venerdì 29 febbraio 2008

Campagna elettorale, chiedete e vi sarà promesso

Campagna elettorale. Da ora fino al giorno del voto, saremo sommersi dalle promesse, dai proclami, dai programmi, in attesa dei confronti televisivi.
Un bel grattacapo per i responsabili delle televisioni, su cui pende la spada di Damocle della par condicio. Come fare per permettere ai numerosi candidati premier di apparire e dire la loro? Confronti a due? A tre? A quattro? Come moderarli?
Intanto fioccano le dichiarazioni. Come dice il tale, chiedete e vi sarà promesso. L'ultima di oggi riguarda Berlusca che ha promesso il ritorno del nucleare. Silvio l'atomico.
Nessuno che gli abbia fatto notare (a cominciare dai giornalisti, che come al solito recitano la parte delle comparse silenziose in commedia) ciò che dicono gli esperti del settore, Carlo Rubbia in primis.
Il ritorno delle centrali nucleari si potrebbe avere solo fra almeno dieci anni e a patto di investire ingenti stanziamenti di cui oggi è incerta la disponibilità. Oltretutto forse le riduzioni eventuali per la bolletta non sono nemmeno scontate, come insegna l'esperienza di altri paesi.
Ma Berlusconi non ha mai sentito il problema di reperire i fondi: quando era al governo ha indetto gli appalti per le grandi opere senza copertura.
Silvio l'atomico poi ha detto che toglierà l'Irap, cosa ripetuta almeno una decina di volte quando era a Palazzo Chigi. L'Irap è ancora in vigore, come ben sa chi la paga.
E così per l'ICI; anche Veltroni a dire il vero ha promesso una riduzione del carico fiscale su cittadini e imprese.
Il debito pubblico però è ancora lì e nessuno ha chiarito le soluzioni per aggredirne le cause strutturali, ovvero una spesa pubblica irrazionale fatta di sprechi e costi esorbitanti per il mantenimento del settore pubblico.
Da questo punto di vista siamo maglia nera in Europa, tanto per cambiare: la nostra pubblica amministrazione è uno delle più grandi e inefficienti.
Sono questioni, il debito pubblico, la riforma fiscale, i costi dell'apparato amministrativo - istituzionale (in cui rientrano anche quelli della casta parassitaria che ci governa), vecchie di almeno vent'anni.
Una soluzione la offre Casini: lo stato venda le azioni di Eni ed Enel così da recuperare fondi per altri utilizzi.
Bravo Pierferdi: proprio quando la questione energetica sta diventando cruciale per tutti i paesi, lo stato italiano dovrebbe rinunciare a una presenza strategica in questo ambito. Non solo promesse ma anche parole in libertà.
Mancano proposte innovative per superare le tare strutturali che incatenano la società e l'economia; i programmi si assomigliano senza il segno di qualche novità forte, i due Gianni e Pinotto si accusano reciprocamente di plagio.
Per esempio sarebbe interessante sapere cosa pensa Veltroni sul conflitto d'interessi. Silenzio da parte sua e naturalmente nessuno glielo chiede.
Oppure sarebbe interessante sapere se ha cambiato idea rispetto all'infelice uscita sulle intercettazioni telefoniche, che ricalca esattamente quanto detto da Berlusconi. Si preparano alle larghe intese?
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