venerdì 24 ottobre 2008

Berlusconi e diritto di critica, cortocircuito permanente


Il nanetto di Arcore ha minacciato di usare la forza contro gli studenti di ogni ordine e grado in rivolta contro il progetto di riforma dell'istruzione.
Poi ha fatto dietrofront alla sua maniera, dicendo che era stato frainteso. Come al solito nessuno lo capisce, poveretto.
Certo, corre una bella differenza fra il dire che avrebbe dato istruzioni dettagliate al suo ministro dell'interno (degradato a mero esecutore della volontà imperiale) per impedire le occupazioni e le manifestazioni di protesta e dire, come ha fatto dopo, che si riferiva solo a un'opera di convincimento verso i ribelli. Ma tant'è, di faccia tosta ne ha da vendere.
In quella conferenza stampa era visibilmente irritato, per non dire incazzato; poi senz'altro qualcuno dietro le quinte gli ha fatto capire che era meglio venire a più miti consigli.
Sicuramente Berlusconi teme questa protesta, che non è animata dai soliti manipoli della sinistra radicale come sostiene, ma è invece assolutamente trasversale; parte dagli studenti, passa per i genitori, coinvolge diversi insegnanti e rettori, non tiene conto delle tradizionali divisioni politiche.
E' un primo segnale di movimento dell'opinione pubblica, quella che secondo la grancassa mediatica del Cavaliere ha un consenso granitico nei suoi confronti.
Ammesso che le percentuali dei vari sondaggi siano attendibili, ciò dipende dalla cattiva qualità dell'informazione italiana, asservita sempre di più al potere.
Vale la pena di ricordare che nella classifica mondiale sulla libertà di stampa ci troviamo in fondo alla graduatoria, non in cima. L'italiano medio è disinformato, non ha una chiara percezione dei problemi.
Ma quando riesce ad averla si ribella, e questo è il caso dello sciagurato progetto Gelmini che, esclusa ogni considerazione di tipo tecnico, prevede un taglio mostruoso di finanziamenti (oltre 8 mld di euro) e già solo per questo è da bocciare.
Il Cavalier Fracassa quindi ha paura che finisca l'incantesimo, l'illusione creata ad arte che sta governando bene. Ma non solo.
L'estrazione di Berlusconi è quella del capo azienda abituato, da una vita, a dare direttive che gli altri devono eseguire. L'obiezione, la critica, lo mette in forte crisi e provoca reazioni rabbiose.
Questo esercizio della potestà imprenditoriale Berlusconi lo ha trasferito in politica come un riflesso condizionato.
Forza Italia viene gestita come un'azienda; chi ha mai avuto notizia di congressi o di minoranze interne che dissentono dalla linea del leader?
Perfino la decisione di fondare il PDL l'ha presa da solo, come si fa quando si costituisce una nuova ditta e in questa avventura poi ha cooptato i parvenus di Alleanza Nazionale, un pò con le minacce e un pò con le lusinghe.
Un dibattito interno, un congresso straordinario, un vertice fra leader delle parti interessate dal progetto, che sarebbe la normalità democratica, tutto ciò è lontano anni luce dal Berlusconismo.
Anche lo Stato finisce per essere gestito in modo aziendalista: viene degradato inevitabilmente a semplice macchina produttrice di decisioni del capo, che sono messe in opera a colpi di decreto e supportano l'illusione mediatica del governo del fare.
Il Parlamento finisce spesso per essere scavalcato e anche i passaggi più importanti e delicati, come la riforma della scuola, sono condotti senza coinvolgere o perlomeno ascoltare preliminarmente le parti interessate, genitori, studenti, corpo docente.
Un aspetto deleterio del Berlusconismo è proprio questo mix velenoso fra approccio aziendalista, autoritarismo e paternalismo di vecchio stampo.
Il governo viene inteso come un consiglio d'amministrazione o un consilium principis che deve ratificare la volontà del capo.
Le istituzioni vengono marginalizzate o trattate con disprezzo per appellarsi direttamente al popolo, come insegna il grezzo discorso del predellino.
In simili circostanze il popolo vien bene; quando però viene mobilitato da altri, si cerca di zittirlo con la minaccia di botte e denunce. Usato e messo da parte.

Bookmark and Share

4 commenti:

Anonimo ha detto...

L'ipocrisia maxima!Se il Ministro avesse decretato la fine del maestro unico avreste manifestato ovviamente contro.Se avesse decretato la fine dei grembiuli idem e così via.Si manifesta a priori,non per una causa logica.Solo per contrariare in quanto il maestro unico è giustissimo(più maestri sono stati inutili fin da principio),i grembiuli pure e la scuola dell'obbligo fino a 16 anni è una cazzata.Strano adesso tutti con la voglia di studiare.
Inoltre non rammentano mai gli insegnanti nullafacenti ed insipienti:ne ho sentiti troppi ragazzi lamentarsi per i docenti che fanno schifo.Adesso sodalizzano con quelli che hanno fatto si che la scuola diventasse uno stipendificio,uno strumento prepara stipendi.Banchi che volano,insegnati che si fanno toccare il culo tipo pornostar riprese su you tube.E questa sarebbe la scuola da salvare?Che coraggio!
Non scrivono che tra il personale ci sono individui che oziano a mattinate o che sarebbero da cacciare all'istante;e i baroni che fine hanno fatto,quelli che inseriscono famiglie intere nelle uni e quelli che la sinistra condannava?Quella della privatizzazione è un falso,i signori statali vogliono la massima sicurezza e basta,ma solo per loro.Quando licenziano operai mai si vedono questi scioperi!

"L'estrazione di Berlusconi è quella del capo azienda abituato, da una vita, a dare direttive che gli altri devono eseguire. L'obiezione, la critica, lo mette in forte crisi e provoca reazioni rabbiose."

Alla faccia della democrazia: la 2sinistra" di tutto il decreto ha rifiutato ogni cosa,persino proposte da lei fatte con bersani anni fa,le stesse!
Allla faccia di quello che da solo obbliga alle sue direttive.
Forse ti sei dimenticato chi ha stravinto le elezioni.

Anonimo ha detto...

X Zanding: e tu saresti un uomo controcorrente? Più allineato di così non si può.TU SEI IL COSTANZO DEL WEB,IL SISTEMA CHE CRITICA SEMPRE GLI STESSI.PECCATO!

Zadig ha detto...

Da noi manca proprio una critica reale verso il sistema e il suo manovratore, che non è una povera vittima come si fa passare, ma controlla il sistema dei media.
E' il conflitto d'interessi, quello che avrebbe impedito a Berlusconi di candidarsi in normali democrazie come quella americana che gli piace citare solo quando gli comoda.
Questo è il sistema, che voi purtroppo non vedete, non uno che scrive su un blog.
Nel post avevo intenzione di focalizzarmi soprattutto su questo aspetto.
In democrazia si manifesta quando si ritiene opportuno farlo e non è legittimo minacciare l'uso della forza.
Berlusconi ha utilizzato questo diritto quando era all'opposizione, ha cavalcato la protesta dei tassisti che paralizzavano le città e così via.
Salvo dire quando ha recuperato il potere che il paese non si cambia con le manifestazioni.
Ah, dimenticavo... Maurizio Costanzo è una creatura di Berlusconi.

Anonimo ha detto...

x Anonimo: l'allineato sei tu! Voi malati del virus del berlusconismo acquisite la stessa tendenza del nanerottolo: ogni volta ch evi si critica vi incazzate e sbraitate contro la sinistra. Ebbene, caro mio: chi giudica la politica di Berlusconi non è necessariamente uno di sinistra ma solo uno con il cervello! Vatti a leggere "Berlusconi. Intervista al signor TV" o "Berlusconi. Gli affari del Presidente" di G.Ruggeri, così avrai un quadro un pò più completo della sua "folgorante" carriera imprenditoriale e politica. Poi, se sei anche tu un evasore che ha guai con la giustizia, con i bilanci falsi, corruzione di pubblico uffiaciale, e cosi via, allora è comprensibile la tua fede nei suoi confronti!