lunedì 11 maggio 2009

L'ipocrisia dell'Europa sull'immigrazione

Le parole sugli immigrati del Commissario ai diritti umani del Consiglio Europeo - ci auguriamo che l'Italia e il Ministro Maroni non portino avanti la politica dei respingimenti - appaiono essere una foglia di fico che copre gli imbarazzi e l'ipocrisia delle istituzioni europee sulla questione.
Con questa dichiarazione il Consiglio d'Europa prende una posizione politically correct e fa una buona figura con l'Onu e i governi del mondo; mentre la UE, che avrebbe ben altri poteri e capacità d'influenza rispetto ai meri atti d'indirizzo del Consiglio, continua a distinguersi per il suo menefreghismo.
L'emergenza parte da lontano; durante il processo costituente europeo tutti i paesi furono sostanzialmente d'accordo nell'escludere dalla competenza comunitaria le politiche sull'immigrazione.
I paesi che per posizione geografica rappresentano la porta sud dell'Europa (Italia, Malta e Grecia), quando l'immigrazione clandestina ha conosciuto una recrudescenza sono rimasti con il classico cerino in mano. Soli a fronteggiare un problema divenuto gigantesco nel giro di pochi anni.
Miopi i nostri governi sia di centrosinistra che di centrodestra, che hanno dimostrato una completa incapacità di lettura degli eventi, e miope l'Europa che non ha previsto la necessità di parlare e agire con una voce comune sul problema immigrazione.
L'afflusso di persone non comunitarie infatti non riguarda soltanto l'Italia; molti bussano alla nostra porta per cercare di andare altrove, in Francia piuttosto che in Germania o nel nord Europa.
Le parole di circostanza del Commissario ai diritti umani e, cosa ben più grave, il silenzio di Europarlamento e Commissione europea, permettono da un lato di fare bella figura e dall'altro di rimandare le decisioni necessarie.
In questo modo si evita di toccare almeno un paio argomenti spinosi, forieri di aspre divisioni fra i paesi comunitari e nelle opinioni pubbliche nazionali.
Numero uno, rivedere l'entità dell'impegno in soldi e mezzi per aiutare l'Italia e Malta a vigilare quelle che sono a ogni effetto frontiere di tutti.
Numero due, decidere se adottare o meno una politica rigida d'ingressi; è facile supporre che il dibattito infiammato degli ultimi giorni in Italia si proporrebbe anche altrove.
Questo secondo aspetto porta a un altro; L'Europa dovrebbe agire unita per affrontare il tema dei flussi migratori, attuando politiche di sostegno allo sviluppo degli stati da cui parte l'immigrazione e stipulando accordi per regolare gli ingressi e combattere i racket che gestiscono il traffico degli esseri umani.
Invece sembra un barcone alla deriva, come quelli dei disperati che attraversano il canale di Sicilia.

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2 commenti:

The_Blacks91 ha detto...

Respingere gli immigrati clandestini nel paese di provenienza è lecito, ma ciò andrebbe fatto in modo serio, costante e non propagandistico.
Alla vigilia delle elezioni europee è stato dato grande risalto alla notizia che sono state respinte direttamente in Libia poche centinaia di immigrati clandestini dopo che, negli ultimi mesi, ne erano state lasciate entrare liberamente diverse migliaia. Io ritengo che abbia ragione l'on.Daniela Melchiorre che considera l’immigrazione legale una risorsa per la nostra economia, e proprio per questo penso che quella clandestina sia una piaga che affligge tutti i lavoratori regolari, italiani e stranieri. Per affrontare il problema in modo responsabile, basterebbe dunque applicare senza clamore ciò che già prevede il diritto internazionale, e agire in una dimensione comunitaria, non lasciando soli i paesi della frontiera europea.
Invece il Governo italiano preferisce utilizzare un tema così delicato come merce di scambio politico tra le forze di maggioranza. I respingimenti vanno eseguiti tutto l’anno e non solamente a ridosso di tornate elettorali. In questo modo sarebbe ben più difficile, per gli stati da cui partono le imbarcazioni, tenere sotto scacco il nostro Paese, chiudendo o aprendo il rubinetto degli sbarchi illegali, a seconda delle convenienze.

Zadig ha detto...

Che il governo italiano usi il tema come merce di scambio fra le forze di maggioranza e soprattutto come argomento di propaganda per le prossime elezioni europee è fuor di dubbio. Attento però a chi sostieni; Anche la Melchiorre ahimè appartiene alla foltissima schiera delle "girandole" della politica.
Prima centrosinistra, poi centrodestra, poi di nuovo all'opposizione e domani chissà dove.