Quanti sanno che in questo periodo si parla di una questione che potrebbe avere un effetto rivoluzionario per i diritti dei cittadini?
Alla camera infatti è iniziato l'iter di un disegno di legge governativo sull'introduzione delle azioni collettive.
Le azioni collettive sono uno strumento grazie a cui gruppi di cittadini possono ricorrere al giudice insieme, costituendosi in gruppo di interesse, nel caso di illeciti commessi a loro danno. Naturalmente previa verifica, da parte del giudice, della reale esistenza di un interesse a stare in giudizio contro qualcuno.
Pensiamo alle truffe degli ultimi anni, come il caso Parmalat o dei bond argentini. Se esistesse l'azione collettiva, i danneggiati avrebbero potuto andare in giudizio insieme, con un'assistenza legale unitaria, invece di ingolfare i tribunali con azioni individuali.
Risultato: tempi ridotti, possibilità più concrete di ottenere risarcimenti adeguati ed un formidabile potere di pressione sul truffatore, che spesso è una grande azienda e in partenza si trova in vantaggio.
L'azione collettiva è conosciuta da lungo tempo nei paesi anglosassoni come "Class Action" e viene praticata dalle associazioni dei consumatori con successo. Molte imprese senza scrupoli hanno pagato caro i loro comportamenti illegali.
Tuttavia il rischio è, come sempre in Italia, che uno scopo meritevole venga vanificato.
Il progetto del governo prevede che solo una lista di associazioni autorizzate possano stare in giudizio e che una volta conclusa l'azione collettiva, ci sia comunque bisogno dell'azione di ogni singolo danneggiato per avere il risarcimento. Un'evidente presa in giro.
Solo chi ha la benedizione della politica potrebbe rappresentare le vittime delle truffe in tribunale (magari i soliti sindacati?), senza però che la sentenza obblighi il truffatore a pagare. Per saperne di più, cliccate sul link del sito Aduc a sinistra e firmate la petizione per appoggiare il progetto alternativo.
Detto tutto ciò, è evidente che questo progetto sarebbe un terremoto (benefico) per il nostro paese di Bengodi, dove imbroglioni e cialtroni spesso se la cavano a buon mercato.
La democrazia si afferma e cresce anche attraverso forme di intervento e di partecipazione diretta dei cittadini, senza filtri e mediazioni di varia origine.
Non a caso, si parla di democrazia diretta.
Alla camera infatti è iniziato l'iter di un disegno di legge governativo sull'introduzione delle azioni collettive.
Le azioni collettive sono uno strumento grazie a cui gruppi di cittadini possono ricorrere al giudice insieme, costituendosi in gruppo di interesse, nel caso di illeciti commessi a loro danno. Naturalmente previa verifica, da parte del giudice, della reale esistenza di un interesse a stare in giudizio contro qualcuno.
Pensiamo alle truffe degli ultimi anni, come il caso Parmalat o dei bond argentini. Se esistesse l'azione collettiva, i danneggiati avrebbero potuto andare in giudizio insieme, con un'assistenza legale unitaria, invece di ingolfare i tribunali con azioni individuali.
Risultato: tempi ridotti, possibilità più concrete di ottenere risarcimenti adeguati ed un formidabile potere di pressione sul truffatore, che spesso è una grande azienda e in partenza si trova in vantaggio.
L'azione collettiva è conosciuta da lungo tempo nei paesi anglosassoni come "Class Action" e viene praticata dalle associazioni dei consumatori con successo. Molte imprese senza scrupoli hanno pagato caro i loro comportamenti illegali.
Tuttavia il rischio è, come sempre in Italia, che uno scopo meritevole venga vanificato.
Il progetto del governo prevede che solo una lista di associazioni autorizzate possano stare in giudizio e che una volta conclusa l'azione collettiva, ci sia comunque bisogno dell'azione di ogni singolo danneggiato per avere il risarcimento. Un'evidente presa in giro.
Solo chi ha la benedizione della politica potrebbe rappresentare le vittime delle truffe in tribunale (magari i soliti sindacati?), senza però che la sentenza obblighi il truffatore a pagare. Per saperne di più, cliccate sul link del sito Aduc a sinistra e firmate la petizione per appoggiare il progetto alternativo.
Detto tutto ciò, è evidente che questo progetto sarebbe un terremoto (benefico) per il nostro paese di Bengodi, dove imbroglioni e cialtroni spesso se la cavano a buon mercato.
La democrazia si afferma e cresce anche attraverso forme di intervento e di partecipazione diretta dei cittadini, senza filtri e mediazioni di varia origine.
Non a caso, si parla di democrazia diretta.
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