giovedì 6 dicembre 2007

La moderna ossessione di apparire

E' proprio vero. I N.I.P. (not important person) battono in ritirata e si riducono sempre di più.
Trionfano invece i V.I.P. (very important person) o quelli che aspirano ad esserlo.
Ce lo conferma Natascha Kampusch, la ragazza austriaca salita alla ribalta per la fuga dall'abitazione del suo carceriere folle a Vienna nel 2006, dopo otto anni di segregazione.
Ha aperto un sito e prossimamente inizierà a condurre un talk show tutto suo su un'emittente privata.
L'angelica diciannovenne, con tono da profonda conoscitrice della psiche umana e professionista consumata dell'informazione (stile Enzo Biagi o Walter Cronkite), promette che non farà domande scontate ma cercherà di entrare nella personalità dell'intervistato.
A quando una collaborazione con Bruno Vespa?
Nel suo sito è disponibile invece una galleria fotografica assieme ad una rassegna stampa che la riguarda. Tutto a beneficio dei numerosi web-curiosi.
Avrei sperato che la biondina ed ormai rotondetta austriaca tornasse ad un sereno anonimato da N.I.P., dopo tutto il clamore mediatico che aveva suscitato il suo dramma.
Ma evidentemente in tale clamore ci si trova bene e ne vuol fare occasione di guadagno e fama.
Tutto legittimo, per carità, ma da un punto di vista anche "estetico" sarebbe stato bello un rifiuto della dittatura del virtuale, dell'immagine che alimenta la smania di apparire di troppa gente. Soprattutto di chi ha poco o nulla da dire.
La piccola Natascha è in buona compagnia; accade spesso che comuni mortali, protagonisti di qualche fatto di cronaca, grazie alla formidabile cassa di risonanza offerta da Internet, giornali e TV, cerchino di entrare nell'Olimpo delle celebrità fosse anche per lo spazio di un giorno o una settimana.
Meno legittimo è che manager televisivi o direttori di testate laidi e spregiudicati diano ampio spazio a personaggi che invece sarebbe bene dimenticare, o in qualche caso lasciare alle cure della giustizia.
Come nel caso dello spacciatore tunisino Marzouk, eletto a star televisiva dopo la strage di Erba.
Dell'estortore Fabrizio Corona, che dopo le sue vicissitudini penali è diventato una presenza fissa ed insopportabile degli schermi ed ha addirittura avuto l'onore di un confronto televisivo con un ministro.
O ancora della squillo romana che si è sentita male in albergo durante la notte di aspirazioni di coca con l'onorevole Mele. Chissà quando scriverà la sua versione delle confessioni di una cortigiana?
Ma si sa, chi ragiona come il sottoscritto al giorno d'oggi è "out", appartiene a quella piccola minoranza di persone che si pone ancora qualche problema etico. Che gente che siamo!
Sappiamo solo criticare... E non ci lasciamo trascinare dalla corrente. Praticamente dei marziani.
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