tutta la classe politica ha dormito lasciando che il problema si incancrenisse.
Tardiva (ma da appoggiare) è l'iniziativa del governo, del tutto mancante in passato è stata l'attenzione del polo berlusconiano ai temi della sicurezza pubblica.
Il toro va finalmente preso per le corna ed atterrato; non c'è più tempo, se si vuole evitare la crescita dell'incomunicabilità e dell'odio fra italiani e stranieri che, piaccia o no, devono vivere gli uni accanto agli altri.
Va fatto anche per impedire che si sviluppi un brodo di coltura per i gruppuscoli della destra estrema (Forza Nuova in testa), altro problema emergente come ho scritto in un post.
Ragazzi ignoranti, emarginati e violenti proprio come il rumeno che ha aggredito la Reggiani, che stante questo clima possono godere di una perversa legittimazione morale e politica e saldarsi alla xenofobia che sta radicandosi nell'opinione pubblica.
La xenofobia; dovunque ci sia un fenomeno migratorio, prima o dopo viene fuori, tutti ne possono essere colpiti.
Italiani compresi, quando andavano all'estero a cercare fortuna e subivano vessazioni a causa dei crimini commessi dai loro connazionali.
Per ripassare un pò la storia, e dire no alla caccia allo straniero, val la pena di leggere il libro di Gianantonio Stella "L'orda".
Sottotitolo: quando gli albanesi (o i rumeni) eravamo noi.
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