giovedì 13 settembre 2007

Jack e Meg White, l'attrazione del vintage


Jack e Meg White, il matrimonio rock, forse celebrato davanti a Lucifero in persona.
Jack e Meg profumano d'antico, di vintage e tuttavia riescono a far esplodere gli altoparlanti di energia pura, giovane e selvaggia.
Molto di più e meglio di celebrati manichini di plastica come Lenny Kravitz, il newyorkese che ha perso la purezza molto presto e tuttavia col vintage ed i favolosi settanta continua a giocare.
I due coniugi vengono da Detroit, città che trasuda musica; la città dei martellamenti, del punk embrionale degli Stooges di Mr. Iguana - Iggy Pop o degli MC5, la città da cui sono partite le geniali provocazioni di Alice Cooper.
Ma è anche terra di raffinatezze e dolcezze, della Motown Sound con tutti i suoi giganti, a cominciare da Marvin Gaye, Aretha Franklin e Stevie Wonder.
Una città fatidica per tutti: i Kiss, altri illustri newyorkesi, le hanno dedicato il cavallo di battaglia Detroit Rock City.
I coniugi White però al richiamo della dolcezza preferiscono quello acido del rock sgolato e feroce.
Undici anni di matrimonio e di carriera condivisa con il marchio White Stripes, preso a prestito dal chewing gum.
E loro sono proprio come la gomma americana, che si attacca tenacemente sotto il banco di scuola o la scarpa: all'inizio non se li fila nessuno, gli anni novanta sono appannaggio dei discotecari, e dei sermoni in musica (spesso pallosi) dell'Hip Hop, ma restano aggrappati al loro sogno.
Alla fine riescono ad attrarre l'attenzione e ad accumulare consensi, e dal debutto del '98, con l'album The White Stripes, si arriva al recente Icky Thump. Ormai sono affermati e celebri, perfino nelle curve degli stadi, che hanno preso dall'attacco del brano Seven Nation Army il famoso Po Po Po celebrativo della vittoria dell'Italia ai mondiali.
Ritorno alle origini, alle radici: in loro blues, folk ed hard rock si mescolano continuamente. Una ricetta antica ma sempre efficace e piacevole. Se ne sentiva davvero il bisogno.
Lunga vita al rock'n'roll, lunga vita ai White Stripes.
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