sabato 28 luglio 2007

Pannella Giacinto detto Marco,manovratore e partitocrate


E così Pannella Giacinto detto Marco si candida per la guida del nuovo Partito Democratico.
Con un coup de theatre, degno dei più consumati attori alla cui categoria appartiene, il vecchio gigione ha lanciato un'altra clamorosa iniziativa.
Si fatica a seguire i giri di rumba, le contorsioni e i continui cambiamenti di fronte del nostro, per non parlare dei suoi celebri monologhi, concorrenziali solo a quelli di Fidel.
Esaurita la fase pre-moderna delle sacrosante battaglie per i diritti civili e politici, che hanno fatto da pungolo verso una classe politica letargica, il Pannella post-moderno ha guidato la barchetta radicale in mari sempre nuovi, gettando le ancore in porti sempre diversi.
Senza andare troppo indietro, ricordiamo che prima delle ultime elezioni Pannella ha fondato la Rosa nel Pugno con i socialisti di Boselli, progetto evidentemente alternativo al PD, contro cui sono state lanciate parole di fuoco.
Adesso Boselli resta col cerino in mano, sorte toccata a diversi personaggi prima di lui; ma Giacinto detto Marco è fatto così, è mutevole come il vento.
Un manovratore sempre a caccia di opportunità per restare a galla e far parlare di sè. Simile a tanti altri politici italiani, lesti a cambiare fronte come cambia il tempo.
E poi, si sa che nel Partito Radicale non si muove foglia che Pannella non voglia: o sei d'accordo con lui o ti conviene fare le valigie. Il suo figlioccio Capezzone è già stato avvisato.
Un partitocrate di razza, che gestisce il partito come una proprietà personale. Alla faccia della Liberaldemocrazia di cui si spaccia per campione.

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